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Attimi Benessere

Rallentare il ritmo

Siamo tutto il tempo di corsa. Tremila cose da fare. Quanto è importante rallentare il ritmo? E perché?

Semplicità volontaria significa recarsi in meno anziché in più luoghi in un giorno, vedere meno per vedere di più e meglio, far meno per fare meglio, acquisire meno per avere di più. (Kabat-Zinn)

Se penso a quante inutili cose ho acquistato e a quanto ho buttato. Ora fare meno è anche un principio ecologico: prendo un solo capo di vestiario puntando sulla qualità invece di prendere cento vestiti di plastica… Evito di riempire il frigo con cibi che in parte butterò. Invece di salire in vetta per mettere la bandierina e i manifesti, faccio un percorso lento assaporando ogni visione. Ogni attimo.

Rallentare i ritmi significa anche essere ecologici. Meno e non più. È praticare una ecologia della mente ricordando che siamo tutti interconnessi e ogni nostra scelta ha cadute di ampia portata sull’ambiente.

Ci sono persone che non sanno stare fermi. Semplicemente fermi. Senso di colpa dovuto a una educazione dove produrre fare e consumare è l’imperativo.

Si pensa di far tacere l’ansia buttandosi in tremila attività fuori di noi. Forse bisognerebbe semplicemente stare fermi. Sentire tutto anche il nostro mal-essere stando semplicemente in presenza di quello che capita. Allenarci alla semplicità, al meno invece di più.

Siamo tutti accumulatori seriali. Diamoci uno stop.

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Riflessioni

Primavera

Mi chiedo: se qualcuno, per totale inconsapevolezza, si comporta molto male nei nostri confronti: come comportarci?

Non essendo una monaca buddista o una suora cattolica, non essendo una santa, agli sputi non so rispondere con il sorriso.

Poniamo il caso che una persona vi faccia del male, vi irriti, vi insulti. Che fare? Normalmente, nel caso di tre ex amiche io, semplicemente, ho chiuso la relazione. Invidia maldicenza gelosia: tre veleni da cui preferisco stare alla larga.

Purtroppo sono dotata di antenne sottilissime e sensibilissime, purtroppo vedo dietro la facciata ciò che è. L’invidia è verde e acida: corrode chi la prova e la persona su cui cade.

A parte le amiche, come rispondere a qualcuno che si è comportato male? Chiudendo le porte? Perdonando? Con gentilezza amorevole comunque e sempre? O una bastonata sulla testa ogni tanto è salutare?

Avete presente il bellissimo film: Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera? Il maestro silenzioso come un gatto sa cosa fare con il ragazzo arrivato a fare pratica.

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Storie Vita,

Buffoni a corte


Stamattina desidero condividere con voi questa storiella.

Un re traeva grande diletto dal suo buffone di corte. Dopo una serata particolarmente piacevole, il re diede al buffone una borsa di monete d’oro e disse:
– Non c’è alcun dubbio che tu sia il più matto del mondo!

Il buffone chinò il capo e disse:

– Vostra Maestà è molto gentile, ma io conosco qualcuno più matto di me.

Replicò il Re:

– Allora me lo devi far conoscere. Portalo qui!

– Non è ancora il momento, Vostra Maestà, ma a tempo debito ve lo farò conoscere.

Molti anni passarono. Il re si ammalò e i medici non riuscirono a curarlo. Si accorse anch’egli di star morendo. Era spaventato e atterrito e mandò a chiamare il buffone perché lo facesse divertire.

Il buffone arrivò e disse:

– Ah, Vostra Maestà, stavo giusto venendo a trovarvi.

– Davvero? Perché?

– Ricordate quando vi dissi che conoscevo uno più matto di me?

– Sì, disse il re e nei suoi occhi balenò una scintilla di vita nonostante le condizioni in cui versava.

– Ora posso presentarvelo, se desiderate.

– Sì, sì, presentamelo subito.

– Siete voi, Maestà. Avete sempre saputo che un giorno sareste morto, eppure non avete fatto nulla per prepararvi a questo momento. Adesso siete spaventato e atterrito e non potete far nulla, perché siete debole e malato. Non sembra anche a voi di essere più matto di me?
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Consapevolezza

Alla soglia del Ferragosto, voglio farmi e farvi una domanda: è possibile educare alla consapevolezza una persona inconsapevole?

Mi spiego meglio. Tutti noi abbiamo, volenti o nolenti, nella nostra terrena vita dei momenti bui, difficili da superare. Una psicologa mi ha detto un giorno che, anche nel momento più critico, ogni persona ha almeno tre strategie, tre opportunità di scelta.

È proprio qui il nodo. Poniamo che una persona possa scegliere di fare o non fare una certa cosa. L’importante è che sia consapevole delle conseguenze che porta ogni scelta. Sono consapevole che se scelgo di andare al bivio a destra salgo, se scelgo di andare a sinistra scendo, se scelgo di andare dritto sto in piano.

Sono metafore naturalmente. L’importante è che qualsiasi scelta io possa fare sia consapevole di cosa comporta. Aprire una porta o chiuderla, per esempio. Affrontare una discussione o tacere. Restare o fuggire.

Quando si è superata da un pezzo la giovinezza, e si è quindi adulti, sarebbe opportuno essere anche perennemente consapevoli di ogni nostro passo. A me pare, invece, che vi siano persone totalmente inconsapevoli che agiscono senza pensare, senza riflettere sulle ripercussioni negative delle proprie superficiali scelte.

Sono persone impermeabili a qualsiasi tentativo di messa a fuoco relativamente a un problema. Schivano il fango pensando di non sporcarsi, fanno finta di non vederlo anche se ne sono immersi. Se glielo mostri ti puntano il dito dicendoti che sei stata tu. Liberarsi di un fardello buttando la colpa sull’altro è facile. Allontanarsi da chi mostra una falla non è un modo efficace per rimanere a galla e non affondare.

Non vi sto a tediare con esemplificazioni e racconti. Ma proprio ieri mi è capitato di parlare con calma ad una persona di alcuni suoi comportamenti che, a mio parere, non mi sembravano corretti. Non ha detto nulla. Non ha accettato di fare una minima analisi della mia percezione che chiaramente, poteva anche essere errata.

Avrei accettato anche un “ti sbagli perché…”. Nulla. Ci sono persone che quando gli fai notare un comportamento poco corretto si chiudono come se, serrando le imposte, o nascondendo il capo nel carapace, fossero automaticamente assolte da qualsivoglia responsabilità.

A me stancano molto queste persone. Mi piace poter discutere, confrontarmi, e spesso ho chiesto io scusa per comportamenti non adatti o poco corretti miei.

Forse noi donne siamo più portate ad analizzare ogni nostro passo, a chiederci il perché e il come. A prefigurare scenari conseguenti da ogni nostra azione.

Sta di fatto che io oggi mi chiedo che senso ha perdere tempo a parlare spiegare argomentare comunicare il perché e il come ad una persona totalmente inconsapevole. Che continuerà pacificamente e inconsapevolmente a cascare sempre nello stesso buco solo perché non ha ancora capito che ogni nostro passo ora, non domani, adesso, in questo momento va pensato, calcolato, scelto sapendo dove mi porterà a seconda della direzione che sceglierò. Ora. Ora. Ora.

Poi, quando la frittata è fatta sarà troppo tardi. E non servirà neppure piangere sul latte versato. Inconsapevoli: svegliatevi. La vita è ora.