Alla soglia del Ferragosto, voglio farmi e farvi una domanda: è possibile educare alla consapevolezza una persona inconsapevole?
Mi spiego meglio. Tutti noi abbiamo, volenti o nolenti, nella nostra terrena vita dei momenti bui, difficili da superare. Una psicologa mi ha detto un giorno che, anche nel momento più critico, ogni persona ha almeno tre strategie, tre opportunità di scelta.
È proprio qui il nodo. Poniamo che una persona possa scegliere di fare o non fare una certa cosa. L’importante è che sia consapevole delle conseguenze che porta ogni scelta. Sono consapevole che se scelgo di andare al bivio a destra salgo, se scelgo di andare a sinistra scendo, se scelgo di andare dritto sto in piano.
Sono metafore naturalmente. L’importante è che qualsiasi scelta io possa fare sia consapevole di cosa comporta. Aprire una porta o chiuderla, per esempio. Affrontare una discussione o tacere. Restare o fuggire.
Quando si è superata da un pezzo la giovinezza, e si è quindi adulti, sarebbe opportuno essere anche perennemente consapevoli di ogni nostro passo. A me pare, invece, che vi siano persone totalmente inconsapevoli che agiscono senza pensare, senza riflettere sulle ripercussioni negative delle proprie superficiali scelte.
Sono persone impermeabili a qualsiasi tentativo di messa a fuoco relativamente a un problema. Schivano il fango pensando di non sporcarsi, fanno finta di non vederlo anche se ne sono immersi. Se glielo mostri ti puntano il dito dicendoti che sei stata tu. Liberarsi di un fardello buttando la colpa sull’altro è facile. Allontanarsi da chi mostra una falla non è un modo efficace per rimanere a galla e non affondare.
Non vi sto a tediare con esemplificazioni e racconti. Ma proprio ieri mi è capitato di parlare con calma ad una persona di alcuni suoi comportamenti che, a mio parere, non mi sembravano corretti. Non ha detto nulla. Non ha accettato di fare una minima analisi della mia percezione che chiaramente, poteva anche essere errata.
Avrei accettato anche un “ti sbagli perché…”. Nulla. Ci sono persone che quando gli fai notare un comportamento poco corretto si chiudono come se, serrando le imposte, o nascondendo il capo nel carapace, fossero automaticamente assolte da qualsivoglia responsabilità.
A me stancano molto queste persone. Mi piace poter discutere, confrontarmi, e spesso ho chiesto io scusa per comportamenti non adatti o poco corretti miei.
Forse noi donne siamo più portate ad analizzare ogni nostro passo, a chiederci il perché e il come. A prefigurare scenari conseguenti da ogni nostra azione.
Sta di fatto che io oggi mi chiedo che senso ha perdere tempo a parlare spiegare argomentare comunicare il perché e il come ad una persona totalmente inconsapevole. Che continuerà pacificamente e inconsapevolmente a cascare sempre nello stesso buco solo perché non ha ancora capito che ogni nostro passo ora, non domani, adesso, in questo momento va pensato, calcolato, scelto sapendo dove mi porterà a seconda della direzione che sceglierò. Ora. Ora. Ora.
Poi, quando la frittata è fatta sarà troppo tardi. E non servirà neppure piangere sul latte versato. Inconsapevoli: svegliatevi. La vita è ora.
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