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Carta

Taccuino d’artista

Questo magnifico taccuino è stato il più bel regalo ricevuto a Natale. È stato realizzato in Népal. È pieno di sorprese: la carta – racchiusa nello scrigno di seta – è di tutte le tinte e grane. Tipi di superfici diverse per lasciare scie diverse.

Un lungo nastro rosso per avvolgere il tutto – che ricorda i nastri dei kimono – termina con un ciondolo di pelle sonante per il campanellino abbinato.

Solo chi mi conosce molto bene poteva regalarmelo: mia figlia. Anche lei ama la grafica e la pelle della carta: così sensuale.

Ho cominciato a scrivere. Con tatto.

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Parole

Taccuini

Ieri, visto la pioggia, nel pomeriggio ho riordinato. Sono saltati fuori dei taccuini. Io scrivo sempre. Pare che abbia bisogno di fermare la realtà, che mi scorre come acqua nelle dita, attraverso la scrittura.

Ho trovato pagine di un antico amore. Quando apro un libretto e comincio a leggere mi ci vuole un po’ per capire di quale momento si tratta, di quale fase. Essendo una smemorata non trattengo date e ricordi che vanno sovrapponendosi in strati archeologici. Devo quindi scavare per trovare tracce.

Due taccuini erano relativi a un periodo di folle innamoramento. La frase “ti amo” era continuamente presente nella trascrizione di alcuni messaggi che io e lui ci inviavamo. Era un uomo che scrive e ama la scrittura come me. Direi che la nostra è stata una passione proprio basata sulla scrittura.

Un passaggio direi cinematografico mostra lui che passeggia nella città con in mano un taccuino interamente scritto da me e piange di gioia e commozione. Forse per questo nel sogno di stanotte ero in una sala insieme a due persone e dicevo: – Vi avviso: alla visione di questo finale di film non potrò fare a meno di piangere. Ho sempre pianto ogni volta che l’ho visto.

Non so se capita anche a voi, ripensando ad alcune storie amorose del passato anche piuttosto recente, di provare un senso di straniamento. Come se, appunto, si vedesse un film in cui non siamo noi i protagonisti. Per me è così. Mi pare incredibile di aver baciato, non dormito per l’agitazione, aspettato con trepidazione il momento dell’incontro con una persona che ora è nulla. Eppure in quella fase della mia vita era tutto.

Non so se buttarli quei tre taccuini trovati ieri, e già scampati alla moria del trasloco ( ne avrò già gettati a decine ).

Prima trascrivo alcuni messaggi e notazioni. Prima che la nebbia svapori ogni cosa. Prima che siano inghiottiti nel bidone carta.

Non sono con te

Ma sono sotto il tuo cuscino

Amando il tempo delle tue tristezze

So che il tempo avrà il tuo respiro

E i tuoi occhi, solo i tuoi.

*****

C’è tanto amore acceso

sotto la cenere dei silenzi

che forse non basta il cielo

a svelarne il colore

*****

Quando ti senti stanca

Cercami a pancia in giù

Tu sai che m’avvito al tuo silenzio

Che si apre alla mano

Complice il sogno

Andare a pesca di ami tra le tue labbra

******

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Scrivere

Taccuini

Ieri sera ho preso dalla pigna un taccuino. La grafomane nel tempo ne ha stilati parecchi di questi libretti. Lei ha un bisogno innato di scrivere scrivere scrivere. Come se i fatti – senza passare dal fissaggio della calligrafia – non restassero fermi nella memoria.

Comunque . Ha preso un taccuino e ha letto.

All’inizio la grafomane non comprende mai immediatamente la situazione: di chi si parla, quando è accaduto il fatto, qual è la fiamma, perché arde.

Poi dopo due o tre pagine mette a fuoco e ricorda. L’effetto immediato è di stupore e spaesamento. Ma davvero era lei ad arrabbiarsi inquietarsi attendere anche semplicemente un messaggio da lui? Davvero ha detto ” ti amo” a quell’uomo? Davvero è circolata tutta quella incredibile energia per lui?

La grafomane dopo la lettura ha la percezione netta che nel tempo lei è realmente cambiata. Che ora non aspetterebbe un segno dall’altro per un intero pomeriggio domenicale. Non palpiterebbe impazzita come una falena vicino alla luce fino a bruciarsi.

Oppure sì?

Prende il taccuino e, lentamente, straccia pagina per pagina fino a farne un bel mucchietto che finisce nel cestino della carta.

E ricomincia a scrivere.