Categorie
Ethos

Piccoli gesti

Bosco – Immagine fotografica di Eletta

Fosse per me farei fare dei corsi obbligatori di buona educazione per adulti. Così tanto per ripassare quattro regole fondamentali.

Che a tavola si usa correttamente il tovagliolo ( ho visto persone pulivirsi il naso ). Che il fazzoletto da naso va cambiato frequentemente e non riposto in tasca e ritirato fuori trecento volte.

Che quando una persona ti fa un favore si ringrazia, magari anche con un gesto di gentilezza anche se è solo il tuo compagno o la tua compagna e non solo l’amico medico che ti visita senza parcella. Ci sono persone che sono estremamente grati verso gli estranei e si comportano malissimo con i vicini. Il prossimo è prossimo: cioè vicino.

Farei dei corsi di buona educazione per insegnare a lasciare il posto agli anziani, invece di dargli fuoco.

Farei fare dei corsi di buona educazione per le coppie moderne: i messaggini servono in casi di comunicazione veloce: la con-vers-azione è altro. A tavola si fa conversazione con chi sta al desco e non si guarda lo schermo né si fissa costantemente la ragazza/donna che sta al tavolo di fronte. Fa molto cafone.

Farei fare dei corsi obbligatori per imparare ad ascoltare la versione di un’altra persona senza interrompere, per poi dire la propria: imparare a COMUNICARE è la base di ogni vero rapporto.

Farei dei corsi di comportamento corretto. Se una persona ti fa un regalo “importante” e ti è di aiuto il giorno prima, non dimentichi il giorno dopo di avvisarla che non torni. Il rispetto verso l’altro è ricordarsi che l’altro c’è non solo quando “ci serve”. Ci sono persone che pretendono costante attenzione verso se stessi: dovrebbero imparare a ricambiare la medesima attenzione. A meno che si tratti di vampiri.

Farei dei corsi obbligatori per i bambini e le bambine capricciose cresciuti/e: per imparare che non serve giocare alla guerra tutti i giorni. Non vince il più forte: perdono tutti. E alla fine è un gioco che stanca. Qualcuno può uscire per sempre dal campo e divertirsi di più a giocare alla pace.

Farei fare dei corsi obbligatori a certi uomini. Qui si prende l’acqua minerale a una fonte. L’altro giorno avevo sei bottiglie da riempire, un uomo aveva sei bottiglioni e una cassetta con dentro dodici bottiglie che era intento a riempire. Non mi ha nemmeno guardata o salutata, non ha detto: – Io ho da fare il pieno a molti contenitori… se vuole…

Me ne sono andata. Ho visto uomini più galanti aprire ancora la portiera dell’automobile alla “signora”: desueto gesto, ma molto garbato. Ho visto uomini prendere mazzi di fiori o ordinarli dal fioraio per la signora. Un piccolo gesto di gentilezza sempre apprezzato.

Ho visto uomini che, in caso di baruffa, sanno inventarsi un gesto nuovo per la propria donna ( una mia amica oggi, per esempio, passerà una bella giornata in un famoso borgo perché il suo compagno l’ha invitata per farle una sorpresa: ha capito che lei sta passando un periodo lavorativo difficile e vuole regalarle un giorno di relax).

Forse dei corsi obbligatori non servono molto: si nasce “signori” o “cafoni”.

Categorie
Incontri

Cortesia

( Immagine fotografica di Eletta Senso )

L’orto è anche un luogo di socializzazione. Essendo all’esterno della casa, e confinando con le abitazioni vicine, diventa uno spazio d’incontro.

Oggi ho piantato la verdura e le aromatiche sotto gli occhi di tre vicini. Una signora che ha già un magnifico orto é venuta a vedere se tutto procedeva bene. Stasera che ho nuovamente innaffiato ( adoro i giochi di luce dell’acqua vaporizzata tra i raggi del sole calante ) sono tornati i due signori arrivati stamattina per fare due chiacchiere.

E poco fa mi é stato donato un pezzo di pane cotto nell’antico forno comune.

Sono questi piccoli gesti di cortesia a inaugurare i primi giorni di giugno.

A volte gli sconosciuti e i vicini di questa piccola comunità montana sanno dare più calore di chi dovrebbe esserti vicino. Amara verità.

Una piccola comunità è anche questo. Pensare che prima abitavo in una specie di residence con numerose unità abitative e conoscevo tre persone su trenta.

Categorie
Ethos

Cortesia


Cortesia appartiene a un vocabolario antico. Va a braccetto con rispetto.

Chi è cortese è empatico. Per essere empatici occorre saper calzare le scarpe di un altro o saper entrare nella sua pelle.

Chi non è cortese gira e rigira nell’angusto spazio asfittico del proprio Ego. Sembra un galleggiante pesce prigioniero nel ghiaccio. Uno spazio senza finestre.

Lo scortese è una bestia frustrata rancorosa e cieca. Non vede i colori irrecuperabili del cielo.

Chi rispetta l’altro vede la sua unicità e differenza. E la apprezza. Sa tendere una mano in caso di aiuto. Conosce la cura. Sa coltivare l’ascolto. Conosce le regole dell’armonia e sa che tutto torna.