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Attimi

Dolce far nulla

Complice il maltempo
oggi ho voglia del dolce far nulla. Nessun assillo di lancette e ticchettii.
Tutto è immobile e quieto.
Non ho affanni di corse e discese.
Riordino di matasse coi fili indisciplinati. Nulla.
Nessun dovere impegno pensiero.
Vuota dei diktat e degli imperativi di imperatori impenitenti.
Sto come un fiore
dolcemente cullato dal vento
che precede lo scroscio.
Mobile eppure duttile. Elasticamente disponibile
alle onde delle maree
che si ripetono.
Senza picchi di esultanza
o vertigini di assenza.
Calma tranquilla e un poco estatica.
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Scrivere

C’è chi affoga 

C’è chi affoga nel fare fare fare. Come una formichina intenta a trasportare grossi chicchi e andare andare andare sotto un peso così greve. Il suo solenne compito, il suo istinto, il fine. Tutto il tempo a girare accumulare cercare immagazzinare. 

Io amo star ferma. 

C’era un uomo immobile a guardar lo scorrere dell’acqua. – Che sta facendo? Mi ha chiesto il mio compagno di cammino. Sta meditando – ho risposto. 

Esula dal suo mondo il meditare: il mio compagno di cammino ha sempre qualcosa da fare. Non sa semplicemente sostare. Gli ho detto che dovrebbe imparare a star fermo un’ora senza far nulla. – A che scopo? – mi ha chiesto. 

Saper star fermi nel nulla insegna ad acquietare quella parte ansiosa e instabile che non trova pace se non fuori. Star fermi vuol dire star bene dentro. Senza macchine esterne, senza oggetti  e aggeggi. Senza collegamenti, fili, apparecchi. Spenti gli schermi, i filtri, gli obiettivi fotografici. Fuori dal mondo per un’ora. Dentro il nostro mondo. 

Fare silenzio. Non avere collegamenti voci consensi applausi discussioni rumori. Saper stare un’ora nell’ozio. Senza leggere scrivere camminare incontrare comprare valutare giocare studiare. Questa bolla di nulla – apparentemente priva di scopo – ci permette di creare. Le migliori idee saltano fuori da questi attimi di sospensione. I creativi lo sanno.