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Attimi

Un anno fa

Questo è il paesaggio davanti a casa mia fotografato esattamente un anno fa.

Ieri hanno tagliato due grandi pini che sono caduti nel prato con l’erba secca e ghiacciata, senza un briciolo di neve a fare da guanciale.

Mi fa sempre male vedere tagliare un albero anche se qui siamo immersi nelle foreste di conifere e faggi.

Domani danno neve. Qualche centimetro dopo mesi di solo sole. L’unica grande nevicata c’è stata all’Immacolata. Qui la nevicata è grande quando devi munirti di guanti e pale e spalarla dalle auto sommerse e dal giardino e dalle scale.

Poi basta. Non ha più nevicato. Qualche fiocco un giorno che non ha creato strati e poi solo sole.

Chissà che la festa degli innamorati domani non mi regali finalmente un’atmosfera da montagna. Come un anno fa.

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Natura

Panorami sensoriali

Uno dei Corsi d’arte che ho tenuto si chiamava: Panorami Sensoriali.

Il libro che sto leggendo sulla tecnica dei Bagni di foresta implica proprio lo stesso concetto dei miei corsi: amplificare la propria capacità sensoriale all’interno di un ambiente, rispondendo in modo acuto e presente a tutti gli stimoli che colpiscono i 5 sensi.

Nella pratica del Forest Bathing ci si immerge con tutti i sensi nell’oceano boschivo. Si sente il fruscio del vento tra le fronde e il cinguettio degli uccelli, si respira l’aria pulita e l’odore della vegetazione, si vede il verde il pulviscolo dei semi vaganti e delle bave di ragni volanti, dove possibile si assaggiano e gustano i frutti.

Come faccio nelle belle giornate è bene sostare nelle cattedrali delle foreste. Fermarsi e abbandonarsi senza più calcolare il tempo. Chiudere gli occhi e respirare oppure vedere – più che guardare – e disegnare un albero per accarezzarne ogni più piccola parte e farne memoria.

Immagini fotografiche di Eletta Senso

Purtroppo per molto tempo non potrò disegnare, ma lo scorso inverno mi è piaciuto, diverse volte, mettermi con un libretto e una penna a disegnare anche in mezzo alla neve. In realtà fare un bagno nella foresta dà benefici in tutte le stagioni, anche se in inverno mancano le preziose vibrazioni date dalle chiome piene di foglie.

L’arte di guarire proviene dalla natura, non dal medico.

Paracelso

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Natura,

Foresta partner

Ieri sera ho visto a Geo un’interessante intervista sul tema: Bagno di foresta. Non conoscendo i principi di questa pratica ( che comunque già in parte faccio, vivendo praticamente immersa nei boschi e nelle foreste per gran parte del tempo) ho deciso di approfondire.

Considerata la mia situazione di momentaneo handicap ho preso un ebook dal titolo Forest Bathing in cui si spiega la Forest Therapy…

In questa pratica si lavora con la foresta in qualità di partner, perché i benefici si ottengono proprio dall’abbraccio con la foresta. I praticanti ripetono la frase : La foresta è pronta a sostenermi.

Il libro che ho appena iniziato pare davvero interessante e chiede innanzitutto di ricordare con quale albero da piccoli avevamo stabilito un rapporto.

Ci ho pensato un po’ cercando nella memoria. In giardino avevamo un bersò, un tavolo con sgabelli di pietra. Le mie giornate nelle belle stagioni passavano lì sotto. Non ricordo però il tipo di rampicante che ombreggiava… non certo un glicine perché ne ricorderei il profumo dei fiori. Aveva foglie verde scuro lucenti.

Nel giardino c’era anche un noce con cui però non ho mai stretto grandi relazioni. Sono invece salita spesso su un pero e sul ciliegio per gustose scorpacciate dei rossi frutti. Vicino al bersò c’era una sequoia maestosa.

http://Sequoia sempervirens – Wikipedia

A parte gli alberi da frutto su cui salivo non ricordo abbracci o contatti con altri, tranne la loro quieta e costante presenza.

Per un mese non potrò essere facilmente presente nei miei amati boschi e mi mancherà il loro silenzioso abbraccio, ma appena mi toglieranno il gesso sono certa che mi saranno di aiuto con i loro balsamici e preziosi benefici.

Immagini fotografiche di Eletta
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Riflessioni

Come i rami

Immagine fotografica di Eletta

In diversi libri che ho letto ho trovato il paragone tra l’essere umano e l’albero. Non ho sotto mano i libri in questione, perciò scriverò quello che penso senza riferimenti e citazioni al riguardo.

Abbiamo radici. Le radici possono essere il luogo dove siamo nati o dove abbiamo costruito la nostra casa. Le radici, da cui traiamo linfa, possono essere anche quello che andiamo a cercare con i nostri infiniti tentacoli per crescere: il nostro nutrimento. Libri incontri stage convegni conferenze studi esperienze…

Nasciamo provvisoriamente, da qualche parte e, a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine, per nascervi dopo, e ogni giorno più definitivamente”. RAINER MARIA RILKE

Tutta questa linfa che assorbiamo giorno dopo giorno serve per crescere. Per sviluppare il nostro tronco e la nostra stabilità nel mondo. Ci saranno venti tempeste piogge e sole, ci sarà aria e acqua e forse fuoco a minare la nostra stabilità, ma se siamo forti e flessibili come un giunco ci chineremo fino a terra, ma non ci spezzeremo. Il tronco è il nostro equilibrio. La nostra capacità di esserci nello sviluppo personale.

I rami cercano la luce. Attraverso la luce permettono la crescita delle foglie e dei frutti. Solo cercando la luce è possibile fruttificare.

Come i rami, cercando la luce, possiamo creare. La luce è energia. Solo facendo fluire l’energia possiamo ricevere e dare energia.

Sono verticale.

Ma preferirei essere orizzontale.

Non sono un albero con la radice nel suolo

che succhia minerali e amore materno

per poter brillare di foglie ogni marzo,

e nemmeno sono la bella di un’aiuola

che attira la sua parte di Ooh,

dipinta di colori stupendi,

ignara di dover presto sfiorire.

In confronto a me,

un albero è immortale

e la corolla di un fiore non alta,

ma più sorprendente…

Sylvia Plath