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Frammenti Poesia

Meglio evitare

Meglio evitare ulteriori sbandate, notti disperate

meglio evitare penose legnate, porte sbattute

meglio eliminare attese inutilizzate

creazioni non donate, profferte rifiutate.

Meglio restare sola a vivere ore desolate

da me sola decise gestite e organizzate

meglio non dipendere e fallire le giornate

che elemosinare frammenti di telefonate.

Far tesoro degli errori accumulati, già agiti

far tesoro dei tagli non ancora rimarginati

ricordarsi delle ferite degli ok non rilanciati

delle ipotesi non verificate, dei progetti stecchiti.

Già prese tremila testate, già avuto le mani fasciate

già perso battaglie infinite in campagne desolate

è tempo di abbandonare ed evitare sciabolate

difendo il mio corpo, la mia anima così prosciugata.

Vi lascio uomini bambini che scambiate falò per dei cerini

vi abbandono uomini poeta che nutrite con cibi sopraffini

non so che farmene degli attestati d’amore

se poi son sempre sola allo scoccare delle ore.

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Psiche

La stordita 

La povera stordita

– stanotte l’ho proprio udita –
ricamava i suoi grovigli

annodava i fili e i resti 

aggiustava i 

rimasugli della vita

con le sue nodose dita.
Con le penne e i pennini

disegnava folte criniere

a diverse fiere nere

dipingeva

qualche pinna e lucente squama

ai guizzanti pesce rana.

Di-segnava nella selva 

tremila fili di capelli selvaggi:

fili d’erba e scarafaggi

fiati d’eremitaggi  

e scalpi di vecchi saggi.

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Mira Mirò

Mira Mirò. Con l’accento – o no – sulla O. Segni scarabocchi asterischi e giocolieri. Segni liberi e pensieri. Strade strette – strette e fini con accenni di colline. Occhi e tuorli gialli e rossi. Gatti e baffi sbuffi e pizzi. Ghirigori senza fine. Tutto naviga – e attraversa – una tela stemperata. Ocra e gesso di lavagna. Nulla è statico e ancorato nel tuo spazio smisurato. Aquiloni e stelle e strisce. Zampe lunghe di vernice.

Blu indaco col rosso che si espandono di sotto. Un gallo che becchetta, un accenno di civetta. Un rastrello e un ombrellino. Gira il verde in un giardino.

Cade l’ombra di un aeroplano sull’accenno di una mano.