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Luoghi

Gratitudine

Ogni giorno che nasce dovremmo essere grati. Per quello che abbiamo. Invece, spesso, siamo pronti a piagnucolare per quello che non abbiamo o abbiamo perso.

Non c’è giorno che passi senza che io mi senta profondamente grata per questo luogo dove vivo. Che mi ha scelto e che ho scelto.

Prima ero talmente immersa in tante cose da fare, in tante cose da comprare che non vedevo nulla. Non assaporavo nulla.

Nel seminario al castello, nella sala del trono, una donna del gruppo mi ha detto: – Regalati il verde.

Non sapevo nemmeno cosa fosse il verde, non conoscevo l’odore dell’erba, il profumo del fieno e del bosco.

Sono praticamente vissuta nel cemento e l’erba era quella dei giardini delle ville.

Al castello ero andata perché avevo voglia di cambiare. È stata l’esperienza più interessante e importante della mia vita.

Il gruppo era formato da quindici persone. Conducevano una psicologa e suo marito psicoterapeuta. Il tema era: “Ieri, oggi, domani”. Si lavorava dalla mattina alla sera. In plenaria e da soli. Con tutti i linguaggi: verbale, grafico, corporeo. Alcune sessioni venivano registrate e viste e commentate insieme la sera.

Da allora la mia vita ha preso una via diversa. Perché ero pronta al cambiamento.

Se non si è pronti al cambiamento nulla può cambiarci.

– Regalati il verde. È diventato reale.

Ora sono immersa nel verde. Non potrei più fare a meno del verde.

Ora mi nutro respiro assaporo il verde in tutte le sue sottotinte ogni giorno. E la mia giornata ha colore.

Sono talmente affamata di verde che mi fa fatica prendere la macchina e scendere in città. Questo comporta rinunce: nessuna spesa nei supermercati e quindi scelta limitata dei prodotti; niente più shopping o giretti per negozi; niente più vasche o struscio.

Lo struscio lo faccio sui ciottoli del ruscello che scende dal nevaio. Le vasche le faccio sul sentiero solitario immerso nella pineta. La colazione non è al tavolino del bar circondato dal traffico: è nella quiete con gli alberi e le nuvole che si riflettono nell’acqua.

E io mi sento grata.

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Colori

Verde

Immagine fotografica di Eletta

Verde. Erba. Prati. Foglie.

– Regalati il verde. Così mi aveva detto una ragazza nella sala del trono.

Ora mi pare impossibile di aver potuto fare a meno del profumo dei prati. Eppure allora l’erba non esisteva per me. Solo cemento grigio.

Ho scelto il colore verde al corso per coprire tutto il foglio. Avevo bisogno di onde calme. Ero destabilizzata. In basso, sotto la campitura verde, avevo scritto questa parola che meglio rappresentava il momento. Tutto ondeggiava e non avevo punti di appoggio.

In quei lontani momenti mai avrei immaginato di vivere un giorno circondata dal verde. Immersa. Apro la finestra sulle tonalità fresche ombrose del verde dei pini e dei larici, del mio giardino, delle nuove piccole piante del mio orto.

E in questo verde, finalmente, trovo le mie radici.

Il verde, insieme al blu e l’azzurro, fa parte dei colori freddi perché queste tinte ricordano la freschezza delle foreste, del mare e dell’acqua.

Non a caso i nomi delle tonalità del verde ricordano proprio i boschi e i vegetali: verde muschio, smeraldo, felce, verde pino, felce, erba, menta, verde foresta, palude…

Sono colori che calmano e sono, quindi, indicati per le zone della casa addette al riposo come la camera da letto o lo studio.

Il verde è il mio colore preferito, e il vostro qual è?

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Attimi

Ieri

Immagine fotografica di Eletta

Ieri siamo saliti al lago. Non abbiamo incontrato anima viva.

Quando salgo spero di vedere un selvatico. Ma, finora, nulla. Questo inverno ci sono stati i lupi e chissà se rivedrò i caprioli nel prato confinante con il bosco a pascolare.

Nell’estate precedente sono entrati anche nell’orto della mia vicina. Per fortuna il mio è recintato. Quest’anno non sono ancora arrivate le piantine da trapiantare. Tutto è più lento.

In compenso sono arrivati i fiori. Ho preso gerani e altri fiori da appendere alle fioriere perché facciano cascate cromatiche.

Sono fortunata ad avere un bel giardino. Poter uscire sul prato ben rasato di un verde tenero circondata dai nuovi fiori è davvero piacevole. Sto facendo le prose nell’orto. In mancanza di poesie, creiamo prose.

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L’erba

È incredibile la continua mutevole crescita dell’erba. È incredibile come, così velocemente, copra – con la sua chioma verde – la terra prima brulla. S’innalza in verticale con i suoi lucenti fili creando arazzi verso il cielo. Riempie lo spazio. 
Amo talmente l’erba che mi spiace persino quando torno a casa e sono arrivati i giardinieri a spazzarla, tagliarla, toglierla via dal rettangolo del giardino.

Starei ore a guardare tutte le forme vegetali di un prato in primavera e in estate. Ad annusarne il profumo. Ieri siamo passati in una grande radura dove era stata falciata: giaceva supina con gli odorosi capelli biondi.
Tra i regolari, geometrici giardini all’italiana o alla francese, ho sempre preferito la selvatica anarchia del giardino all’inglese.

Mi piace vedere l’irregolarità delle forme, delle altezze, la mescolanza dei colori dei fiori spontanei.

Mi piace la texture di luce/ombra data dai fili sottili, spessi, carnosi, lucenti; l’intensità di tutti quei verdi.
Molti anni fa a un corso il relatore di un corso di self help ci ha fatto scegliere un colore. C’erano tanti barattoli con tutte le tinte del prisma cromatico. Ho scelto il verde. Avevo bisogno del verde.
Scrive Kandinsky:

“Il giallo diventa facilmente acuto e non è mai molto profondo.

Il blu difficilmente diventa acuto e non può sollevarsi a grandi altezze
Mescolando questi due colori diametralmente opposti in un equilibrio ideale si forma il verde.

I movimenti orizzontali, quelli centrifughi e centripeti, si neutralizzano a vicenda. 

Nasce la quiete”.
È la conclusione logica, a cui è facile giungere in teoria. Ma anche l’effetto ottico e, attraverso l’occhio, l’effetto psichico ce lo confermano. 

È un fatto noto universalmente, non solo ai medici ( e in particolare agli oculisti ).
Il verde assoluto è il colore più calmo che ci sia : non si muove, non esprime gioia, tristezza, passione, non desidera nulla, non chiede nulla.

Questa assoluta assenza di movimento è una proprietà benefica per le persone e le anime stanche, ma dopo un po’ di tempo il riposo può venire a noia. I quadri dipinti in un’armonia di verde lo dimostrano. 

Basta uno squillo rosso per rompere la monotonia.