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Attimi

Ridere

Ho trovato un libretto bianco, un vecchio taccuino con scritti di una decina di anni fa. Mi piace aprire a caso questi libretti che sono depositi di tempo e sensazioni ormai polverose. Chi ero, con chi ero, cosa facevo, cosa pensavo.

La prima pagina è uno schizzo a penna che mi riporta in Trentino: vacanza con amici. Non posso fare a meno di ricordare la mia ex amica, la sua gelosia. Suo marito ormai è morto. Lui sapeva ridere.

È proprio all’importanza del ridere che mi riportano le pagine successive scritte con una penna rosa. Stavo leggendo un libro di Virginia Woolf gli uomini che non sanno ridere e che non sanno far ridere li trovo così noiosi…

Lo penso anche adesso. Dopo dieci anni. Ridere e saper far ridere è fondamentale. E salutare.

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Attimi

Ridere allenta lo stress

Immagini grafiche di Eletta Senso

Edoardo mi fa molto ridere. Anche per questo sono davvero felice di averlo preso.

Mi fa ridere quando misura le coordinate per un salto e poi barcolla su una collinetta di libri o vestiti e cade giù. Mi fa ridere quando vuol giocare con la mia unica mano e un po’ mi morde e un po’ mi lecca.

Mi fa ridere anche adesso che sto scrivendo a letto con il suo musino che spunta dal plaid su cui appoggio lo smartphone perché non scivoli via.

Ridere fa bene. Conosco persone che non sento mai ridere davvero. Ridere di pancia, ridere fragorosamente.

Non penso che sia in chiaro, ma per chi è abbonato come me, davvero interessante l’articolo del Corriere sull’importanza del ridere. Serotonina, endorfine, la terapia del sorriso è considerata un buon antidepressivo, ridere abbassa lo stress e ha ripercussioni su tutto il sistema cardio circolatorio… Questi alcuni aspetti trattati.

Purtroppo ridere non è attività che può essere indotta: se una persona non è portata a ridere e conduce la sua giornata in un unico monocolore espressivo e depressivo, non c’è nulla da fare.

In questo periodo in cui non c’è proprio niente da ridere paradossalmente chi sa ridere anche per le piroette di un gatto sa reagire meglio all’ansia e allo stress del periodo.

Un’ultima osservazione: Ridere di se stessi a mio parere denota un’elasticità mentale degli intelligenti e non degli stolti…

Ecco l’articolo:

Ridere attiva il lobo temporale del cervello (e allenta lo stress) https://www.corriere.it/salute/neuroscienze/21_gennaio_11/ridere-attiva-lobo-temporale-cervello-allenta-stress-1cad1586-413a-11eb-b7e3-563a33cae2bc.shtml?&appunica=true

Uno che dorme così non fa ridere?
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Televisione

Adoro Papi

Adoro Papi. Caspita, lo adoro e non so neanche il suo nome. Ora lo vado a cercare.

Ecco: Enrico Papi.

Voi direte? Che c’azzecca?

Mi fa ridere. Lo adoro, fino al punto che lo sposerei, perché mi fa ridere.

È ripresa la sua trasmissione su Indovina l’età. Stanca morta dei dibattiti politici estivi, da lunedì ho deciso di farmi due risate. Mi piace quando salta: sembra una molla. Mi piace quando ride e sorride, cioè sempre. Mi piace come conduce la trasmissione. Mi piace quando c’è ” la musssica” e si muove ballando come un ossesso. Mi piace come si muove sul palcoscenico con le sue scarpette bianche.

Ma più di tutto mi piace quando salta. Salta come una rana. Mi fa morire dal ridere e vorrei tanto stare con un uomo come lui che salta per uno sbaglio e io rido.

Nella mia vita sentimentale ho avuto pochi uomini che mi hanno fatto molto ridere. Più riso amaro. Penso che il fascino di un uomo sia anche la simpatia. Oggi che ero già sull’orlo di una crisi di nervi ( trasloco infinito ) lui mi ha pizzicato il sedere sulle scale e fatto salire spingendomi per tutte le rampe. La crisi di nervi è sparita e ho continuato a ridere senza nemmeno la forza di salire.

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A me piace

Ridere


Al di là di quanto si possa pensare in base a ciò che scrivo, a me piace molto ridere.

Rido come una bimba in modo irrefrenabile specialmente nelle situazioni paradossali che sono quelle che mi fanno volare e perdere ogni controllo. Laddove la tragedia tocca il comico, l’inaspettato fa capolino nel previsto con una burla a sorpresa, o io mi vedo fare cose oscene cioè fuori dalla scena. É il caso di un video privato in cui l’incidente – una cosa trovata per caso – fa scatenare una reazione davvero esilarante. Nel video ( non so nemmeno perché l’ho fatto ) si sente la mia voce che commenta mentre le mie mani frugano toccano oggetti. Le persone a cui l’ho mostrato hanno riso di gusto. E anch’io ogni volta che lo vedo. Ridere fa bene. Toglie quella falsa aria di rispettabilità che ci cuciamo addosso pensando di essere più accettabili. In realtà siamo quello che siamo: pregi e difetti compresi. Ma i difetti fanno più ridere mentre i pregi dovrebbero far risplendere.

A me piace molto ridere. 

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Quando con la gallina 

Ho appeso in sala un telo. Sopra ci sono io, sdraiata e immortalata dieci anni fa con i jeans stracciati. Una bella fotografia in bianco e nero, diventata poster su tela.

La guardo, mi guardo. Come ero innamorata allora. Avevo un uomo che mi adorava come una dea. Così giocavo. Quel giorno ero scesa con una gallina di stoffa. Un bellissimo peluche preso in Austria per mia figlia quando era piccola. Ora che ero piccola anch’io avevo voglia di giocare. Quindi abbiamo camminato io e il mio uomo per la stradina lungo le acque del canale e io tenevo nella mano destra la gallina. Sorridevo e ridevo. Lui mi scattava fotografie a ogni angolo. E i ragazzi nel prato suonavano i tam tam. E mi urlavano gridolini.

Giornate bellissime quelle dell’innamoramento. Estasi ed eccentricità. Fuori dalla noia. Giornate uniche. Surreali. Meravigliose.

La gallina poteva essere chiusa nel suo corpo rovesciato e diventare uovo. L’uovo poteva essere lanciato e diventare palla. Io potevo diventare bimba. Inutile dire quanto mi manca il gioco.

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L’umorismo è sovversivo

Sono convinta che la persona intelligente sa ridere di sé e del mondo. Non si prende troppo sul serio e sa dare il giusto peso agli eventi. 

Sto leggendo “La vita delle immagini” di Charles Simic. Lo scrittore è un poeta nato a Belgrado e Premio Pulitzer nel 1990. In questo libro, edito dalla Biblioteca Adelphi, trovo una curiosa e interessante miscellanea di analisi poetica, musicale, filosofica e di vita quotidiana. Con salti e balzi esilaranti. Un buon libro.

La riflessione posta all’inizio deriva proprio da quello che sto leggendo.

” Come la poesia l’umorismo è sovversivo”.

” Veniamo addestrati a sorbirci l’arte e la letteratura senza gioia”.

” La filosofia del riso ci serve a ricordarci che viviamo in mezzo alle contraddizioni, tirati in una direzione dall’intelletto, in un’altra dal cuore e in un’altra ancora dai nostri organi sessuali”.

La persona intelligente, e non stupida, si ricorda delle contraddizioni della vita, sa vederle e dare loro il giusto peso. Saper ridere è saper stare in equilibrio tra le contraddizioni senza farsi inghiottire dalla loro banale voracità.

( P.s : per persona intelligente non intendo acculturata: spesso le persone “semplici” hanno maggior arguzia degli intellettuali ).