
Mi sono arrivati i tre libri che ho ordinato. Erano lì, uno sull’altro, in attesa. Ma la mia mano non si muoveva. Altre cose impegnavano la mia mente. Anche il nulla.
Poi mi sono decisa e ho allungato la mano per prendere il primo libro. Ho guardato la copertina come faccio sempre

Poi ho aperto. E ho trovato la firma dell’autore.
Non ricordavo di aver ordinato la copia autografata. Vedere questa linea così sciolta con vette abissi e curve mi ha emozionato. Perché è la traccia visibile tangibile reale di Umberto Galimberti: un filosofo che stimo da molti anni e di cui ho letto molti scritti.
Non ho altri libri autografati dall’autore. È l’unico.
Ho avuto anch’io il privilegio di autografare molte copie del mio libro dopo la presentazione, per le persone che mi chiedevano la dedica. Non ricordo nemmeno quante copie e quanto ho scritto in quella occasione. Ricordo che ero china sulle copie a scribacchiare.
Sono contenta di avere questo segno di penna e di vita di Galimberti. Ho pensato che, a differenza di quanto faccio sempre – violentare le pagine con note a margine segni richiami simboli sottolineature – questo libro resterà così com’è con questo unico sghiribizzo che indica la sua presenza così carica e volatile. Come tutto sulla terra.
È il mio omaggio a un Maestro di filosofia. Grazie allo studio dei suoi testi ho capito e saputo e riflettuto sui grandi temi della vita. Ho scoperto, tramite l’etimologia, dove nascono molti termini e parole. Ho riscoperto le così dette “lingue morte” : il greco e il latino. Così presenti e vive in ogni linguaggio filosofico.
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