Da sempre apprezzo le pubblicità del Trentino. Le trovo davvero ben fatte. L’ultima mi ha fatto sorridere perché, come amiamo fare noi con il Giocolinguisticodellunedí, sa giocare con il suono SCI: Fruscio Fascino SCIntille… Complimenti al team dei creativi.
L’ho visto per la prima volta ieri sera. È lo spot pubblicitario di Omega dedicato alle Olimpiadi.
Ritengo che fare uno spot pubblicitario riuscito sia arte, esattamente come fare un buon film, dipingere un buon quadro o scrivere un buon libro.
Questo mi ha lasciata a bocca aperta per la bellezza e la costruzione.
Ogni inquadratura è divisa in due parti e le due parti sono collegate dall’affinità visiva fra due elementi apparentemente distanti.
È così che un segno calligrafico cinetico si trasforma in un corpo che corre; le corsie della piscina in settori di un campo coltivato; metà disco rosso della bandiera giapponese in metà quadrante; i tre tam tam nei tre settori cronografici dell’orologio; i corridori in uno stormo di uccelli in volo…
Davvero ben costruito pensato e fatto. La musica perfetta.
C’è dietro molto lavoro per costruire uno spot pubblicitario di questo livello e molta creatività che non è semplicemente inventiva, ma anche studio, ricerca, lavoro, pensiero e esperienza.
D’altra parte anche un precedente spot del medesimo marchio era di un’ eleganza compositiva unica.
Come sa chi mi segue, ogni tanto do uno sguardo e una valutazione anche agli spot pubblicitari.
Ultimamente mi sono piaciuti questi due: legati a due belle regioni e agli impianti sciistici fermi per l’epidemia.
Questo del Trentino, in particolare, contiene un bel messaggio: Aspettarenon significa stare fermi, mapreparare.
Di fronte ai piagnistei inutili e improduttivi dei commercianti albergatori & C. del luogo dove vivo, mi sembra un buon capovolgimento del punto di vista. Utilizzare il tempo per preparare al meglio invece di star fermi a piangere… È il messaggio a colpire nello spot pubblicitario del Trentino oltre alla ottima scelta delle immagini.
Il secondo è della Val d’Aosta. Anche questo un buon messaggio a livello visivo e di contenuto. Suoni sapori luci pause… ci sono cose che più aspetti e più le desideri.
Entrambi pongono al centro l’idea dell’attesa e del desiderio. L’attesa attiva il desiderio. In questo mondo dove l’impronta consumistica ha messo al proprio centro ideologico: voglio una cosa schiocco le dita e la ottengo, rivalutare il tempo dell’attesa non come privazione, ma come aumento e intensificazione del desiderio, mi pare corretto.
Sapete che ogni tanto per alleggerire scrivo di pubblicità. Fare una buona pubblicità è un’arte. Visto che ci vengono propinate ogni momento conviene scegliere di vedere quelle fatte bene. Per le altre conviene alzarsi dal divano e fare qualche faccenda…
Questo mese ho scelto questa per ritmo musica immagini e per lo sguardo mefistofelico dello chef.
Mi piace la musica moltissimo per il ritmo incalzante, ( se qualcuno sa dirmi il titolo del brano e il musicista gli/le sarei grata).
Mi piace il montaggio con i dettagli e la panoramica della striscia d’asfalto solcata dalla moto.
E, istintivamente mi piace lui, lo chef perché ha una voce che accarezza come un gatto ma lo sguardo, quando mette in bocca il pezzetto di formaggio, è assolutamente mefistofelico. Mi ricorda la scena di un film dove De Niro sbuccia e mangia un uovo. Con tutta la simbologia sottesa.
P. s. Grazie a Sara che mi ha trovato il pezzo musicale eccolo:
Che ci piaccia o no, tutti vediamo la pubblicità televisiva. Ultimamente ho notato due spot pubblicitari: uno, a mio parere, orrendo e uno, sempre a mio parere, molto bello.
Quello orrendo è la pubblicità di una automobile, marca prestigiosa. Mi chiedo chi l’ha pensata, creata, fatta. Colore piatto basso di un azzurro improponibile. Biondina stereotipata con sguardo: guardami come sono carina… con bocca aperta espressioni innaturali e pose assurde. Anche l’abbigliamento è assurdo. Ma soprattutto è l’atmosfera che è vecchia, bassa, senza personalità per via di quel azzurro che non è turchese, né carta di zucchero, né celeste, né indaco. È un azzurro brutto. Secondo me fatto apposta per questa pubblicità. Ahimè! Non sono riuscita a trovare il link. Ma magari l’avete presente…
L’altra pubblicità, invece, che mi piace è di un altro brand famosissimo. Quello che mi piace è l’effetto anni ottanta. Le riprese fatte con macchine non ferme, inquadrature ondeggianti, mobili oblique e tutto in effetti si muove con apparizioni improvvise di fiere belve struzzi serpenti e capelli cotonati unghie rosa e ciglia lunghe nere.
Bellissima musica, bellissimo ritmo visivo. Nello spot che passa in tv ancora più breve tutto è ancor più contratto e denso. Contrariamente alle pubblicità di profumi – normalmente stereotipate – questa è davvero un tripudio di colori simboli stili e glamour. Bravi.
Naturalmente non faccio pubblicità a nessuno. La mia valutazione è solo estetica.
Non capisco i pixel apposti sul fondo schiena maschile nella pubblicità Idealista.
Non lo capisco perché è anni che vedo culi femminili senza pixel.
Perché a un fondo schiena maschile è stato apposto un velo pietoso e a uno femminile no? Svegliamoci bambini che è ora: non c’è la parità dei generi?
Il corpo della donna nudo o svestito e osè è stato usato da sempre per vendere prodotti che, con il corpo femminile, non c’entravano proprio niente.
Ad esempio:
Saratoga sigillante ha pensato bene di chiudere un corpo nudo femminile in una grande vasca acquario: al posto del pesce rosso.
Un’altra pubblicità che usa un giovane fondoschiena femminile senza pixel è quella di un detergente intimo:
Non ho tempo e voglia di catturare tutte le nudità sparse negli spot che passano ogni giorno in tv. Ma, fateci caso: nessuna censura è mai stata apposta sul culo di una femmina.
Allora mi chiedo: come mai la prima volta che un uomo passeggia di schiena con le chiappe al vento, dopo un po’ di tempo, viene occultato coperto pudicamente?
Qualcuno si è lamentato? Chi e perché? Considerato che da anni e anni nessuno mai si è lamentato per culi e tette di donne giovani belle e procaci usate abbondantemente nelle casalinghe pubblicità mandate a tutte le ore nella tv. Mah!
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