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Attimi

Il libro dell’inquietudine

“ Considero la vita una locanda,

dove devo fermarmi fino all’arrivo della diligenza dell’abisso.

Non so dove mi condurrà, perché non so niente.

Potrei considerare questa locanda una prigione, perché in essa sono costretto all’attesa; potrei considerarla un luogo in cui socializzare, perché qui mi ritrovo insieme ad altri…

Mi siedo alla porta e imbevo i miei occhi e orecchi dei colori e dei suoni del paesaggio, e canto sommessamente, solo per me, vaghe canzoni che compongo nell’attesa.

Per tutti noi scenderà la notte e arriverà la diligenza.

Godo della brezza che mi è data e dell’anima che mi è stata data per goderla, e non mi pongo altre domande né cerco altro.

Se ciò che lascerò scritto nel libro dei clienti, riletto un giorno da qualcuno, potrà intrattenerlo nel transito, andrà bene.

Se nessuno lo leggerà, né si intratterà, andrà ugualmente bene “.

Da: Il libro dell’inquietudine _ Fernando Pessoa

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Emergenza

Riflessioni sul contagio

Immagine grafica di Eletta

“Il contagio è un’infezione della nostra rete di relazioni”.

Questa una delle frasi del libro di Paolo Giordano che ho acquistato oggi. Una interessante riflessione sul nostro momento in presa diretta. Edito da Einaudi. Venti minuti di lettura che può aiutarci a capire meglio cosa sta succedendo. Il titolo: Il contagio.


“Il contagio ha già compromesso i nostri legami”.

Mai come ora è importante tener conto degli altri, paradossalmente perché gli altri sembrano come svaniti. Svaniti dalle strade, dalle fabbriche, dai negozi. Svaniti nel nulla. Il vuoto del distanziamento sociale deve essere riempito di un pieno affettivo.


“Acquistare un cuore saggio. Non permettere che tutta questa sofferenza trascorra invano”.

Acquistare un cuore saggio. Come se fosse facile: ma la parola magica è cambiare. O ora o mai più. Al di là delle urla beffarde e lupesche di Massimo Cacciari che scuote la testa. Ma cambiare chi? Che cosa? Dobbiamo finirla con questa retorica.

Invece no. È il momento della retorica. Se non ora, quando?

Acquistiamo, dunque, ora un cuore saggio. Un poco più saggio.


“Nel contagio siamo un organismo unico, una comunità che comprende l’interezza degli esseri umani. Nel contagio la mancanza di solidarietà è prima di tutto un difetto di immaginazione”.

Meravigliosa questa frase che tira in ballo l’immaginazione. Che sembra così assurda. Invece ci vuole molta immaginazione a inventarsi un modo nuovo di stare insieme, più composto e civile, mentre passano le bare. Più cortese e silenzioso. Più solidale. Più solido.

Proprio ieri ho preso in mano un libro di cui ignoravo l’esistenza ( nella mia libreria: perché a volte acquisto e dimentico ) che tratta proprio questo tema dell’interconnessione. È di Alan W. Watts e vi ho trovato una scritta che mi ha lasciata perplessa:

Preso sotto l’influsso dello psichiatra George – Ottobre 2010.

Mi sono chiesta: ma chi è George? E ancora non lo so.

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Libri,

Scrittori

Immagine fotografica di Eletta

Se un libro non mi piace non mi piace: non c’è niente da fare. Al limite posso dargli un’altra possibilità, riprenderlo un attimo in mano e provare a riprendere la lettura da dove l’avevo interrotta. Difficilmente proseguo per più di dieci pagine.

È il caso di Tony & Susan di Austin Wright – Adelphi. L’ho ripreso perché era in alto nella colonna. Nulla ricordavo della storia. Eppure c’erano dei segni e delle note a margine con penna nera: mie. Quindi lo avevo letto in parte. Ho rovesciato il corpo e ho trovato nell’ultima pagina bianca la mia annotazione: non mi piace.

Non starò a tediarvi con i motivi per cui a me non è piaciuto perché la lettura – e il suo piacere – è estremamente soggettivo. Riporto, invece, questa riflessione sul tema degli scrittori che trovo molto divertente e vera:

” Certi scrittori visti di persona sono più simpatici dei loro libri ( cioè ti piacciono umanamente ma non ti piace quello che scrivono ), altri sono antipatici, egoisti e scostanti, anche se i loro libri sono invitanti, intelligenti, pieni di luce”.

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Scrivere

Degli scrittori 

Dice Maupassant degli scrittori: En lui aucun sentiment simple n’existe plus. Tout ce qu’il voit, ses joies, ses plaisirs, ses souffrances, ses désespoirs, deviennent instantanément des sujets d’observation. Il analyse malgré tout, malgré lui, sans fin, les coeurs, les visages, les gestes, les intonations.

Proprio così: In lui, cioè in chi scrive: nello scrittore, non esistono sentimenti semplici. Tutto ciò che vede, le sue gioie, i suoi piaceri, le sue sofferenze, le sue disperazioni, divengono all’istante oggetti di osservazione.

Egli analizza, malgrado tutto, suo malgrado, senza fine, i cuori, i volti, i gesti, le intonazioni.

È per questo motivo che stare accanto a uno scrittore, o a una scrittrice, non è facile.

Non c’è distrazione, cecità, superficialità, vaghezza. Chi scrive osserva e vede tutto, malgrado lui. Ha la pelle sensibile, nuda: ogni sensazione arriva. Ogni gesto, ogni intonazione della voce, viene catturato registrato analizzato. Ogni riverbero interno viene amplificato, produce echi. Non è tenero con se stesso, con ciò che sente, e con gli altri.

Non esistono sentimenti semplici, lo scrittore vede annota la complessità, entra nelle profondità dei suoi meandri. Ogni aspetto viene considerato da tutti i lati, non sfuggono i dettagli, lo scrittore dipinge con attenzione maniacale, non ama le superfici piatte senza increspature.

Proprio per queste caratteristiche stare accanto a una persona che scrive non è semplice. Per chi è superficiale, per chi preferisce le banalità e gli stereotipi, per i furbi e chi tende a vivacchiare non è facile stare accanto a chi annota ogni particolare dettaglio sfumatura.