
La vita è così. Non è un ruscello che scende dal monte a valle. È più un labirinto con viuzze strette. Andare a destra o a sinistra non è sempre una nostra scelta perché talvolta è il fato a decidere per noi.
Ultimamente risuona Mosca nelle cronache di guerra. E, come già ho raccontato altrove, io a Mosca avrei dovuto vivere se avessi seguito una viuzza invece che un’altra del labirinto.
Avrei dovuto seguire il mio fidanzato dopo averlo sposato. Ma non l’ho seguito e l’ho di fatto lasciato quando è arrivato a prendermi col colbacco. Mia madre anni dopo mi ha detto di averlo visto in un servizio televisivo stava con Putin e altre persone. Sapevo che avrei avuto una vita agiata se lo avessi seguito. Autista cuoco personale di servizio e, naturalmente una sontuosa dimora.
Non ho mai rimpianti rispetto a quello che lascio. Mai. Mi è venuta in mente questa altra mia storia se avessi voluto vivere un’altra vita in un’altra città così tristemente famosa in questo periodo bellico per il suo presidente dagli occhi freddi.
Sono felice di aver scelto una casetta in montagna.
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