
Ho trovato un libretto bianco, un vecchio taccuino con scritti di una decina di anni fa. Mi piace aprire a caso questi libretti che sono depositi di tempo e sensazioni ormai polverose. Chi ero, con chi ero, cosa facevo, cosa pensavo.
La prima pagina è uno schizzo a penna che mi riporta in Trentino: vacanza con amici. Non posso fare a meno di ricordare la mia ex amica, la sua gelosia. Suo marito ormai è morto. Lui sapeva ridere.
È proprio all’importanza del ridere che mi riportano le pagine successive scritte con una penna rosa. Stavo leggendo un libro di Virginia Woolf gli uomini che non sanno ridere e che non sanno far ridere li trovo così noiosi…
Lo penso anche adesso. Dopo dieci anni. Ridere e saper far ridere è fondamentale. E salutare.
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