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Luoghi

Vecchie foto

Stamattina mi sono dedicata a versare migliaia di fotografie sul pc. È come vedere passare pezzi di vita e stagioni e momenti in un attimo. È vero, come ho scritto diverse volte che la fotografia di un tempo stampata su carta é tutta un’altra cosa, ma siamo in questo millennio e occorre adattarsi.

Mi ha colpito quanta neve c’era solo quattro – cinque anni fa

Basta guardare questo taglio nella strada per capire… Abito qui da sette anni e d’inverno c’era la neve. Punto. Inverno significava avere metri di neve qui in montagna.

La signora che incontro in Panoramica mi ha detto che quando era piccola c’erano annate che arrivava alle finestre del secondo piano. Lei ne ha vista e spalata così tanta che ora è contenta della mancanza di neve.

Invece a me spiace.

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Attimi

Segni del destino

Da Pinterest

Se sapessimo leggere i segni del destino…

Da piccola ho giocato per ore con uno chalet in legno. I pezzi erano diversi per colore e forma e a incastro per costruire i muri e il tetto. Mai avrei immaginato di viverci in una casa così : in una casa di legno in montagna.

La montagna con i suoi odori di legna e camini è tornata una decina di anni fa. Il mio compagno – di allora – aveva una bella casa in montagna, in una valle vicina alla Svizzera. Ho passato diversi anni le vacanze in quel luogo e mi piaceva stare nel borgo di pietra, con le case dai muri pastello e dagli alti camini.

E in montagna vivo ora.

Forse questo ambiente era già la destinazione prevista fin da quando giocavo con poveri listelli in legno per fare uno chalet.

E voi? Avete avuto dei segni del destino?

Buona giornata

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Attimi

Squillano le cromie

Prima passeggiata tra una coltre di nubi ieri e un timido raggio di sole.

Da quando sono tornata c’è sempre stata pioggerellina pioggia piovaschi…

Camminare nel bosco mi ha fatto riassaporare il silenzio e l’odore di muschio e legna. Uno scoiattolo mi ha attraversato il sentiero. Poi il nulla. Ho camminato adagio guardando ogni cosa. Ho raccolto le prime foglie a terra. Così belle con i vestiti preparati dal sarto autunnale.

C’è come una linea dentro di me che qui in montagna ha un andamento quieto, calmo. Mentre al mare oscillava continuamente creando una sorta di tensione continua.

Preferisco stare qui.

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Riflessioni

Non è tutto oro

Non è tutto oro quello che luccica.

Ho sempre scritto quanto sono felice della scelta di vita che ho fatto: vivere in montagna. Ho sempre evidenziato gli aspetti positivi e non mi sono soffermata sugli aspetti negativi che, naturalmente, esistono.

Aspetti positivi:

Aria pulita e tersa, normalmente cielo blu

Panorama spettacolare quando apri la finestra

Natura verde foreste alberi fiori animali selvatici

Neve e ghiaccio

Silenzio ( a parte Natale e Ferragosto)

Velocità in Posta e Uffici Comunali: niente code

Piccola comunità dove ci si aiuta e ci si controlla ( la porta di casa può restare chiusa senza il giro di chiave, qui non esistono porte blindate) non esistono cancelli barriere di ferro: i confini sono segnati da semplici pali di legno che può scavalcare anche un bambino

Poche automobili e poco traffico ( a parte Natale e Ferragosto)

Prodotti a chilometro zero. Un ragazzo mi porta le uova, i formaggi e il latte è di allevatori, la verdura viene dal mio orto o da altri orti

Possibilità di camminare ogni giorno scoprendo percorsi nuovi in mezzo alla natura

Aspetti negativi :

Difficoltà a integrarsi in una piccola comunità chiusa

Pochissimi negozi essenziali: il primo supermercato è a mezz’ora di distanza, così l’ottico, il dentista, l’estetista…

Dal 9 agosto siamo senza medico: il sostituto è a 40 minuti di macchina. Meglio non ammalarsi…

Nessun shopping. A meno di scendere nella città più vicina : 40 minuti in macchina. Per fortuna io non intendo più fare shopping.

A ottobre non c’è un bar aperto per fare colazione. Il nostro farmacista mi ha detto che a ottobre ci siamo solo noi e i lupi…

La linea telefonica salta ad ogni temporale. Così la rete.

La strada per scendere è sempre interrotta per lavori con semafori mobili. È a tornanti. Alcune volte è chiusa per una giornata: se non ti informi rischi di stare bloccato su o giù.

Anche d’inverno per le valanghe rischio di essere bloccati e divisi dalla valle.

Lontananza dai familiari e amici.

L’elenco sia degli aspetti positivi sia di quelli negativi si potrebbe ampliare maggiormente. Ma rimane il fatto che per me valgono solo gli aspetti positivi e ogni giorno che passa sono sempre più felice di essere qui. In montagna.

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Attimi

Tornare nel blu

Fare un tuffo nel cemento asfalto traffico metropolitano permette di godere meglio e a pieno il ritorno nel blu. Nel silenzio. Nel verde.

È proprio vero che non si apprezza se non ciò che manca. Lo dicevo sempre a mio marito : – Ma come fai tutti i giorni a fare chilometri in coda per recarti al lavoro? Lo chiedo ora a mia figlia. A me é bastato un giorno per andare in tilt.

Mai come ieri, dopo aver provato cosa significa viaggiare in tangenziale, ho sentito come profondamente sana la mia scelta di vivere nella pace e nel silenzio della montagna.

Come ho già scritto qui: mi diverto a guidare sui tornanti. Perché ad ogni curva si apre uno spettacolo nuovo. Un panorama. Niente cartelli cambi di corsia traffico code tir che ti passano a fianco… qui il massimo che ti può accadere è di trovare tre semaforini transitori per i soliti lavori… Ma le macchine che incontri sono così poche che normalmente ci si saluta perché ci conosciamo tutti.

Bene. Fatta l’esperienza ora mi godo l’aria tersa gli uccellini che cantano l’esplosione del verde primaverile. Il silenzio. Oggi ritiro le piantine dell’orto che ho ordinato. Poi ci sarà l’odore della terra.

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Luoghi

Porte aperte

Uno dei lati positivi del vivere in montagna sono le porte lasciate aperte, non nel senso che vengono lasciate spalancate, ma nel senso che non vengono serrate a chiave.

Niente porte blindate, doppie serrature e anti furto. Qui le porte quando si esce non si chiudono a chiave.

Non c’è bisogno del comitato di controllo del vicinato. C’è. Semplicemente. Sempre: il controllo costante del vicinato.

Così capita di trovare nel prato sotto una casa, come è successo a me stamattina in un percorso boschivo, una slitta lasciata sola al sole.

Senza lucchetti gabbie sbarre… Senza recinti cancelli confini. Una bella slitta in mezzo alla natura sotto il cinguettio degli uccellini.

Nessuno la prende. Nessuno ha paura a lasciarla.

Qui le case hanno recinti fatti di semplici assi di legno che con un salto si scavalcano. Non servono a proteggere la casa, segnano solo il confine della proprietà.

Un bel modo di vivere senza l’ansia dei furti.

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Natura

Meditazione della montagna

Le montagne sono l’emblematica quintessenza di presenza e imperturbabilità costanti.

Le montagne comunicano un senso di sacralità e personificano timore e armonia, asprezza e maestosità.

Nella storia e preistoria dell’umanità hanno svolto un ruolo chiave. Fra i popoli tradizionali erano e sono ancora madre, padre, guardiano, protettore, alleato.

Mentre il sole compie il suo percorso nel cielo, il monte semplicemente sta fermo, ma luce ombra e colori mutano virtualmente ogni momento nella sua adamantina immobilità. Questo ricorda i capolavori di Claude Monet, che ebbe l’idea geniale di disporre una serie di cavalletti e dipingere certi soggetti come si presentavano ogni ora, passando da una tela all’altra mentre il gioco di luci, ombre e colori trasformavano una cattedrale, un fiume o una montagna attirando così l’occhio dell’ osservatore.

https://www.teatroarcimboldiarte.it/monet/

Mentre la luce cambia, la notte segue il giorno e la montagna resta immota, limitandosi a essere se stessa.

Fare la meditazione della montagna, attraverso una serie di visualizzazioni, a trasformarci in una montagna che respira, incrollabili nella nostra immobilità, nella pienezza dell’essere – al di là di parole e pensieri – una presenza centrata, radicata, impassibile.

Da: Dovunque tu vada ci sei già – Jon Kabat – Zinn

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Luoghi

Quando

Immagine grafica di Eletta

Quando scendo a valle e, sulla strada del ritorno, lo vedo è come se il mio amante mi chiamasse. – Vieni, mia diletta.

Il Monte l’ho avuto sotto gli occhi, ma lontano sull’orizzonte, sempre. In corridoio ho un acquerello appoggiato a un mobile e lui è lì, dipinto. Ero sposina e abitavo sul lago. Mai più pensavo che un domani quello che era così lontano sarebbe stato il mio vicino. Così vicino che si può toccarlo e salire sul suo grandioso corpo.

Poi mi sono spostata con la mia famiglia e l’ho avuto presente dalla grande terrazza della sala e della cucina. Là in fondo a stagliarsi sui tramonti d’Africa. Era lì d’estate: quando la terrazza diventava “la piscina” per la mia piccola bimba e le sue amiche. Scivolavano nell’acqua con garruli gridolini. Era lì la domenica quando facevo il barbecue e salivano i profumi delle carni. Anche allora mai avrei pensato che un giorno avrei abitato sotto il piede del Monte.

Così ogni volta che ora scendo per i tornanti per fare un po’ di spesa e poi torno m’illumina la sua luce nivea. Ora è il momento in cui più splende.

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Luoghi

Sta il monte

Immagine fotografica di Eletta

Sta il monte con le forme

impudicamente esposte

tra le lettere turchine:

bianco tentativo

di penetrare

nella celeste dimensione.

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Luoghi

La montagna

Questo è il paesaggio che fa da sfondo alle mie giornate. Sempre: dalla mattina alla sera. Meraviglioso.

Dicevo ieri a una persona che, per la prima volta nella vita, sto mettendo radici. Radici ai piedi del monte. Tra larici pini eriche e pascoli. Tra volpi camosci caprioli e il gufo reale.

” Rispetto alla meditazione, le montagne hanno molto da insegnare, quali archetipi in tutte le culture.

Le montagne sono luoghi sacri e l’umanità vi ha sempre cercato guida spirituale e rinnovamento.

La montagna è il simbolo dell’asse originario della terra ( Monte Meru)

la sede degli dei ( Monte Olimpo )

il luogo in cui il capo spirituale incontra Dio e ne riceve i comandamenti ( Monte Sinai ).

Le montagne comunicano un senso di sacralità e personificano timore e armonia, asprezza e maestosità.

Da: Dovunque tu vada ci sei già – Jon Kabat-Zinn

Quando vivevo in città non provavo questa pace. Non ho mai sopportato il traffico e il rumore, la frenesia. Il cielo raramente così blu. L’odore di smog.

Ho passato diverse estati al mare, altro elemento naturale magnifico, ma là non ho trovato la pace che mi regala la montagna.

Una mia amica quando l’estate scorsa é venuta a trovarmi, scendendo dal lago verso il paesino dove abito, ha esclamato: – Le favelas.

Il giudizio sul luogo e sulla sua bellezza è, quindi, estremamente soggettivo. Io adoro le tipiche case di questo piccolo paese, mi piace il loro profumato e scuro legno e la grigia pietra, la loro tipica architettura. Mi piacciono la sera le luci basse e gialle del borgo. Mi piace l’odore di camino. Mi piace il silenzio e camminare in mezzo alla strada e lasciare la porta d’ingresso senza chiudere a chiave.

Certo: qui non ci sono negozi per fare shopping né supermercati o centri commerciali. Per questo mi piace stare qui.

Certo non ci sono discoteche o cinema, musei o teatri: il teatro è davanti agli occhi, il film accade tra noi pochi abitanti: facciamo trama intreccio e racconto. Quando si sta veramente bene in un luogo non si cammina: si danza.

La mia amica passa le giornate da un aperitivo all’altro, da un ristorante all’altro. Abita in un palazzo che si affaccia su una strada trafficata. Stende lenzuola nell’aria grigia. Sicuramente non vive nelle favelas.