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Cucina

Profumo di timo

La mia casa stamattina profuma di timo. È in fiore in giardino.

Mi piace insaporire i piatti che preparo con i profumi dell’orto.

Le piante aromatiche danno un sapore guizzante al pesce preparato con olio e limone.

Mi piace mettere qualche foglia di salvia, un rametto di menta piperita, timo e prezzemolo.

Stamattina ho avuto la sorpresa dei fiori gialli di zucca e zucchine e, quindi ho aggiunto anche un pizzico del loro colore zafferano.

Avere un orto, anche sul balcone di casa, con le erbe aromatiche permette di aggiungere profumo non solo ai cibi preparati, ma anche alla giornata: chinarsi per raccoglierle ci regala respiri verdi.

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Attimi in quarantena

Gotico

Immagine fotografica di Eletta

Ieri il paesaggio era questo. Un po’ Transilvania. Un po’ gotico. A me piace. Mi piacciono le nuvole quando velano e svelano come un abito di seta voile sulle spalle nude di una donna. Mi piacciono le nuvole perché poi si apprezza il sole.

Come nella nostra vita. Il buio, le difficoltà, le nuvole che avvolgono il nostro quotidiano ci fanno meglio apprezzare le piccole tenere gioie.

Oggi c’è il sole e sono andata a raccogliere il tarassaco. Qui i prati e pascoli sono pieni. E sicuramente – considerata l’assenza totale di inquinamento da traffico – le erbe selvatiche sono sane.

Farò una frittata. Le erbe selvatiche in questo momento primaverile sono altamente depurative. Oltre al tarassaco ho raccolto la Silene.

È bello avere verdura a portata di mano: basta avere la pazienza di curvarsi, tagliare, pulire e cucinare.

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Attimi in quarantena

Tarassaco

Immagine fotografica di Eletta

Sì, lo so: questo non è tarassaco, ma trifoglio. Il tarassaco l’ho già tagliato in giardino, mondato e cucinato come un erbazzone con le uova e pecorino.

Per fortuna non mi hanno tolto l’olfatto: chinarsi a raccogliere le tenere foglioline mi ha fatto inspirare l’odore del prato a primavera. Non c’è odore migliore: erba fiori terra. Odore di fresco e attivo, in fermento.

Oggi la mia vicina L. ha rubato per me dei narcisi. Le case verso la rupe sono di turisti. La casa dove sono fioriti i narcisi sono di una signora con i capelli bianchi che fa l’orto come me. Chissà quando potrà ritornare su, nella sua piccola casetta di legna e pietra? Comunque sia: ho visto i fiori che punteggiavano di giallo l’ingresso e ho esclamato: – Che meraviglia! Quanti narcisi.

In quella zona non vado mai. Mi ero avvicinata alla piccola fontana di pietra perché ho visto la mia amica che faceva legna con la suocera. Qui abbiamo la fortuna di poter scambiare due chiacchiere stando nei giardini che non hanno recinzioni o barriere.

La mia amica mi ha detto: Te li vado a prendere così li pianti. Tanto glielo dico io alla signora che, approfittando della sua assenza, ne abbiamo rubato due o tre. Ogni anno si moltiplicano da soli.

E così ha fatto. Ora anche il mio giardino ha tre narcisi.

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Naturalmente

Erbe selvatiche

Alcuni anni fa, l’asparagina mi veniva donata ogni anno a primavera da un amico ragazzo. Era un gesto talmente semplice e bello. È uno dei pochi che ha conosciuto chi sono io, al di là del nickname. Il nostro incontro è stato davvero magico ai piedi del Monte Amiata. Ci sono persone con cui si crea un legame indissolubile, al di là del tempo e dello spazio.

Ieri un uomo anziano è salito nelle zone umide boschive per prendermi l’asparago selvatico che nasce qui. L’ho seguito per imparare la pianta.

Dopo una accurata pulizia è finito in pentola per una veloce bollitura. Ieri sera l’ho gustato con uova e una spolverata di pecorino. Davvero buono e amaro.

L’uomo mi ha fatto conoscere un’altra erba selvatica che cresce anche nel mio giardino: l’acetosella, una specie di spinacio. E mi porterà a prendere il crescione.

Mi piace conoscere le erbe selvatiche. Qui crescono in una natura ancora intatta. Insieme al raccolto del mio orto costituiranno la mia quotidiana dieta. Se possibile, infatti, preferisco nutrirmi di verdura che di carne.

Sto anche raccogliendo erbe e fiori per fare un erbario. Giacciono in un grosso librone per seccare. Con l’aiuto di un’applicazione ben fatta, Pl@ntNet, imparo i loro nomi che scriverò quando li posizionerò su un foglio di carta paglia con l’etichetta scritta a mano.