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Attimi

Incontri effimeri

In questo periodo bigio anche incontrare qualcuno è diventata impresa ardua. Come sopravvivono le chat degli incontri on line per trovare l’anima gemella? Probabilmente solo chattando. Ologrammi tesserine immagini irreali che restano oggetti del desiderio a distanza, senza corporeità.

Questa era una riflessione postata anni fa quando i corpi e le menti potevano ancora incontrarsi. Rimane comunque una buona riflessione sul desiderio.


“Noi facciamo parte, in questo tempo della colonna dei ciechi”. Così dice Recalcati in una sua conferenza.


“La versione del desiderio che non è mai soddisfatto di quello che ha che sospinge incessantemente da un oggetto a un altro, senza che nessun oggetto del mondo sia in grado di soddisfarlo e di fermare la corsa. Questa è una versione nichilistica del desiderio.
Il fondo del desiderio è niente.
Ogni oggetto non è mai soddisfacente.
Lucrezio diceva: L’uomo è un vaso forato.
Il discorso del capitalista ha alimentato la produzione degli oggetti, non volta alla soddisfazione, ma a mettere la domanda in modo febbrile.
La rapidità con cui l’oggetto diventa obsoleto, cioè superato da altri oggetti, è il dispositivo attraverso il quale il capitalismo sfrutta la dimensione del perennemente insoddisfatto”.

La medesima insoddisfazione nella ricerca febbrile di un partner nuovo ogni dì:

Lo psicoanalista lo verifica tutti i giorni: il Nuovo come guarigione ( illusoria ) della ripetizione annoiata dello Stesso riporta la vita sempre alla stessa identica insoddisfazione.
È quello di cui si lamentano, per esempio, i pazienti presi nella spirale del cambiamento continuo dei loro partner. Ogni volta descrivono il nuovo amore come ideale, promettente, diverso, unico e ogni volta, in tempi brevi, quando non brevissimi, lo scoprono come deludente, inadeguato, tristemente identico a tutti gli altri.
Recalcati- Non è più come prima

Vi è un’incredibile dispendio di energia nel prima, in tutto ciò che precede l’incontro col Nuovo, una specie di moderna corte fatta di mail, messaggi, invio di file come mazzi floreali. Una scoppiettante fantasmagorica parata di parole, musica, poesia, suoni, immagini che si traduce in una rapida e istantanea caduta verticale dopo che si è consumato l’incontro.
Dopo il tutto, la voragine del nulla.

Quanto l’altro ci occupava la mente ogni minuto prima, tanto ora – dopo aver consumato l’esposizione – l’altro è fuggito, non è più. Tolto l’ingombro di tutta la proiezione del nostro narcisistico Ego, siamo pronti a mettere in scena la stessa commedia a replica serale con un altro fantasma.
A cui, dopo, non daremo più nulla.
Il copione si ripete.

Una abbuffata che ci porta a vomitare. E a non mangiare per le ore successive fino alla prossima abbuffata.
Fossimo felici di questo stato, andrebbe tutto bene.
Purtroppo, come sottolinea magistralmente Recalcati, lo sfondo di questo teatrino quotidiano è un’insoddisfazione perenne.
L’insoddisfazione produce sintomi. Non stiamo bene e il corpo lo rivela.
Da questa spirale si esce astenendosi dal toccare cibo per giorni, mesi, anni. Se necessario.
Imparando a dire: No, grazie – quando qualcuno ci offre il solito boccone.

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Luoghi Pubblicità

Pubblicità

Come sa chi mi segue, ogni tanto do uno sguardo e una valutazione anche agli spot pubblicitari.

Ultimamente mi sono piaciuti questi due: legati a due belle regioni e agli impianti sciistici fermi per l’epidemia.

Questo del Trentino, in particolare, contiene un bel messaggio: Aspettare non significa stare fermi, ma preparare.

Di fronte ai piagnistei inutili e improduttivi dei commercianti albergatori & C. del luogo dove vivo, mi sembra un buon capovolgimento del punto di vista. Utilizzare il tempo per preparare al meglio invece di star fermi a piangere… È il messaggio a colpire nello spot pubblicitario del Trentino oltre alla ottima scelta delle immagini.

https://youtu.be/93bgfVmzsG0

Il secondo è della Val d’Aosta. Anche questo un buon messaggio a livello visivo e di contenuto. Suoni sapori luci pause… ci sono cose che più aspetti e più le desideri.

https://youtu.be/0n0fFIeQv4U

Entrambi pongono al centro l’idea dell’attesa e del desiderio. L’attesa attiva il desiderio. In questo mondo dove l’impronta consumistica ha messo al proprio centro ideologico: voglio una cosa schiocco le dita e la ottengo, rivalutare il tempo dell’attesa non come privazione, ma come aumento e intensificazione del desiderio, mi pare corretto.

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Desiderio

Attrazione

Immagine grafica di Eletta

Ieri, sistemando i libri organizzandoli per casa editrice, ho anche trovato i miei numerosi quaderni di appunti. Così come per il libro di Arbasino, aperto a caso per sbirciare e rileggere, così ho fatto per un mio quaderno blu.

Ho trovato: pagine/diario che ho tolto e stracciato: sono in una fase straccio tutto: tanto tutto è impermanente. Sulla pagina più corposa dopo la copertina invece ho trovato un esercizio fatto non so quanto tempo fa, ma suppongo non più di due- tre anni fa.

È una specie di schema domanda risposta. Forse trovato su un libro di Mindfulness preso qualche anno fa e che proponeva esercizi di questo genere: fai il punto sulla tua situazione e sui tuoi desideri.

La cosa che mi ha lasciato a bocca aperta è che alcuni punti riguardavano la mia casa di allora. Il desiderio di svuotare pulire eliminare gli spazi pieni come la cantina e il garage, gli armadi. Le parole appuntate da me erano, sotto il titolo: Lista di cose da realizzare in un anno: pulire ogni locale della casa buttando cose inutili accumulate garage cantina; cambiare infissi; cercare una nuova casa; cambiare auto.

Dopo un anno o due ho fatto tutto: ho cambiato casa, per fare il trasloco ho buttato un mare di cose e svuotato la casa precedente, e ho anche cambiato auto.

Mi sono stupita perché non ricordavo di aver scritto questi appunti. Non ho potuto fare a meno di pensare alla famosa Legge dell’attrazione. In fondo tutto quello che avevo desiderato si è realizzato. Desiderare intensamente qualcosa allora qualche volta davvero funziona. Per quanto riguarda la casa così è stato. E anche per l’auto che ho cambiato.

Nell’esercizio trovato sul quaderno blu ci sono altri desideri che non riporto; vedremo se… anche questi prima o poi diventeranno realtà.

Per chi non conosce la Legge dell’attrazione:

https://youtu.be/7KjIlgIwthE

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Filosofia

Istinto e desiderio

Immagine fotografica di Eletta

Diversi filosofi hanno approfondito la differenza tra l’essere umano e l’animale.

La differenza sta sostanzialmente in questo: l’animale è animato da puro appetito per la spinta istintuale. Ha fame? Soddisfa l’appetito mangiando.

“La sua soddisfazione si realizza secondo lo schematismo elementare dell’istinto”.

L’essere umano, invece, secondo Hegel è un essere che non è mai ciò che è: un essere mancante, un desiderio di desiderio, come scrive Lacan.

” L’esistenza umana è trascendenza, desiderio, lotta, lavoro, trasformazione, sublimazione, creazione. (…) Ciò che conta non è la soddisfazione del bisogno, ma essere riconosciuti dall’Altro come soggetti, come soggetti del desiderio”.

Da queste osservazioni, naturalmente più articolate che trovo sul tomo che sto leggendo, non posso fare a meno di pensare quanto noi siamo sostanzialmente diversi dall’animale: non perché superiori ma perché mancanti. Sempre alla ricerca di un soddisfacimento che non è solo quello dei bisogni primari.

Più ci avviciniamo agli animali ( una vogliuzza per il giorno, una vogliuzza per la notte, fermo restando la salute come scriveva Nietzsche ) più siamo semplici e, probabilmente, in tal caso viviamo meglio.

Più ci allontaniamo desiderando il desiderio di un Altro, desiderando di essere desiderati, e perciò amati riconosciuti visti, più viviamo peggio perché dipendiamo da qualcosa fuori di noi.

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Desiderio

Desidero il desiderio 

Non mi/vi tedierò con inutili sintesi e trascrizioni della seconda lezione di Lessico amoroso dello psicoanalista lacaniano Massimo Recalcati, considerato che chi vuole lo può vedere direttamente su Rai Play.
Più estesa questa lezione e più in profondità, come ha commentato Transit.

Trascrivo invece questo passo del nostro filosofo Umberto Galimberti:

Che rapporto esiste tra il gioco delle pulsioni d’amore e i giochi linguistici che accompagnano l’incontro erotico? Dove si nascondono le nicchie di verità nella tela delle bugie, e come si mescolano tensioni pulsioni e coperture linguistiche?

Per cogliere questo nesso occorre superare la tesi organicistica secondo cui l’uomo ha desideri sessuali perché ha un sesso.

In realtà, come aveva già scritto Sartre: “Nè la turgescenza del pene, né alcun altro fenomeno fisiologico possono spiegare o provocare il desiderio sessuale, più di quanto la vasocostrizione o la dilatazione della pupilla possono spiegare o provocare la paura”.

La sessualità non è carne, è linguaggio; ciò a cui tende non è la scarica di una tensione ma l’incontro con l’Altro perché solo desiderando l’altro o sentendomi oggetto del desiderio altrui io mi scopro come essere sessuato”.

E poi questo brano meno filosofico, ma più letterato:

” E tu mio altro me senti un po’ quando ti deciderai a rispondermi ho nostalgia di te ho voglia di te sogno di te per te contro te rispondimi il tuo nome è un profumo diffuso il tuo colore spicca tra le spine fa’ che il mio cuore si riabbia con del vino fresco fammi una coperta di mattino io sto soffocando sotto questa maschera pelle drenata livellata niente esiste a parte il desiderio”.

Fantastico brano di Sollers senza punteggiatura: come l’ansimo nella corsa.

Per quanto mi riguarda sono davvero d’accordo con Piera Degli Esposti: l’erotismo più raffinato appartiene alla femmina. E non sempre noi donne vogliamo fare sesso legato alla parola amore. La psicoanalisi ha, naturalmente a mio parere, relegato la donna nell’angolo romantico delle parole come se non fosse guidata da pulsioni egualmente sessuali legate al semplice piacere. Strati e strati di cultura maschilista penecentrica hanno dimenticato che anche la donna ha voglie e orgasmi e persino erezioni ( anche se non così visibili ). Discorso lungo e articolato che non può esaurirsi in poche righe. Basta leggere qualche quartina di Patrizia Valduga per piombare nel luogo del puro piacere femminile.

Quanto sei bello quando sei eccitato!

come hai gli occhi più neri… così neri:

due nere notti che stanno in agguato

sopra i miei sensi, sopra i miei pensieri.

– Tu mandali a dormire i tuoi pensieri

devi ascoltare i sensi solamente;

sarà un combattimento di guerrieri:

combatterà il tuo corpo e non la mente.

Ho paura di te: sei così bello!

Non affogarmi in notti tanto nere

se prima non mi apri nel cervello
la porta che resiste del piacere.

-La porta del piacere… eccola, è qui.

Quella del tuo, sicuramente, sì.

– Chi ti apre il cervello? dimmi, chi?

Chi lo sa aprire… Piano … sì, così …

Baciami; dammi cento baci, e mille:

cento per ogni bacio che si estingue,
e mille da succhiare le tonsille,
da avere in bocca un’anima e due lingue.

Oh sì, accarezza dolcemente, sfiora

ma minaccia ogni furia e ogni violenza;

lentamente … non dentro, non ancora…
portami a poco a poco all’incoscienza.

( Cercavo questa quartina della poetessa, avendo ancora libri giù in città da portare qui e l’ho trovata nella rete, grazie al mio primo blog che la riporta intera ).

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Amore

L’amore ama

L’amore ama amare l’amore” scrive Joyce. In queste giornate piene di continuo assillante sole e improvvisi fuochi, giornate assolutamente non in tema con le giornate dedicate alle tenebre e alla morte, fa bene pensare al tema centrale della vita: l’amore. Che poi si declina in amore anche filiale, recuperando il tempo di un fiore sugli avi già passati o ringraziando il fato sui genitori rimasti ancora in salute. L’amore, dicevo, è il tema. Il grande tema della nostra umana vita attorno a cui ruota tutto. Il bisogno di amare ed essere amati.

Nel magnifico libro: Frammenti di un discorso amoroso, Roland Barthes scrive:

La stupidità è l’essere sorpresi. L’innamorato lo è continuamente; esso non ha il tempo di trasformare, di coprire, di proteggere. Forse è cosciente della sua stupidità, ma non la censura”.

Mi sono sempre sentita stupendamente stupida quando mi sono innamorata. Illogica, irrazionale, sciocca nel compiere azioni contro ogni regola. Ne ho davvero fatte di tutti i colori perché ero posseduta dall’amore. E, per chi come me, che ama l’amore: la vita senza amore è senza colore. Mancano le vibrazioni, le profondità, gli abissi e le vette, le tinte squillanti e shocking.

Mi risulta davvero noiosa l’uniformità. Come sento noiosi questi infiniti giorni sempre assolati. Il desiderio dell’altro irrompe dando una nuova luce e ombra all’uniforme quotidianità. Desiderare un altro ci sposta dal nostro baricentro. Aggiunge vita alla nostra vita.

Linfa vitale per chi scrive.

” e tu mio altro senti un po’ quando ti deciderai a rispondermi ho nostalgia di te ho voglia di te sogno di te per te contro te rispondimi il tuo nome è profumo diffuso il tuo colore spicca tra le spine fa’ che il mio cuore si riabbia con del vino fresco fammi una coperta di mattino io sto soffocando sotto questa maschera pelle drenata livellata niente esiste a parte il desiderio”.

Sollers

Niente esiste a parte il desiderio.

È il legame tra Eros e Thanatos. Amore e morte sono indissolubilmente legati.