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Attimi

E state

Oggi ho scritto sulla mia agenda estate. Perché solo oggi ho sentito il suo arrivo – nella azzurra fionda del tempo.

Un delirante fermento di api tra gonfie e trapuntate nubi. E il fieno di bronzo nel campo raso. E la piena luce sull’oro della pelle.

Sullo sfondo una nettezza di montagne a coronare lo spazio finito.

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Stagione,

ESTATE

Ed è

S ole energia calore

T intarella e

A bbandono languido con

T utta la pelle

E sposta

Quest’anno è la prima estate che avevo prenotato le vacanze. Tre tappe: Todi, Pompei, Porto Cesareo. Quest’anno avrei rivisto il mare dopo tanta montagna. Avrei nuotato. Sentito il sapore del salino sulla pelle scura. Avrei rivisto Todi e l’Umbria regione mistica, che amo quanto la vicina Toscana, e infine avrei visitato Pompei. Tutto saltato per il corona virus e gli interrogativi che ancora rimangono.

Estate nella mia infanzia ha voluto dire sempre mare. Si partiva con mamma per tutta la stagione estiva. L’odore del mare e del pesce accompagnava le giornate. Avevo sulla pelle la polvere della sabbia e il velo di salino. Diventavo scurissima e mi piaceva buttarmi con i ragazzi del paese sotto i cavalloni, quando c’era burrasca, per riemergere al di là.

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Stagioni,

Detesto l’estate

La mia anima di gatta
preferisce l’oscurità
e la coperta lanosa
e il caldo della stufa
e l’intimità di un angolo

all’ostentazione
luminosa
esagerata
ed eccessiva
bollente
esterna
calda
rumorosa
affollata di voci e rumori
dell’estate.

Datemi un manto di neve
Un mattino cristallino
Datemi il ghiaccio
Il silenzio
Il guizzo di una fiamma.

Datemi l’interno:
Un corpo da abbracciare
Lenti carezze
Nel caldo talamo.

Datemi maglioni
E sciarpe
I morbidi abiti
In cui avvolgermi
Proteggermi
Nascondermi.