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Che cos’è l’orgoglio

Che cos’è l’orgoglio?

È uno stato eccessivo della propria personalità che porta a isolare la persona, alterandone i rapporti sociali e affettivi.

L’orgoglio mura la persona in una prigione.

È praticamente molto difficile per una persona orgogliosa abbattere queste mura o rompere queste sbarre.

Probabilmente perché l’essere rinchiuso è davvero troppo fragile e senza questa protezione cadrebbe in mille pezzi.

La chiusura e la prigionia porta una sorta di clausura spesso difficilmente accettata da chi sta vicino: non c’è scambio, non c’è altro che resistenza, un muro invalicabile davanti a cui non è piacevole stare.

L’orgoglio è il contrario dell’umiltà.

L’orgoglioso non si abbassa, deve dimostrare al mondo che non ha bisogno di nessuno.

Così rimane solo perché, anche quando viene aiutato, non riconosce e non è grato.

La sua frase tipica è:

Io non ti ho chiesto niente.

Uguale a:

– Io non ho bisogno di nessuno.

Così, chi gentilmente ha dato una mano, si sente svilito e si guarda bene dal ridare una mano a questo essere così ingrato e stupido.

L’orgoglioso è fiero, smisurato, vano, fatuo, superbo.

Crede di essere sempre nel giusto, anche se riconosce un proprio errore non si abbassa a chiedere scusa.

L’orgoglio porta inevitabilmente all’arroganza.

Potremmo paragonare l’orgoglioso a un cactus. Impossibile raccogliere i frutti senza pungersi. Infatti si usa un lungo bastone con una pinza finale. I frutti così si colgono. Ma senza con-tatto.

La persona cactus è intoccabile. Trattiene l’acqua: nutrimento per sé.

Facile ricordare anche la favola della rana che – per essere grande e grossa come un bue – alla fine scoppiò.

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Orgoglio

Gratitudine e orgoglio

Se qualcuno vi dice che NON VI HA CHIESTO NULLA, invece di provare gratitudine per ciò che avete fatto per lui, non fate più nulla se non dopo esplicita doverosa richiesta e ringraziamenti.

Ho imparato a chiedere da una decina di anni. Prima non chiedevo.

Per chiedere aiuto occorre abbassare l’orgoglio.

L’orgoglio è una brutta bestia oltre ad essere uno dei sette vizi capitali perché va a braccetto con la superbia.

Di orgoglio si può morire.

Siamo tutti interdipendenti. Abbiamo bisogno l’uno dall’altro. Solo chi si crede dio non si abbassa a chiedere. Chi non si abbassa a chiedere lo fa per non essere in debito: se ricevo un favore, sono tenuto eticamente a ricambiare. Dipendo dalla persona che mi ha aiutato. Le persone schiave dell’orgoglio odiano dipendere da altri e detestano ricambiare.

L’orgoglio isola l’individuo a livello sociale. La persona orgogliosa si ritrova sola e infelice.

Cosa c’è di più bello che riconoscere che possiamo essere aiutati da chi ci è vicino? Chiedere un favore, chiedere aiuto allarga il nostro campo e ci permette di sentirci accolti e amati.

L’orgoglio è uno stato freddo.

Chiedere e ricevere determina uno stato di calore affettivo.

Ieri, persone a me care, mia madre e mia figlia – che avevo ospiti – mi hanno chiesto prima di salire in montagna: -Ti serve qualcosa?

Mia madre mi ha portato le cialde di caffè che qui sono introvabili. Un gesto semplice e caldo che ho molto apprezzato.

Se siamo in difficoltà, imparare a chiedere non può che produrre effetti positivi. Se non chiedo nessuno saprà che ho bisogno. Se chiedo, al massimo otterrò un “no, mi dispiace”.

Ma almeno una possibilità di ottenere un “Sì, ci sono per te” la avremo.

– Dimmi cosa posso fare per te.

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Attimi

Orgoglio e precipizio

16052013-diario

“Orgoglio e precipizio” è il titolo della rassegna stampa che preferisco in questo giorno post voto. Mi piace linguisticamente, per risonanze e significati.

L’orgoglio è un difetto che toglie, crea danno, non è funzionale. Io stessa a volte ne soffro. Tutti noi prima o poi ne soffriamo. Arroccarsi non serve, bisognerebbe sapersi inchinare fino a terra giacché la flessibilità appartiene al giunco che serve per fare impalcature indistruttibili. Invece la rigidità del materiale – apparentemente forte – si spezza al primo colpo tellurico.

Saper chiedere scusa quando si sbaglia appartiene alla persona forte. Il debole fugge si nasconde fa piccole ripicche ridicole trama alle spalle. Non vede e non accetta il proprio errore.

Orgoglio e pregiudizio chiudono le porte alle possibilità e portano al precipizio.

( Immagine grafica dell’autrice )