In diversi libri che ho letto ho trovato il paragone tra l’essere umano e l’albero. Non ho sotto mano i libri in questione, perciò scriverò quello che penso senza riferimenti e citazioni al riguardo.
Abbiamo radici. Le radici possono essere il luogo dove siamo nati o dove abbiamo costruito la nostra casa. Le radici, da cui traiamo linfa, possono essere anche quello che andiamo a cercare con i nostri infiniti tentacoli per crescere: il nostro nutrimento. Libri incontri stage convegni conferenze studi esperienze…
“ Nasciamo provvisoriamente, da qualche parte e, a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine, per nascervi dopo, e ogni giorno più definitivamente”. RAINER MARIA RILKE
Tutta questa linfa che assorbiamo giorno dopo giorno serve per crescere. Per sviluppare il nostro tronco e la nostra stabilità nel mondo. Ci saranno venti tempeste piogge e sole, ci sarà aria e acqua e forse fuoco a minare la nostra stabilità, ma se siamo forti e flessibili come un giunco ci chineremo fino a terra, ma non ci spezzeremo. Il tronco è il nostro equilibrio. La nostra capacità di esserci nello sviluppo personale.
I rami cercano la luce. Attraverso la luce permettono la crescita delle foglie e dei frutti. Solo cercando la luce è possibile fruttificare.
Come i rami, cercando la luce, possiamo creare. La luce è energia. Solo facendo fluire l’energia possiamo ricevere e dare energia.
Sono verticale.
Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con la radice nel suolo
che succhia minerali e amore materno
per poter brillare di foglie ogni marzo,
e nemmeno sono la bella di un’aiuola
che attira la sua parte di Ooh,
dipinta di colori stupendi,
ignara di dover presto sfiorire.
In confronto a me,
un albero è immortale
e la corolla di un fiore non alta,
ma più sorprendente…
Sylvia Plath
Bel post e hai inserito pure una delle mie preferite della Plath… chapeau!
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Grazie anch’io adoro la Sylvia 😉❄
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é sempre bello leggerti e condividere, non fallisci mai un colpo.
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Grazie davvero e buona serata ❄
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Bellissimo Eletta! Siamo come gli alberi, con radici che affondano nella terra, quale origine terrena, e rami che si spingono verso il Cielo, quale origine celeste…senza quelle radici, che sono poi rami capovolti, non potremmo essere colonne vertebrali umane, che mantenendosi in equilibrio cercano di espandersi in verticale sostenendo il peso intero dell’Esistenza…davvero bello questo post, e anche la poesia.
Mi piace sempre di più leggerti 🙂 un abbraccio
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Grazie a te cara e buona serata ❄🌲
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A proposito di essere alberi mi viene in mente una meditazione, in cui ci si immagina proprio come un albero che, al soffiare del vento, lascia cadere le foglie secche… un esercizio per imparare a lasciare andare le cose che non ci servono più
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Bello! E anch’io avevo letto qualcosa in diversi libri di meditazione. Lasciar andare le foglie secche 🍂🍁 in preparazione delle nuove. Ciao rain
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Una grande liberazione
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