Categorie
Attimi

Camminare

Camminare nella neve alta sprofondando fino a metà gamba in mezzo al silenzio assoluto… Che differenza dal chiassoso via vai delle vie cittadine per lo shopping natalizio.

Non ho idea da quanto tempo non vado a fare shopping in una via cittadina. Forse da più di un anno, forse due.

Stamattina al camion del fruttivendolo in piazza, un uomo ha chiesto al mio vicino di casa che stava scherzando con me, se ero “una milanese”. Ho dovuto spiegare che no, io ero “una residente” da due anni. Ma lui era stupito perché non mi aveva mai visto. Certo che con cappello occhiali e mascherina nera era un po’ difficile capire chi fossi.

Invece io mi sento proprio del luogo perché vivo il luogo. In ogni suo angolo dove solo tracce di lupi e di volpi. E non mi fa paura sprofondare nella neve in sentieri deserti. Senza ciaspole e sci. Solo ramponcini nello zaino caso mai trovassi il ghiaccio.

Difficilmente trovo le abitanti non milanesi a spasso come me. Hanno sempre qualcosa di più importante da fare. O magari pensano che basta la vista del paesaggio montuoso per viverlo.

Invece io penso che occorra lasciare le proprie impronte per vivere un luogo. E conoscere ogni sasso panchina rivo. In ogni stagione lasciare orme del nostro cammino mescolando il nostro respiro al respiro della natura.

Entrare con tutti i cinque sensi nel paesaggio. Anche il gusto si può esercitare per esempio assaggiando la neve. Della vista scrivo spesso perché guardare è diverso da “vedere”. Con il senso del tatto si tocca l’asperità della pietra, il freddo gelido del ghiaccio, la morbidezza della neve. Con l’olfatto si sentono i profumi della stagione. In autunno erano le foglie a emanare la loro cromatica fine, ora è la neve con il suo inconfondibile profumo. E, infine, c’è l’udito. Personalmente preferisco il silenzio allo schiamazzo.

( Immagini fotografiche di Eletta Senso)

Categorie
Partenza

La prima cosa

Immagine fotografica di Eletta

La prima cosa bella dopo il lockdown sarà salire al lago. Non lo vedo da quando c’era la neve. La normativa lo vietava, considerando che è lontano più di duecento metri da casa mia.

Si sale da un percorso che parte dalla mia abitazione. Si ascende con diversi tornanti per circa venti minuti. Dipende dal passo.

Qui in montagna più si cammina più si “fa la gamba”. Dopo questo lungo periodo di inattività non ho più la gamba e oggi sarà più faticoso dell’ultima volta.

Sono davvero contenta di poter riprendere a fare percorsi che, fino a ieri, mi erano negati. Mi sono mancati i paesaggi e il panorama.

La sensazione è davvero strana. Come scaldare i motori prima della partenza.

Come quando da piccola ci si svegliava all’alba per partire per la lunga stagione estiva al mare. E sull’automobile mio padre caricava i bagagli e la famiglia. La notte prima non passava mai.

Categorie
Senza categoria

Incontri

Facendo percorsi si incontrano viandanti. Portano larghi pantaloni e bandane alla Mauro Corona. Hanno la pelle arsa e piccole rughe intorno agli occhi per il troppo guardare. Uno zaino in spalla con tutto l’occorrente: piccole essenziali cose che fanno stridere la sovrabbondanza inutile degli accumuli domestici.

Nel cammino essenziale è il nostro interno e primitivo panorama sensoriale. Saper vedere più che guardare, ascoltare più che udire, toccare più che sfiorare, annusare e gustare più che assaggiare. Assaporare suoni silenzi poveri cibi intensi odori meravigliosi muschi. Odore di pietra legno erba menta selvatica timo. Colore blu indaco nuvole selvatiche acqua cristallina pietre scintillanti come diademi. Prati radure e piane punteggiate da gaie fioriture come nei dipinti dei divisionisti.

Quando hai il corpo immerso nel cammino, il cammino della vita ti è lieve.