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Immagini

Riordinare foto

Come già osservato da me, e da molti altri qui nel blog, sfogliare toccare guardare le fotografie su carta indubbiamente ha un altro e più denso senso e significato che guardare le migliaia di foto ordinate nei nostri archivi digitali.

Io direi che la fotografia su carta emana.

Terminato ormai da settimane il trasloco vero e proprio, ora è il momento del riordino e organizzazione delle minuterie.

Così oggi è toccato alla scatola delle fotografie. C’è dentro quel che sono stata nei vari periodi della mia vita.

Man mano che prendevo in mano e guardavo, pensavo:

Com’ero magra in quel periodo, quasi anoressica

Com’ero giovane e bella

Quante foto mi ha scattato chi mi amava (direi che la quantità di foto scattate è in relazione proporzionale all’amore o all’innamoramento: più lui ti ama, più ti vede bella, più desidera immortalarti e viceversa)

Come ero sempre sorridente

Come ero felice nel periodo della maternità e nella crescita di mia figlia

Come molte persone vicino a me allora, sono andate perdute lasciate o morte

Come sapevo osare di più: look anticonformista e, talvolta osé

Quanti posti ho visto e abitato e quante esperienze ho fatto che non ricordavo nemmeno

Quante storie ho vissuto unica protagonista su diversi palcoscenici e diversi scenari

Come sono stata sempre diversa: mai uguale a me stessa

Rivedere e sistemare le immagini fotografiche su carta può servire a rinfrescare la memoria, relativamente al percorso che abbiamo alle spalle, e che ci ha fatto giungere a quello che siamo oggi.

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Carta

Guardatevi nella carta

Oggi guardavo la superficie liscia, bianca e vellutata del tronco di una betulla. Mi ha ricordato un foglio di carta. Solo per il grande rispetto che nutro per le piante non vi ho scritto sopra.

” Non è nello specchio che bisogna considerarsi. Uomini, guardatevi nella carta”.

Henri Michaux

La carta sì, invece, fa paura. A guardarla, se non si sapesse, la si direbbe il simbolo stesso dell’innocenza, così bianca, fragile e leggera. Eppure che diabolica potenza”.

Dino Buzzati

Persino le parole sono nate col sapore di carta”.

Charles Olson

I bei modi di essere con sé / davanti al foglio bianco / minacciati d’impotenza /fra due tempi e fra due spazi.

Paul Eluard

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Carta Libri

Carta sonante

Immagine fotografica di Eletta

Non c’è nulla da fare: il piacere della lettura, per me, è legato profondamente al piacere della carta. Ho iniziato ieri il libro: “Teoria delle ombre” di Paolo Maurensig edito da Adelphi. È uno dei sette libri acquistati ultimamente.

Cominciare ad aprire la prima pagina, cominciare a scorrere gli occhi sui caratteri neri, così chiari, sulla carta un poco ruvida e un po’ giallina – come se fosse antica – e anche un poco scricchiolante e sonante, è un piacere che accompagna nel percorso e nel cammino della lettura.

Naturalmente c’è una ottima scrittura, uno stile che cattura e fa venire voglia di continuare e sapere, di seguire il racconto ed entrare nella storia facendosi prendere da un altro tempo e spazio. Dello scrittore avevo già letto: “La variante di Lüneburg” e anche allora mi era piaciuto.

Ma è quel “di più” dovuto alla materia della carta di Adelphi che, per me, fa la differenza dall’altro libro di Einaudi di Marias che ho lasciato a metà percorso: noioso e anche troppo ripetitivo. Chissà se avesse avuto una materia sonante e un po’ ruvida: forse avrei proseguito per il piacere di girare, di toccare le corporee pagine, un po’ goffrate.

Non sono pagata per fare la pubblicità alla casa editrice Adelphi. Ma ho molti libri di questa editrice. Perché mi piace la copertina: la carta con i colori a tinte basse, carta Acquarello Fabriano, il riquadro con immagini sempre interessanti, la gabbia in cui è iscritto il titolo. Il carattere tipografico. Il simbolo.

Difficilmente un libro di questa casa editrice non mi è piaciuto. Sempre mi è piaciuta la materia utilizzata per stampare: la carta. È utilizzata dal 1963, se le mie ricerche al riguardo sono corrette.

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Attimi

Straccetti


Sì, sto traslocando. Attività nei primi posti tra quelle più stressanti. Infatti.

Comunque un lato positivo del trasloco c’è: consiste nel buttare. 

Buttare cestinare rompere spaccare stracciare sminuzzare eliminare. 

Inutili soprammobili tende cuscini lettere fotografie taccuini libri piatti vestiti scarpe…

Tutto dei miei centoquaranta metri di appartamento passa sotto i miei occhi laser. Quando sono stanca, molto stanca – perché occorre anche spostare inscatolare trascinare – mi siedo per dedicarmi ai fogli. In questo periodo ho trovato tracce dei primissimi amori e dei postumi. Calligrafie diverse penne nere e blu inchiostro di stilografica e di bic. Quando prendo in mano il reperto non capisco subito: allora leggo e capisco. Ricordo il momento la persona il perché della traccia epistolare. Chi ero e lui chi era. Come eravamo. Cosa facevamo. In quale fase ero.

Poi straccio. La lettera è ridotta uno straccetto che si accumula su altri straccetti fino a fare un mucchio. Avrei potuto tenerli tutti questi straccetti e sedermicisi sopra: per una performance alla Marina Abramovic.

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Amore

Amore per la carta

Il mio amore viscerale sensuale istintivo per la carta comprende anche le pagine di un magazine. Ho profonda nostalgia per le pagine patinate di un tempo. Sto riferendomi a riviste prestigiose come Vogue. Cinque euro, preso ieri, per una carta che purtroppo ha perso tutto il fascino di un tempo: spessore lucentezza forza. Anni fa La Repubblica aveva partorito una rivista che poteva concorrere con Vogue: si chiamava Velvet. Formato grande, servizi fantastici, impaginazione lettering immagini davvero interessanti. Ora non c’è più. 

É rimasto Vogue ma francamente non so se lo comprerò ancora. Non mi piace la carta. So che qualcuno penserà che sono pazza ma la carta é la pelle di un libro o di un giornale o di una rivista. A me piace toccarla questa pelle stampata per ricevere buone sensazioni, esattamente come per un corpo. 

L’immagine del post precedente ( e di questa ) è stata creata sulla pagina di un magazine: buttando pezzi, attaccando pezzi, strappando, intervenendo con diversi gesti e materiali. Se il supporto non è buono, adatto, come si può creare?