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Far capire al gatto

Se potessi far capire una cosa al tuo animale domestico, quale sarebbe?

Gli farei capire che pesa. Adesso è sulla mia pancia e, se da una parte mi fa da scaldino, d’altra parte sono più di sette chili da avere addosso.

Gli farei capire che non c’è bisogno la mattina di venire a cercare la mia testa, per metà sepolta sotto le coltri, per baciarmi. Mi sveglio lentamente da sola.

Gli farei capire che non è lui che comanda. Che lo so che ha fame quando trilla. Sì il mio gatto quando vuole il tonnetto con le alicette emette un trillo da piccione.

Che lo so quando è ora di pulire la cassetta e non c’è bisogno di muovere istericamente le zampine sul pavimento.

Che capisco quando un cibo umido non è di suo gradimento e non c’è bisogno di fare lo sdegnoso coprendo la ciotola con un tappetino.

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Vorrei

Vorrei essere il mio gatto che dorme beato sulla sua amaca con la coda penzoloni. Nulla sa di guerre armamenti distruzioni morti incendi bombe devastazioni. Chiede solo cibo carezze e sonno.

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Peluche

Non sono un peluche, sono un gatto. La mia padrona, non so perché, quando mi metto sul bordo del divano a prendere il sole, mi si para davanti con un aggeggio: pare per fotografarmi. Ma io detesto quando lo fa e mi chiama e vuole che io mi metta in posa per catturare i miei occhi blu. Non mi va. Non sono un fotomodello sono un gatto. Lasciatemi in pace, santo cielo. Se ho voglia chiudo gli occhi e mi godo il sole che ormai qui c’è poche ore al giorno, poi scompare. Non posso nemmeno prenderlo fuori sotto la sdraio come quando era estate: così gli umani chiamano la stagione con tanto sole. Adesso non ho neanche il mio momento d’aria mattutino alla finestra perché la mia padrona, quando si alza e si veste vicino alla stufa, mi dice che non può aprire la finestra con la grata perché fa freddo. Poi mi concede una boccata più tardi. Prima che lei esca. Gli umani dicono : Che vita da cani! Ma potrebbero dire: Che vita da gatto! Non che io mi lamenti perché a parte certe prigionie e certe fissazioni la mia padrona mi vuole molto bene. Così la sera mi piace stare vicino a lei: appoggio la mia testa sul suo braccio e allungo una zampina sulla sua come per dirle: – Io ci sono, tranquilla.

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Vita da… Gatto

Ci sarà un buon motivo per cui si dice: “Vita da cani!”

e, invece, non si dice:

“Vita da gatti” .

Da quando ho Edo ho capito. Loro, i gatti, fanno una vita davvero invidiabile. Dormono mangiano si puliscono accuratamente e fanno rrronn rronn per farsi fare le coccole. Praticamente non fanno niente tutto il giorno, ma lo fanno con eleganza.

Ieri gliel’ho detto a Edo che è proprio un gatto fortunato e che un po’ lo invidio… Passo ore ad accarezzarlo e lui va in visibilio e non smetterebbe mai, si allunga, alza la testolina perché vuole lí: le sensuali carezze. Si abbandona al puro piacere.

I gatti sanno proprio vivere. Sono eleganti dolci teneri e deliziosamente crudeli: quando ti prendono la mano e affondano i dentini aguzzi quel tanto che basta… I gatti giocano: quando non dormono giocano. Ogni oggetto diventa giocattolo, ogni tappeto una ludoteca.

Avere un gatto riempie ogni momento di rapido movimento languido abbandono e sogno. Il suo respiro vicino al mio. Il corpo morbido che si allunga rovescia acciambella salta rimbalza scatta…

Vicino al mio gesso che trova molto comodo e buono ( l’ha anche assaggiato) con la zampina sempre su di me a dirmi: – Io ci sono vicino a te.

Il gatto fa ogni azione con eleganza. Si direbbe andato a scuola da Coco Chanel. È uno yogi nato. Osserva scruta calcola: attento a tutto quello che succede, affascinato da ogni cosa perché curioso, vigile, autentico.

Un gatto come Edoardo regala la poesia del tempo. Se rinasco, voglio rinascere gatto.

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Vita con Edo

Lui mi sta addomesticando… Mi sta addosso sempre e non mi lascia mai. Quando vuole riposare trova molto comodo il mio corpo, normalmente sta con la testa verso di me in modo che possa curarmi e guardarmi senza lasciarmi fuggire. Se prendo un libro sta tra me e il libro con la testa verso la lettura perché pretende di avere la precedenza, così se scrivo. E così se decido di guardare un film su Netfix sul mio nuovo iPad.

Inutile prenderlo dolcemente e spostarlo: altrettanto dolcemente e in punta di dita, come sanno fare i gatti, con passi di danza ed eleganza, torna con la sua bella testolina tra me e lo schermo dandomi la schiena.

Normalmente rido.

Rido perché Edo è davvero un coccolone ed è davvero impossibile prendersela con un maestro di dolcezza e fusa.

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Ogni tanto

Ogni tanto accarezzo la sua immagine sullo schermo del cellulare. Come se accarezzassi lui. Lo guardo negli occhi e lo accarezzo. Mi manca. Non vedo l’ora di averlo in carne ed ossa per sentire il suo calore.

Dovrò aspettare fino ai primi di dicembre, quando sarà qui, in casa mia. E allora sarà amore.