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Violenza psicologica


Prima della violenza fisica c’è sempre una violenza psicologica. Molti lo dimenticano. Prima di essere uccisa la moglie compagna ha dovuto subire per anni una sottile violenza psicologica da parte del marito compagno.

La realtà sottesa è una nebbia di “devi-non devi” : devi fare quello che dico io, devi sottostare ai miei bisogni desideri ordini, devi essere sottomessa e docile, io comando tu esegui, devi sorridere essere felice di ogni mia scelta e stare al tuo posto, non devi parlare con nessuno: quello che capita fra di noi è nostro e non va messo in piazza.


Il pulviscolo che alberga nella mente degli uomini che uccidono e maltrattano le donne è la paura di perderla.

In realtà si tratta di uomini estremamente fragili. Hanno una dannata paura di perdere il controllo sulla compagna e così perdono il controllo dei gesti, con i cosiddetti raptus. Non sono uomini dotati di un equilibrio interno. La prepotenza è segno di fragilità estrema.


La prima volta che ho detto al mio compagno di un tempo che lo avrei lasciato si è messo a piangere come un bambino dicendo : – E adesso cosa faccio?
Poi sono arrivate le botte perché era l’unico modo di “fare” che aveva trovato per sconfiggere la paura di perdermi.


Dell’altra parte psicologica – vissuta dalla vittima donna – ci sarebbe da scrivere per anni. E qualcosa è stato scritto e detto. La donna non può credere che l’uomo che dice di amarla le faccia violenza. Rimane attonita. Incredula. E pensa sempre di “redimerlo” : cosa che non avviene mai.

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Donne

Scarpette rosse

Lui mi segue sempre sento i suoi passi sotto casa si nasconde in cantina per vedere se esco quando torno lui mi chiude a chiave nella stanza e mi getta contro le pareti sei mia ripete e non puoi fuggire lui mi rompe le ossa ma nessuno si chiede perché d’improvviso sono sempre fasciata ingessata e al pronto soccorso nessuno mi tutela anche se vado dalla polizia mi guardano come se fossi una pazza che vede i fantasmi e sente le voci invece io sento la sua presenza sempre in ogni momento ho paura ho paura quando esco e quando sono in casa ho paura al lavoro e quando vado in un bar con gli amici sento sempre i suoi occhi e sento la lama del coltello che mi ucciderà gliel’ho detto al poliziotto che prima o poi mi uccide ma lui mi ha guardata come si guarda attraverso un vetro non ha capito che io prima o poi morirò perché mi soffocherà o mi sparerà o mi butterà a bruciare in un campo in un’auto o mi metterà in un sacco gettato nel fiume

103 donne uccise nel 2021

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Donne

Manuale della perfetta donna

Da Pinterest

Ieri sera Lilli Gruber a Otto e mezzo ha mostrato, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, un frammento di una trasmissione andata in onda su Rai Due alle 15 del pomeriggio.

Pensavo fosse la “solita” drammatica testimonianza di una donna maltrattata con le ferite sul viso o sul corpo, la faccia tumefatta e gli occhi neri… Invece no.

Sulla televisione nazionale alle tre del pomeriggio si “educavano” le donne su come comportarsi in modo “acchiappo” nel 2020.

La tipa mostrava come tirare un carrello con le gambe lunghe nude e scarpe tacco dodici, maglietta sufficientemente scollata al punto giusto e corta per sottolineare il punto vita. Partendo dalla constatazione che ciascuno si veste come vuole anche scambiando un supermercato per una serata in discoteca, la cosa a aberrante era la spiegazione delle mosse da fare per diventare “attraente” e quindi giungere all’acchiappo. Come chinarsi per raccogliere una scatola mostrando bene la coscia, come spingere in fuori il fondo schiena per alzarsi a prendere un prodotto in alto…

Purtroppo non trovo il pezzo. Comunque nei giorni in cui si celebra la violenza sulle donne la Rai mette un intrattenimento di tal fatta? Il succo è : anche al supermercato cercate, bamboline, di essere al meglio in modo da attirare i polli. O i merli. Comunque di piacere.

Mi ha ricordato quei vecchi manuali di mia madre o mia nonna su come essere una brava mogliettina o madre o padrona di casa. Ora basta esibire al meglio i propri gioielli anatomici…

Sono rimasta senza parole. Donne che si prestano in questa dimostrazione di assoluta ocaggine? Altro che rivoluzione culturale.

Ora mi vesto con la mia maglia nera e fuseau e scarponcini mi infilo un cappello ed esco. Se qualcuno mi guarda non sarà per il tacco dodici e le gambe nude, sarà per l’eleganza che prescinde dalle parti esposte e dalle unghie finte. L’eleganza è stile.

Se qualcuno non mi guarda sarò felice ugualmente perché io mi vesto e mi muovo in un certo modo perché sono io e non una scimmietta ammaestrata.

P. s. Ringrazio Rodi per aver messo il link nei commenti. Guardatelo!

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Donne

#Giornatamondialecontrolaviolenzasulledonne

Grafica di Eletta

Ho rivisto il film ” Schegge di paura” con Richard Gere e Edward Norton. La paura scaturisce per la trasformazione impressionante del ragazzo mite, accusato di omicidio. Un chierichetto. È impressionante il cambio di espressione personalità e linguaggio del ragazzo affetto da schizofrenia, dissociazione e personalità multipla. Due persone in una. Il bene e il male in un unico corpo.

Domani si celebra la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne.

Come tante donne anch’io sono stata vittima di violenza.

La cosa che più mi sconvolgeva allora, era la repentina velocità con cui il mio aguzzino cambiava faccia. In un attimo montava la sua rabbia e colpiva. Poi non ricordava.

A parte la violenza fisica subita c’era anche quella psicologica. Quando era “normale” si andava a concerti, si leggeva libri insieme, si conversava su qualsiasi momento, ci si amava in modo totale e con una passione travolgente. Con l’altro, apparentemente normale, che era in lui io stavo proprio bene.

Poi d’improvviso scattava l’altro Altro.

Gustav Klimt

Incredibilmente, più delle botte calci pugni di cui il mio corpo conserva ancora e sempre tracce, l’atto che ho vissuto come massimo punto di violenza è stato quando mi chiudeva in casa sua, impedendomi vie di fuga.

Chiudeva la porta a chiave e portava via la chiave nascondendola in un’altra stanza.

Da Pinterest

Ho passato notti dentro la sua casa prigioniera con lui che andava a letto come se nulla fosse. Lo supplicavo di lasciarmi andare. Essere chiusa mi toglieva il fiato. Era terribile. Avevo paura.

Quando ero piccola cantavamo questa filastrocca in girotondo: L’uccellino in gabbia che muore dalla rabbia… mi vuoi bene sì o no?

Tutte le mattine leggo i quotidiani e quasi  tutte le mattine c’è almeno un caso di cronaca nera e di femminicidio. Ci sono numeri di emergenza per chi è costretta a convivere questa pandemia con il proprio aguzzino.

Riporto sotto un link dove viene ribadita l’importanza di chiamare e chiedere aiuto. Ai tempi non l’ho fatto e detesto giudizi sommari sul perché una donna vittima di violenza non chiede subito aiuto e non denuncia.

Ora lo farei subito.

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Poesia

Fiore di ghiaccio

Immagine fotografica di Eletta

Fiore di ghiaccio

per te bambola

chiusa nella bara di vetro

dove ti ho rinchiusa

per i tuoi occhi

di porcellana:

bimba mia,

mia bimba cresci

con i tuoi capelli di paglia

e quelle piccole mani

incrociate sul petto…

ti ho nascosta in cantina

ma tu hai voluto salire

su in soffitta

avvolta nelle nuvole e ragnatele

del tuo inutile passato.

Così corri

mentre ti addento e divoro e strappo

e lacero le tue vesti e vestitini

e pizzi e trame e trine

per farti mia. Bambina mia.