
Prima vera arriverai
su rugiade rosso rubino
tra righe d’orizzonti
– mentre ricercheremo
una riservata normalità
– tra recinti rinchiusi…
Osserveremo rituali
di rimembranze rapite
– tra ruvide rilegature
di ritratti retrò
Prima vera arriverai
su rugiade rosso rubino
tra righe d’orizzonti
– mentre ricercheremo
una riservata normalità
– tra recinti rinchiusi…
Osserveremo rituali
di rimembranze rapite
– tra ruvide rilegature
di ritratti retrò
Quando si draga in profondità
e si solleva polvere
– tra strati di conchiglie fossili –
e manca un po’ l’aria
nell’abisso buio
dove restano sopiti
ricordi – senza lame di luce –
eppure
occorre scendere
e raccogliere i brandelli
– straccio dopo straccio –
e mutilati arti
per scoprire
nuovi limpidi lidi
e lì ancorare
Dimmi bosco
il colore del silenzio:
solo sussurri di foglie
e alito di vento.
Dimmi bosco
la tenacia del risveglio
quando s’alza ogni verde
dalle bare di paglia.
Dimmi bosco
la forza dei tuoi tronchi:
il rapimento estatico dei rami
che frugano nel blu.
Urlano gli azzurri
tra scritture di luce:
l’alba è intorpidita
nel tuo muto abito
– increspato dal vento.
Tengo tra le mani
una tacita solitudine.
Mi raggela
la morbosa visione.
Apri i tuoi rami ambrati
e le inseparabili ciglia
– così nere d’inchiostro.
Caccia ogni debolezza
nella nera tenebra
tra l’erba che rinasce
– così sempre rinasce –
sotto le macerie
e i pesanti passi.
Danza sui prati
come un piccolo insetto
sul fondo d’oro
– dimentica
gli sciami di spilli
e le soffocanti teche –
Fatti spuntare ali di rugiada
sotto la costellazione del gelsomino.
Vola come una ghiandaia calligrafica
e componi versi leggeri
come fronde di nubi.
Perdona la tumultuosa febbre
e l’affanno:
fatti capanna del cielo.
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