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Attimi

Emozioni

Mi sono arrivati i tre libri che ho ordinato. Erano lì, uno sull’altro, in attesa. Ma la mia mano non si muoveva. Altre cose impegnavano la mia mente. Anche il nulla.

Poi mi sono decisa e ho allungato la mano per prendere il primo libro. Ho guardato la copertina come faccio sempre

Poi ho aperto. E ho trovato la firma dell’autore.

Non ricordavo di aver ordinato la copia autografata. Vedere questa linea così sciolta con vette abissi e curve mi ha emozionato. Perché è la traccia visibile tangibile reale di Umberto Galimberti: un filosofo che stimo da molti anni e di cui ho letto molti scritti.

Non ho altri libri autografati dall’autore. È l’unico.

Ho avuto anch’io il privilegio di autografare molte copie del mio libro dopo la presentazione, per le persone che mi chiedevano la dedica. Non ricordo nemmeno quante copie e quanto ho scritto in quella occasione. Ricordo che ero china sulle copie a scribacchiare.

Sono contenta di avere questo segno di penna e di vita di Galimberti. Ho pensato che, a differenza di quanto faccio sempre – violentare le pagine con note a margine segni richiami simboli sottolineature – questo libro resterà così com’è con questo unico sghiribizzo che indica la sua presenza così carica e volatile. Come tutto sulla terra.

È il mio omaggio a un Maestro di filosofia. Grazie allo studio dei suoi testi ho capito e saputo e riflettuto sui grandi temi della vita. Ho scoperto, tramite l’etimologia, dove nascono molti termini e parole. Ho riscoperto le così dette “lingue morte” : il greco e il latino. Così presenti e vive in ogni linguaggio filosofico.

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Emozioni

Reazione

Immagine fotografica di Eletta

Penso di essere una persona che quotidianamente cerca di fare un lavoro su di sé. Di introspezione, autoanalisi, consapevolezza.

Un aspetto su cui devo fare ancora molto lavoro è la pazienza. Non riesco ancora a non reagire emotivamente davanti a una persona che mi fa uno sgarbo e poi, invece di scusarsi, pensa ancora di avere ragione e trova tremila inutili giustificazioni o cerca di alterare la realtà a proprio vantaggio.

In queste situazioni mi altero, reagisco emotivamente con rabbia perché sono esasperata. E invece dovrei restare calma e indifferente.

Quando qualcuno, volontariamente o involontariamente, agisce male nei confronti di qualcun altro con una offesa o uno sgarbo, basterebbe un pentimento. Un momento di coscienza per capire che ha agito male. Se poi la persona “ferita o offesa” fa notare il male fatto basterebbe il silenzio. Invece di cercare assurde giustificazioni pur di mettersi in salvo.

A tutti noi capita di sbagliare: un gesto o una parola che non volevamo fare o dire… un attimo di distrazione o di stoltezza. Ci si scusa.

Non è sempre così.

Ultimamente una così detta “amica” ha fatto uno sgarbo piuttosto evidente nei miei confronti. Poi c’è stato il silenzio. L’ho accettato. Tacere in certe situazioni è più corretto che pretendere di avere ragione.

Considerato che quando mi sento offesa per uno sgarbo da parte di una persona vicina chi è nel torto è l’altro e non io, quello su cui devo ancora molto lavorare è accettare l’inconsapevolezza altrui e restare indifferente. Non reagire con rabbia.

Teniamo conto che sfogarsi con rabbia fa bene. La rabbia è ritenuta un’emozione negativa. Ma, invece, buttare fuori invece che trattenere fa bene ogni tanto. È energia che si muove e non ristagna dentro provocando rancore, sicuramente più deleterio.

È che proprio non riesco a restare indifferente davanti alle persone inconsapevoli di aver agito male e, francamente, sono anche stanca di spiegare perché hanno agito male. Soprattutto perché, dopo aver spiegato chiaramente le cadute di stile, pretendono ancora di aver ragione.

Naturalmente provo collera davanti a persone che reputo intelligenti. Non riesco a capire come non possano capire.

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Emozioni

Ieri: emozioni

Albero e nebbia – Immagine fotografica di Eletta

Ci sono giorni dove il richiamo è ripetuto. Ieri è stato il giorno in cui più volte è tornato il richiamo al tema delle emozioni. Un accenno alla radio, in un blog, in un libro, in un film. Ripetutamente: sempre lo stesso tema.

Io considero l’emozione un affetto, nel senso che si è affetti da qualche cosa. Ci fa un certo effetto, sconvolge i nostri piani.

L’emozione ci travolge, non siamo più padroni di noi stessi… l’emozione è caratterizzata da una condizione fisiologica alterata” – Jung

Ieri ho visto un film: Hector e la ricerca della felicità. Alla fine, attraverso una tac, un medico vede tutti i colori delle emozioni di Hector. Ci sono studi ultimi in cui i neuroscienziati fanno proprio ricerche sulle diverse aree del cervello che si accendono nelle diverse situazioni.

https://www.corriere.it/salute/neuroscienze/15_marzo_16/ecco-come-si-illumina-cervello-chi-innamorato-779cbfdc-cbd9-11e4-990c-2fbc94e76fc2.shtml

Questo un articolo del Corriere della Sera sulle aree che si accendono nell’innamoramento.

Rabbia: rosso. Pace: verde. Invidia: viola. Serenità: arancione. Questi potrebbero essere alcune associazioni colore/emozione. I colori freddi come il verde l’azzurro e il blu possono calmarci a livello emotivo, infatti qualcuno ne tiene conto negli studi medici.

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Amore Emozioni

Quattro emozioni


C’è un libro che riprendo in mano spesso perché mi serve per rimettermi in sesto.

Il titolo è già un programma: Risvegliati alla vita. ( Perché spesso dormiamo in vita e non solo la notte ).

L’altro ieri ho stracciato tre taccuini Moleskine: in alcune pagine c’era appuntato tutto il mio disgusto verso il “mio Maestro” di un tempo che fu. Sapete quelli della categoria ” sono un illuminato ” mentre brancolano nel buio come tutti con la loro finta aureola di carta stagnola. 

Non sopporto chi si atteggia a guru e poi è peggio degli altri.

Comunque, per tornare al libro ripreso in mano, oggi l’ho aperto a caso. Si è spalancato sui quattro incommensurabili.

Nel buddismo sono quattro le emozioni che hanno la stessa capacità di trasformazione: equanimità, gentilezza amorevole, compassione e gioia. A differenza delle emozioni reattive i quattro incommensurabili non sono al servizio di nessuno schema abituale, del senso del sé o di un piano predeterminato. … sono profondamente intimi. La loro forza deriva dalla capacità di aprirsi a un momento di presenza”.

Inutile dire che non sono facili da sentire e mettere in pratica profondamente e intimamente, non formalmente. 

Cominciando dalla prima: equanimità

Vediamo cosa significa:

L’equanimità demolisce ogni giudizio e pregiudizio reattivo sugli altri e ci porta a comprenderli e ad apprezzarli per come sono“.

Mi è davvero difficile accettare l’altro per quello che è senza giudicarlo e senza pregiudizi. Non penso di essere la sola ad avere questo problema. D’altra parte per scrivere occorre osservare. Non è possibile osservare senza giudicare.

C’è differenza tra giudicare e condannare. Tra osservare e comprendere e accettare. Io sono quella che sono. L’accettazione parte da noi stessi. Solo conoscendoci davvero, anche attraverso una consapevole auto analisi, possiamo imparare ad accettare l’altro così com’è. Con gentilezza amorevole e compassione.

Non facile, certo. Il libro che prendo e riprendo in mano spesso mi serve proprio a rimettermi in sesto, esattamente come può fare un buon maestro.

Prendersi del tempo per riflettere sul comportamento e sulle modalità per rompere gli schemi reattivi mi pare sempre utile. Se solo fossimo più consapevoli di come agiamo o reagiamo sarebbe già un buon passo. 

Vi lascio questo brano:

Ogni volta che consideriamo qualcuno senza giudicarlo, che accettiamo la persona per quello che è, si pianta un seme di equanimità.

Ogni volta che, con un atto di generosità o di amore, esprimiamo spontaneamente calore verso qualcun altro, si pianta un seme di gentilezza amorevole.

Ogni volta che rimaniamo presenti al dolore di un’altra persona, si pianta un seme di compassione.

Ogni volta che esultiamo o ci rallegriamo per il successo o la felicità di un’altra persona, si pianta un seme di gioia. 

Ken McLeod