Ricominciamo con #I giochi linguistici del lunedì con un Acrostico/ nome del mese a venire.
Come sempre metto un mio esempio e poi – come sempre – noterò che siete davvero molto più bravi di me.
Saettano
Elevate
Tuberose
Temendo la fine della
Estate
Ma
Briose
Rugiade si posano
Elegantemente
Mi perdonerete se non rispondo con la stessa sollecitudine, ma nei prossimi giorni sarò in viaggio. Come sempre chi vorrà giocare ha una settimana di tempo per farlo.
Per i giochi linguistici del lunedì oggi propongo un tautogramma in A e, al contrario, un testo senza A, cioè un lipogramma.
Ecco i miei esempi.
Tautogramma in A
Anna annaffia abbondantemente anemoni algidi. Andrea anziché aiutarla ammazza album arzigogolati sull’amaca azzurra.
Lipogramma senza A
Ebbene certo conviene bere the con merendine gustose. Qui le foreste ombrose riempiono gli occhi e il cuore di fresco umore verde.
Buon lunedì a tutti
ahh, acuto allarme, affanno: Alyle afferra e azzanna l’alluce, un aspro, affascinante assaggio d’affetto.
Brividi! Non credevo che il dolore vivo potesse essere così seducente. Buono piccolo, non insistere, gli dico, togliendo il mio cucciolo i cui denti mi pungono e divertono con piccoli dolori.
Avversari, antagonisti in amore. Alberto attende arcigno Antonio. Ambita l’amata: Amelia, l’arpia. Avanti affrontatevi. Aperto l’agone. Amelia arride: aggredirsi? Non aiuta. Astenetevi. Non amo gli allocchi.
Lipogramma senza A
Eugenio vince e richiede il premio. «Nessun riconoscimento». «Come? Mi sforzo, rischio e niente?» Lo sbircio di sbieco. “Non può finire così” rifletto, prendendo il sentiero verso il bosco. “Come?”. Scuoto il viso deluso. “Non lo so”.
Buongiorno propongo come gioco linguistico del lunedì un tautogramma in C come Caldo.
Ecco il mio esempio:
Cala il caldo canicolare… culmina in cima, correndo su calorosi corpi. Cadono cuori cotti su celesti coperte. Cifre calcolate e corrose dal clima. Cuneo di cielo carnale canta catatonico.
Coraggio cari colleghi in città.
Buon lunedì a tutti
Mi ero ripromessa di non riportare qui i testi dei partecipanti al gioco, ma questo testo di Massimo è veramente un capolavoro… Grazie ML.
Clelia, capelli corti, clavicole caparbie, cosce cortesi, coltiva con candore ciniche contentezze. Con caffè corretti, ciambelline croccanti e costosi cibi contraffatti, circuisce, cattura, castiga e consuma corpi cedevoli che casualmente capitano a casa: casalinghe consenzienti, contadini cazzuti, commendatori curiosi, caste cerbiatte. Coscienza e correttezza non lo consentirebbero, ma Clelia cala sui corpi con crudele cattiveria. di ciascuno conserva in cantina caldi cimeli.
Oggi giochiamo con la V di viole e vento. Chi vuole partecipare può comporre un testo con tutte le parole, tranne articoli e preposizioni, inizianti con la lettera V.
Il più famoso e antico? Veni, vidi, vici di Giulio Cesare
Ecco il mio esempio:
Va verso venti e versi Virginia. Vuol vedere viole e virgulti verdi viaggiare verso vergini valli. Verrà il vigore vermiglio delle violaciocche.
Immagini fotografiche di Eletta Senso
Buon lunedì a tutti
Eletta
I testi dei partecipanti li potete leggere nei commenti qui sotto.
In onore al mese di giugno nascente, per il gioco linguistico del lunedì propongo un tautogramma in G. Con una versione un po’ più difficile : la variazione che chiamerò vocalica. Ossia l’uso di parole comincianti per G più le vocali A E I O U.
Ecco il mio esempio:
Giunge giugno e giacciono gigli giacinti e gialli girasoli nei giardini… Giacomo e Gigliola gioiscono girando in giravolte tra giri e giochi giovani e giulivi. Godono di gemmate ginestre. Gemono nelle gelide giornate.
Buon lunedì e buon divertimento a chi vorrà partecipare…
Eletta
Per chi vuole leggere i testi inviati dai giocolieri delle parole invito a leggerli nei commenti. Ringrazio tutti i partecipanti.
Ragionevoli rimembranze Ragnatele rattoppate i ricordi, ricompaiono rammaricandomi. Ricostruire rassicuranti residenze da ruderi e reliquie? Radere rasoterra i romantici resti? Ragionevoli riflessioni, rapidi ripensamenti mi rintronano. Rincorro rimpianti e rammarichi, come raccogliere rose rosse e ranuncoli. Reprimo reazioni raggelanti, resto, reduce da ricchi ricordi rimescolati.
Il tautogramma è un gioco linguistico in cui tutte le parole ( tranne articoli e preposizioni) iniziano con la stessa lettera.
Lancio oggi il gioco linguistico del lunedì. Anche se è domenica.
Ecco il mio esempio per il Tautogramma in P:
Povera Perfettina: perduta la poltrona da primadonna promette particolari pesanti. Provata e pressata parlerà per prima. La polverosa pedante predice primizie prelibate. La parte principale prevede piccoli pulcini. Partecipa e plaude il pietoso pubblico. Piangono portafogli pingui. Prendono penose piaghe purulente. La pacchiana paccottiglia dei piagnucolosi parla con peloso pendaglio perforante. Piacevole pulita pezza potrà plaudire la platea? Possibile psicodramma postdatato. Provvidenziale provvigione potrà perdurare per pochi pachidermi o pulci?
Buona domenica sera e buon lunedì. Chi ha voglia di giocare giochi qui.
Finalmente vaccinata domenica!
Primo provvedimento per prevedere piccoli passi per personale progresso: Piccola puntura punitiva per pandemia presso Palasport propinarono preparati professionisti, passandomi progettualità prima perduta. Potrò perciò programmare pacifiche passeggiate primaverili, perfino pregustare partenze, pungolare passioni passate per paesi precedentemente proibiti.
Parlava il papà al petulante: pur potendo preferisci da puerile porti. Una Poltrona pietisti, da politico palestrato. Potei puntellarti, perché parecchi poggiai. Poltrisci alla poltrona, poggiando pietrisco alle pur possibili prospettive. A pieni polmoni parteggiai per te povero pargolo. Poi palleggiai le prospettive per permettermi prendere premurosamente posizione. Preferii prediligere a te prediletto, prode prima piantato. Per tua pelle poco pretesi. Molti praticamente poggiavano la pratica.
Provo per piacere o per parvenza di potere! Perbacco! Possiamo poi privare poveri piccoli passerotti e pastori di pane e pollo? Penso proprio di non potere portare pene e padelle per posti poco puliti. Prego peraltro per partenze post pandemia, papali poesie postate con P di piedi , di pelle in pelle per patire postumi con penne pericolosamente pittate e puntite. Possa permettere per popoli, pacchi e pietre poco pesanti, preghiere pacate e pitture poetiche per porticati e paeselli pittoreschi.
Eccomi. Peccato perché Paolo prende paura per poco. Pensa alla partenza: paventa di perdere il posto. Prima di partire per Parigi, prenota la pensione. Potrebbe, perdinci, presentarsi al portiere, però preferisce perdere un poco per proteggersi. A Pietro piace Paolo perché perfettino. Pietro, pasticcione per predisposizione, lo pareggia perfettamente. Per poco perdono i posti, perché Pietro prende passaggi per piste. Pacatamente Paolo perdona la papera di Pietro. Paesaggi piacevoli, prospettive paradisiache. Pronti per partenza. ‘Parigi, Place Pigalle, pazientate per poco’, pensa Paolo a prescindere dalla paura.
Considerato che gli esercizi di stile ( Queneau ) sono risultati troppo impegnativi e vi hanno partecipato solo due persone, che naturalmente ringrazio per le divertenti variazioni, oggi propongo questo gioco più veloce e semplice.
Un tautogramma in M in cui giocare con le sillabe MA ME MI MO MU
Ecco il mio
Managgia maggio mai ( sole) mi mangio mille morbide merendine mentre m’arrendo miserabile al mutamento meteorologico masse mutevoli migrano moltiplicando miriadi minuscole mmmmmmmmmm
Buon lunedì 🌹
Meno male! Maggio meraviglioso! Macchie multicolore mimano molti mughetti. Miracolo (a) Milano! Multiforme mecenate manifesta magnanimità, mentre manda merci (al) monastero. Maturo monaco mostra mente matematica. Mondi, massicci, montagne. Morale: mette male.
Il gioco che propongo oggi è un gioco complesso che può fare chi già conosce il libro Esercizi di stile di Queneau. Riassumo:
La trama del libro di Queneau – Esercizi di stile – è semplice e quotidiana:
Verso mezzogiorno, su un autobus affollato, un uomo si lamenta con chi lo spinge di continuo e, non appena trovato un posto libero, lo occupa. Il narratore, due ore dopo, lo rivede da un’altra parte con un amico, che gli dice di far mettere un bottone sulla sciancratura del soprabito.
L’autore si diverte con novantanove varianti stilistiche a trasformare il testo:
Versioni enigmistiche
anagrammi
apocopi
aferesi
permutazioni delle lettere
lipogrammi
Versioni retoriche
litoti
metafore
apostrofe
Versioni con i linguaggi settoriali
geometrico
gastronomico
medico
botanico
Versioni con i gerghi e le lingue maccheroniche
anglicismi
francesismi
volgare
ingiurioso
Versioni di tipi testuali
testo teatrale
tema scolastico
interrogatorio
poesia tanka
sonetto
telegrafico
Qui posso scrivere solo alcune versioni di Queneau che ritengo davvero esilaranti e comunque utili per chi ama la scrittura. Il libro è davvero godibile, la traduzione italiana è a cura di Umberto Eco.
Per chiarezza, trascrivo alcune variazioni di Queneau.
Sogno
Mi pareva che tutto intorno fosse brumoso e biancastro tra presenze multiple e indistinte, tra le quali si stagliava tuttavia abbastanza netta la figura di un uomo giovane, il cui collo troppo lungo sembrava manifestarne da solo il carattere vile e astioso. Il nastro del suo cappello era sostituito da una cordicella intrecciata. Poco dopo ecco che discuteva con un individuo che intravedevo in modo impreciso e poi – come colto da subita paura – si gettava nell’ombra di un corridoio. Un altro momento del sogno me lo mostra mentre procede in pieno sole davanti alla stazione. È con un amico che gli dice : Dovresti fare aggiungere un bottone al tuo soprabito. A questo punto mi sono svegliato.
Geometrico
In un parallelepipedo rettangolo generabile attraverso la linea retta d’equazione 84x+S=y un omoide A chr esibisca una calotta sferica attorniata da due sinusoidi, sopra una porzione cilindrica di lunghezza l>n, presenta un punto di contatto con un omoide triviale B. Dimostrare che questo punto di contatto è un punto di increspatura. Se l’omoide A incontra un omoide C, allora il punto di contatto è un disco di raggio r>l. Determinare l’altezza h di questo punto di contatto in rapporto all’asse verticale dell’omoide A.
Gustativo
Che autobus saporoso! Curioso… Ciascun autobus ha il suo gusto particolare. Luogo comune ma vero, basta provare. Quello – un S, a voler essere franchi – sapeva di nocciolina tostata, non solo tostata, ma pesticciata e mantecata. E poco distante un buongustaio – se ve ne fossero stati – avrebbe potuto leccare qualcosa di salmastro come un collo d’uomo acre sulla trentina.
(…)
Comunque visto la difficoltà del gioco invece di una settimana la partecipazione sarà aperta a tutti per 15 giorni. Si tratta di trasformare il semplice testo che scrivo sotto scegliendo una versione…
Ecco il mio semplice testo.
Elisa alle dieci va in giardino per cogliere una rosa. Il suo vicino, segretamente innamorato di lei, la guarda sopra la siepe e poi le butta un nocciolo di pesca per attirare la sua attenzione. Elisa si volta e sorride fra le rose rosse. Poi si baciano.
Provo io con una versione gastronomica.
Elisa a colazione va in giardino mordicchiando un croissant. Il suo vicino chef – che segretamente le prepara e manda torte ogni giorno – la guarda sopra una montagna di panna e le butta una mandorla glassata. Elisa si tuffa nella montagna di panna e gli sorride golosamente. Poi si leccano.
Bene. Ora tocca voi. La fantasia al potere. Inventate, trasformate e soprattutto divertitevi.
Come sempre i testi saranno pubblicati qui sotto.
Buon lunedì
La pesca
A Gustavo piaceva pescare, passava le ore in riva al fiume ad aspettare con una pazienza da bonzo che una preda abboccasse. Unica compagnia l’enigmistica di cui era appassionato, i rebus soprattutto, parole da spezzare e ricomporre. A lei piacevano gioielli e viaggi ma lui le regalava triglie e trote. Quel giorno Ernestina esasperata lo minacciò di trasferirsi in città e rovinarlo spendendo in uomini e pietre preziose. Gustavo stava sgranocchiando un frutto e non si scompose. Con un gesto elegante strattonò la canna e tirò su un grosso pesce. . – . – . – . – . – . Ernestina raggiunse l’uomo in riva al fiume e si fermò sotto un salice piangente. Suvvia non piangere. Disse lui senza voltarsi. Gustavo, sei un mostro! Gustavo la pesca, quando sei arrivata tu, rispose lui mostrandole il frutto sbocconcellato. Basta, me ne vado lontano, incontrerò uomini, comprerò gioielli, alla faccia tua. Diamanti distanti, sentenziò Gustavo. Che vuoi dire? Sintetizzavo: ti sollazzerai di amanti distanti, comprerai diamanti distinti. Attenta a non morir di stenti. Ti odio! In quel momento la canna vibrò e Gustavo si concentrò nel recupero di un grosso pesce, un luccio dalle scaglie argentate. Ecco, ti regalo questo di prezioso, sembra d’argento! Ernestina prese il pesce per la coda e Crepa!, urlò, sbattendolo sulle spalle dell’uomo. Non si capiva se l’invito a morire era rivolto al luccio agonizzante o all’uomo impassibile che commentò: Chissà, magari quando te ne andrai, abbandonerò la canna da pesca e mi attaccherò alla canna del gas.
Elisa di buon mattino va in giardino per valutare se l’aiuola rotonda delle rose possa essere trasformata in una quadrata per gli iris. È armata di pioli e cordella e di tanto entusiasmo. Il suo vicino, un anziano attempato che in segreto vorrebbe aiutarla, sorride mentre la guarda piantare i pioli per terra e le butta una riga di legno. Elisa sorpresa la afferra al volo e gli fa un cenno di venire. Poi con riga e squadra lavorano al progetto. Alla fine il quadrato è diventato un rombo o forse una figura geometrica sghemba. Elisa che non è più giovanissima e anche vedova, gli fa un girotondo ridendo come una matta.
Elisa si era appena trasferita nella loro nuova casa. Stava leggendo un libro quando tutto a un tratto sentì un rumore, si alzò dal divano polveroso, guardò fuori, ma non vide nessuno. Allora tornò a leggere il suo libro : HIT. Elisa infatti era un’appassionata di Stephen King. Era giunta al punto in cui i ragazzi si perdono nelle fogne… Un attimo dopo: Toc. Un altro rumore rapido secco sordo. Di nuovo uscì a vedere chi c’era, di nuovo non c’era nessuno. Di nuovo tornò a leggere.
TOC TOC TOC!.!.!
Elisa corse fuori e questa volta lo vide.
Un uomo, nella nebbia, in fondo al giardino la fissava.
Buongiorno in questo giorno per molti in Italia giallo.
Il titolo dice già tutto. Comunque non intendo scrivere sul tema. Intendo proporre il gioco linguistico del lunedì : abbecedario, per chi vuole sul tema. Scrivere un testo usando tutte le lettere dell’alfabeto.
Apriamo
Bene
Caffè
Dentro
E
Fuori
Gironzoliamo
Hotel
In
Litoranei
Meravigliosi
Negli
Oscurati
Porti
Quando
Riusciremo
Sorridenti
Tracciando
Un
Veloce
Zonzo
Buon lunedì a tutti 🌹
P. s. Ho visto stamattina un articolo di cui riporto il link che mi ha davvero addolorata : siamo una comunità e quando qualcuno sta male o manca è sempre una grande perdita. Filippo con la sua ” Carta carbone” aveva diverse volte rilanciato alcune mie poesie. Mi ero stupita del suo non apparire ultimo, anche solo con un like ma mai avrei pensato che…
Aperture blande con doverose esitazioni, fragili gioie. Ho intenzioni legittime: moto, nuoto o podismo quanto riuscirò. Senza tentazioni, universali, veglioni, zingarate. ml
Oggi, per chi ha voglia e tempo, giochiamo con l’abbecedario. Cioè scrivendo un testo più o meno breve che utilizza le lettere dell’alfabeto. Si può iniziare dalla A fino alla Z. O fare al contrario dalla zeta fino alla A. Oppure scegliere una porzione interna dell’alfabeto tipo dalla C alla R.
Come sempre proverò per prima.
Arancione,
basta
colori
disperanti desolanti
e
finiscono
g emiti
ho
i rritazioni
lamenti
monocordi
neppure
ore
preziose
quando
ritorna rosso rubino
sulla
terra
uniforme
vendicando viaggi
zero
Naturalmente si può scrivere anche in orizzontale e senza evidenziare la lettera iniziale.
Buon lunedì in arancione a quasi tutti.
Arancione? Basta colori. Draghi e Figliuolo garantiscano! Ho iniziato la mia nuova orazione pregando qualsiasi religione: somministratemi tranquillamente un vaccino Zeneca
Ancora baci, carezze, delicatezze e forse graffi. Ho inventato linguaggio muto, nuovo: occhi, pelle, qualche raro sussurro, tanta voluttà, unghie, zelo. ml
Arrivo. Bagnanti come disperati escono fragili gadget: hard-core in jersey kaki, la mantella nera. Osate proporre qualsiasi rapporto senza timore. Un vestito waterproof, xenofobia yankee, zazzera a becco. Certo devo essere furbo. Giocare ha il jabot karakul, la mente non oppressa. Punto qualunque sul tavolo. Unico vezzo: wurstel xerocopia, yuppie zuzzurellone.
In questo periodo pare che i colori abbiano perso intensità. Ci sono, ma li vediamo attraverso una lente che li assorbe e ne diminuisce la saturazione. Questione di luce – più interiore che esteriore – ottenebrata dalla fatica pandemica. Per questo ho deciso di presentare una serie di rielaborazioni grafiche in seppia.
Per chi ha voglia di giocare, nonostante le feste e il sole, propongo un tautogramma in S come Seppia e Sole.
Ecco il mio:
Senza sole strisciano stanchi serpenti solitari, sentendo suoni sibillini. Sanno sicuramente sciamare – senza sostare – sulla striscia salina. Strappano stoffe seriche seppia senza sosta. Sorridono silenti sapendosi simboli supremi.
Buon Lunedì
Sole dell’Equinozio di primavera
Sorge sole su solitudini spente… Sospira svegliandosi, satiro Sileno, suona siringa, speranze sopite sussurra soffiando. Sparge selvaggio sementi sonnolente, sarà sua sposa sottomessa selva.
“Sarà senza spigoli sebbene siano sofferenze. Sarà senza sensazioni solo suo spirito. Se senti sinfonie sebbene siano strazi, sono sotterfugi”. Stefania spiega sempre suoi pensieri. Sembrano suggerimenti. Sarà sincera? Scrivi: soddisfa solo suoi sermoni. Senti: sono solfe senza senso. Sembreranno strade scorrevoli senza scabrosità.
Sebastiano sussurra seducente: Susy, sei stupenda. Senonchè Susanna si stufa subito: sai, sei stancante, sì, stucchevole. Su, sciò, sparisci. Sebastiano subisce. Sarà subito sostituito.
Possibile? Proprio per Pasqua, povero Pasquale. Pensare, persona più prudente, perennemente pavida non poteva. Pare pazzesco perire per un piede posto su un poggiolo pericolante per poter potere pruni e peri pressocchè perfetti. Precipitò su pietre puntute, povero pirla! ml
“Perché persone pèrdono prima per peccato, poi per pigrizia?” pensa Piero. Prima poche parole prendono percorsi praticabili, poi piste precarie. “Prudenza” pondera prudente. Pensieri pornografici prendono parvenze premeditate per poi prospettare parole propizie: Pasqua predica preghiere. Piero prende posto per pregare.
Poi penso però pavidamente: per pronunciare poche pallide parole, posso permettermi parvenze particolari pullulare petulanti? Perché piangere per pantomine e paure? Passeggiamo per parchi e portici pallidi, paludosi poco presenti.parlando parlando posseggo povere pene e pantagruelica passione pomposa passionale! Portami pesche, papaveri, pinoli, panzerotti ,parecchio pangrattato. Pazienza perpetua prilla poi perisce, preci per parecchi poveri e pusillanimi popoli. Pace.
Vediamo un po’ come alleggerire questo lunedì in rosso quasi totale.
Un gioco per chi vuol giocare che liberi la mente dai nuvoloni neri.
Facciamo un lipogramma. Georges Perec nel romanzo “La scomparsa“ scrisse tutto il testo senza mai usare la vocale E.
Quindi oggi giocheremo a un Lipogramma senza la A.
Come sempre provo io seduta stante.
Eccomi qui molto giù per il rosso imperioso che impedisce giri percorsi se non nel recinto del mio piccolo giardino. Mi legherò con catene sonanti e ululerò di notte.
Ringrazio Massimo per il suo testo di 100 parole.
Rosso Ubbidire? Riconoscere il rosso divieto? Oppure fottersene? Soffrire in silenzio sul limite? Oppure vedere tutto come un gioco rischioso e divertente? Non oso, eppure vorrei, c’è tutto un mondo lì fuori che mi seduce come pelle femminile. Non devo, non posso. Impossibile resistere. Mi muovo incerto oltre il consentito, ho più entusiasmo che cervello mentre procedo per sentieri sconosciuti. Piedi nudi sull’erbe nuove, mi stendo sui fiori. Il cielo privo di nuvole è di conforto, mio complice e compagno in un giorno nuovo. Dormo, forse sogno. Mentre torno uno sconosciuto mi dice deficiente! Forse è vero, eppure rido, sono felice.
non occorre di più per dir sciocchezze o cose intelligenti, credetemi. Puoi esser sintesi e vivere felice e sobrio nello stesso tempo. Chi dice che c’è bisogno di più? Non vi giunge pieno il concetto con le mie espressioni? Chi ritiene monco il mio lessico è chi vuole le forme non il contenuto.
Oblivioni di ricordi mi permettono di soffrire u po’ meno. come un prigioniero che sempre lo fu. Divieti di vivere come vorrei e tu non ci sei. Vedersi non si può, né per qui, né per lì, né lungo il lido, né per le vie di un cielo severo. Né sorridere, tolti i veli, con i denti splendenti. Urlo il tuo nome nel vento e non mi senti e non ti sento. Perdo il senno, mi sgomento, però resisterò per un po’… Vedere il virus sconfitto, venirti incontro, sotto il nuovo sole, dentro l’eliporto, e dirti: È un nuovo giorno!
dunque devo dire donna? domanda discutibile, da detrarre da debiti e doveri. “Dici donna, dici danno”, dicevano dotti deficienti. “Dici donna, dico dono”. Dalle debuttanti alle decadenti, dalle decorose alle disinibite, dalle dive alle defilate, danno doni deliziosi, difficili da dimenticare. Da decenni devo dirmi deferente difensore. ml
Considerato che questo lunedì coincide con l’inizio di marzo, propongo come gioco linguistico della settimana proprio l’acrostico di questa parola piena di primavera.
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