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Trasformazioni

Dietro la legnaia c’è questa casetta, ricovero per attrezzi, della mia vicina.

Da pochi giorni il sole arriva alle 8.

Mi piace questo piccolo angolo che ha come sfondo alberi e rocce.

Poiché è il primo anno che vivo in questa casa ho deciso di fissare le trasformazioni nel tempo di questo luogo.

Ecco com’era alcune settimane fa dopo la nevicata:

Tra poco comincerà a ornarsi del colore delle rose. La mia casa – e la sua – é caratterizzata da alte piante di rose.

Ecco com’era questo angolo a fine agosto/settembre, quando ho iniziato ad abitare questa casa.

Tutto muta. Nulla è immobile e uguale a se stesso. Dovremmo imparare dal paesaggio la trasformazione. Invece spesso cambiamo il nostro abito, ma non il nostro modo di abitare il mondo.

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Casa Luoghi

Richiesta del giorno

Scrivi della casa dei tuoi sogni.

Nel mio periodo orientaleggiante: filosofia zen, meditazione e via dicendo, un compito era proprio quello di immaginare la casa dei propri sogni.

Allora stavo con il Principe così – da buon narcisista – amava auto nominarsi. Avevamo visto una dimora seicentesca sul lago con una torretta e un parco che digradava fino alla darsena privata. Salendo in torretta lo sguardo si apriva a trecentosessanta gradi con una vista mozzafiato su tre laghi. Un open space tutto vetrata.

Ecco: quella era la casa dei miei sogni. In quel periodo mai avrei pensato che dopo più di un decennio io, finalmente, avrei avuto un’altra casa dei miei sogni, ma in montagna.

Ho sofferto ai tempi quando il Principe non l’ha voluta comprare: quella del lago. Ora a distanza di tempo sono molto contenta di aver trovato questa altra dimora in montagna senza principi annessi.

Per chi crede nella Legge dell’attrazione io ho avuto quello che ho voluto. Solo in un tempo diverso e in un luogo diverso.

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Vecchie foto

Stamattina mi sono dedicata a versare migliaia di fotografie sul pc. È come vedere passare pezzi di vita e stagioni e momenti in un attimo. È vero, come ho scritto diverse volte che la fotografia di un tempo stampata su carta é tutta un’altra cosa, ma siamo in questo millennio e occorre adattarsi.

Mi ha colpito quanta neve c’era solo quattro – cinque anni fa

Basta guardare questo taglio nella strada per capire… Abito qui da sette anni e d’inverno c’era la neve. Punto. Inverno significava avere metri di neve qui in montagna.

La signora che incontro in Panoramica mi ha detto che quando era piccola c’erano annate che arrivava alle finestre del secondo piano. Lei ne ha vista e spalata così tanta che ora è contenta della mancanza di neve.

Invece a me spiace.

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Quattro gatti e poco più

In una giornata così con cielo blu indaco e temperature primaverili la cosa che lascia stupefatti è che in Panoramica non c’è nessuno.

La Panoramica è una bella stradina al cospetto delle cime che scorre quieta e assolata tra boschi e praterie. Lo dicevamo stamattina con la signora delle Nike portatrice di lunghi pezzi di legna: possibile che a parte quei soliti quattro gatti nessuno degli altri abitanti del paese dove abito trovino il tempo e la pena di farsi una bella passeggiata mattutina?

Che fanno tutto il giorno in casa? Abbiamo contato le persone che normalmente incontriamo: se va bene siamo in cinque lungo tutto il percorso. Altrimenti, come stamattina, in tre.

Chi ha pane non ha denti e viceversa. Come si fa a vivere in montagna e a non vivere l’ambiente e il panorama, l’aria il profumo il sole la neve della montagna? Mah.

Poi durante il fine settimana si riempie di turisti che fanno ore di auto per godersi quello che noi abbiamo gratis ogni santo dí.

Tempo permettendo, io esco. Sono una dei quattro gatti in Panoramica se non sono su al lago…

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I simboli

La mia nuova casa è piena di segni, date e simboli. Non mi sono ancora applicata a studiarli, ma sono davvero affascinanti.

1809 é la data incisa nella pietra del fornetto, grande risorsa di calore della sala.

Di fianco questa F che non so cosa significhi e un triangolo che pare un segno cuneiforme.

Poi c’è la trave che attraversa tutto il soffitto che è davvero come un geroglifico… Cosa vorranno dire questi simboli?

E per capire la data incisa occorre essere dei contorsionisti. Pare 1465.

Mi sono sbagliata la data è questa, l’altra immagine è una scritta. Comunque 1563 sempre una bella data antica.

A me pare incredibile vivere in una casa così antica. Chissà quante storie vi sono accadute, quante vite fiorite e appassite…

Legno e pietra che portano i segni del tempo. Come icone annerite dal fumo delle candele.

Anche per questo io amo questa mia nuova e ultima casa. Mia per sempre finché avrò vita.

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Riordinare

Riordinare significa affrontare tutte le cose che abbiamo accumulato nella vita.

Marie Kondo – Kurashi

Negli ultimi sette anni ho fatto diversi traslochi. Il primo ha comportato un lavoro che è durato mesi: la casa dove vivevo in città era piena di cose accumulate. È stata completamente svuotato l’attico di 140 metri quadri, la cantina strapiena e il garage. Ho dovuto guardare bene in faccia le cose accumulate in una vita e buttarne la gran parte.

Il secondo trasloco è quello che mi ha portato qui: nella mia nuova e ultima casa di montagna. Anche in questo caso ho dovuto scegliere di staccarmi definitivamente da molte cose e buttare.

Sto leggendo il libro di cui ho scritto ieri. Sono convinta che svuotare buttare liberare gli spazi faccia molto bene, anche se può sembrare molto difficile.

Per il motivo che particelle di vita passata rimangono attaccate alle cose e ci tengono legati al passato come piombini. È lo stesso motivo per cui quando un nostro caro muore non c’è nulla di più straziante che aprire il suo armadio. Come ho già scritto diverse volte: le cose e-mana-no. Non sono neutre.

Leggo dunque con piacere questo libro. Il mio obiettivo è di rendere lo spazio che abito il più piacevole possibile. Ed essenzializzare al massimo tutto, cominciando dall’abbigliamento. Pochi capi buoni. Tutto il resto è inutile.

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Cominciano i rossi

Cominciano i rossi dopo il giallo zafferano. Adoro questa trasformazione cromatica e quotidiana dei boschi. È il periodo in cui alzo gli occhi per ammirare. A volte, scendendo in valle, fermo anche la macchina per vedere le esplosioni.

Mi piacciono molto le tonalità rubino, granata, sangue di bue… che si stagliano sulle masse scure dei pini.

Queste immagini sono i paesaggi catturati oggi mentre cercavo e raccoglievo i “brusit” : i rametti secchi per accendere il focolare.


Aveva Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine (…) mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. Invece una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse a una tegola, non gli sfuggivano mai.

Italo Calvino

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In ciabatte

Ormai dalla parrucchiera posso andare in ciabatte. Il suo negozio è vicinissimo: mi basta attraversare la strada. Stamattina ci siamo anche gustate una brioche e un buon caffè chiacchierando. Ormai T. è mia amica. E quando avrà un attimo di pausa dal lavoro anche lei potrà attraversare la strada e venire da me per un caffè.

Quando torno su dalla valle in auto, come oggi, mi viene spontaneo scendere verso la vecchia casa e devo fare attenzione per ricordarmi che ora, invece, devo salire “ai piani alti” – dove anche d’inverno c’è il sole.

Altro esercizio utile attraversando la strada- che ora è senza macchine che passano – è un negozio Conad. Utilissimo per andare in ciabatte quando si è finito il latte o il pane. Peccato che prima di Natale si trasferirà su, nel centro del mio bel paese montano.

Comunque uscire da casa chiudere il cancelletto del giardino e trovarmi con pochi passi dalla mia amica parrucchiera mi piace molto. Oggi quando sono tornata ho trovato un mazzo di girasoli sul muretto nel mio giardino. Non so proprio chi li ha lasciati ma è stato un gesto che ho davvero molto gradito.

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Confronto

Questa immagine è stata scattata stamattina. Per chi mi scrive che sono nostalgica e il passato riluce sempre più del presente… sono andata a cercare com’era la montagna un anno fa nello stesso giorno

Una bella differenza vero?

E anche 3 anni fa

Montagna vuol dire neve e ghiacciai. Non palme e datteri. L’anno scorso mia madre che è stata qui una quindicina di giorni si è lamentata per il freddo… Direi che questa estate non avrebbe avuto motivo di lamentarsi visto che si boccheggiava anche qui…

Comunque, a parte le constatazioni meteorologiche ed ecologiche, voglio davvero ringraziare di cuore tutti quelli che hanno partecipato al Giocolinguisticodellunedí. È bello ritrovarvi. Come ho già scritto altre volte: capita che il vicino non ti scaldi il cuore come il lontano. Grazie.

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Rose

Ormai, ogni volta che vado per i lavori nella casa nuova, la prima cosa che faccio è curare le rose. Direi che ho scelto questa casa per le rose che da terra arrivano alle finestre del primo piano. Sono così belle.

La prima è di questo rosso acceso, la seconda è di un rosa pastello chiaro. La terza è un misto tra il rosso e il giallo. Mi sono così arrabbiata quando il muratore me l’ha tagliata perché doveva fare dei lavori per il contatore della corrente… La loro bellezza è infatti l’altezza. Sono piante che ne hanno passati di anni…

Le innaffio prendendo acqua alla fontana di pietra che gorgoglia proprio vicino al box in legno. Poi taglio i rami secchi per dare vigore alla pianta (come ho già scritto a volte occorre tagliare per liberare e dare forza: capita così anche ai nostri rami secchi che ci tengono legati a un ingombrante passato che non ci permette di proseguire più liberi).

In questi anni quando mi capitava di entrare in questo vicolo mi sedevo sulla panca di pietra della chiesa per ammirare la casa delle rose. Mai avrei immaginato che un giorno sarebbe stata la mia casa.

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Attimi Luoghi

Assaporando

Assaporando ogni bocccone della brioche assaporando ogni sorso di ginseng assaporando ogni debole raggio di sole e ogni nuvola assaporando ogni verde della pineta assaporando ogni riflesso nell’acqua Tiffany…

Sono salita assaporando ogni testo della mia compilation musicale nelle orecchie mentre pensavo a quando eravamo così innamorati che lui voleva vedermi ballare tra le luci che formavano e disfavano macchie sulla parete… La musica ci apparteneva. Mentre facevamo l’amore mentre viaggiavamo mentre eravamo ai concerti… Gli piaceva il mio corpo mentre ballavo fluida. Come Salomé. Come Isadora Duncan.

Non credo più all’amore e ho nausea dei filmetti romantici. La mia stola rosa shocking è volata via come la sciarpa di Isadora stringendomi il collo. Soffocandomi.

Non credo più a molto in questa vigilia di Ferragosto che detesto. Neppure all’amicizia. Potrei incontrare la mia amica del tempo che fu. Potrei guardarla negli occhi per dirle: Credi ancora che avrei potuto rubarti il fidanzato?

Non credo più a chi non mi crede.

Cammino ancora ballando se la musica mi impone un ritmo. Ballo per me. Assaporo da sola per gustare fino in fondo questa caramella così amara che è la vita.

Mi rimane il cammino, il lago Tiffany e il verde smeraldo di alcune improvvise rifrazioni.

P. s. Ringrazio Juan Crivello per la ri-pubblicazione

https://masticadoresitalia.wordpress.com/2022/08/15/

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In agosto

In agosto chi abita qui non può neanche accedere alla piazza per parcheggi pieni. Quindi se ha qualcosa da sbrigare deve salire prima delle 9.

Anche i negozi sono inaccessibili per via della folla dei turisti. L’unica gelateria che è aperta solo nei mesi estiva, risulta inaccessibile. Voi direte: che c’entra il gelato? Io non ne mangio da anni.

Sono seduta al bar della piazza e ormai i parcheggi sono esauriti. Devo aspettare che un esercizio apra. Com comodo. Senza nemmeno un orario sulla porta.

Io già detesto l’estate. Questo agosto, appena iniziato, mi sarà davvero insostenibile. Tra le cavallette turistiche, il caos, il caldo, il monte così nudo… e i lavori per la nuova casa spero che passi molto molto presto. E arriverà il dolce calmo settembre. E l’ancor migliore ottobre.

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Luoghi

È tutto qui?

– È tutto qui il lago? Mi hanno detto vai, vedrai che bello…

Così dice il turista con la sua asta per i selfie.

Come spiegargli che questo specchio d’acqua cambia colore tono trasparenza a ogni ora del giorno e in ogni mese dell’anno? Come spiegargli che io – che lo posso vedere sempre da quasi sette anni – mi fermo sempre incantata e spesso lo fotografo ammirata?

Verde Tiffany smeraldo verde bottiglia blu turchese latteementa ottanio…

Come spiegargli che un luogo è bello solo nello sguardo di chi guarda. Che la stessa persona, per chi ama, può apparire sempre diversa e di una bellezza rara ad ogni ora di luce o di tenebra?

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Acqua

Siamo ormai in grave emergenza idrica. Stasera da noi non ci sarà acqua dalle 19 per tutta la notte.

Come sempre gli umani si rendono conto dell’importanza di qualcosa quando manca.

Queste immagini risalgono a qualche anno fa perché il biennio di pandemia ha come messo uno steccato di non luogo e non tempo… Spero di poter tornare presto a vedere questi luoghi così freschi d’acqua trasparente e pura.

Anche se i nevai ormai sono estinti e le previsioni danno sole sole sole…

Buona serata

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Fiori Luoghi

Primula irsuta

Questo fiorellino montano si chiama Primula irsuta

Ha davvero un colore splendido e nasce su ripe rocciose dai 1200 metri in su.

http://www.clubaquilerampanti.it/Primula%20irsuta.htm

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Latte in latta

Uno degli aspetti belli del vivere in montagna è la permanenza di gesti antichi. Come ammucchiare legna e accendere il focolare. E come incontrare persone con il secchiello di latta che vanno a prendere il latte fresco in fattoria. Niente plastica. Una latta che serve per sempre.

Non ricordo il sapore del latte della mia infanzia anche perché, come molti, sono diventata intollerante al latte vaccino.

Chissà perché il ricordo del sapore dei cibi di un tempo rimane così vivido e nostalgico… come le ciliegie che raccoglievo e mangiavo direttamente sull’albero.

Altro che plastica.

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Attimi Luoghi

Nubi e acqua

Finalmente piove da una settimana

La preziosa acqua scende nuovamente in cascate

Riempie il ruscello cromatico

Il ciliegio fiorisce nell’abbraccio col maestoso paterno abete

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Tutto turbina

Tutto Turbina nella pozza dei giganti come nel calderone alchemico. Trova l’oro, trova il suo bagliore in questo acquoso pagliaio. Trova l’ago trova l’agio.

Tutto turbina e tuona scrosciando l’acqua che c’era – quando tutto era oro eppure non sapevamo ri-conoscerlo: così prezioso e lucente nel palmo aperto.

Tutto è turbine e tuono e tentennare tintinnando tra fili di paglia.

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La prima volta

La prima volta che ho fatto un piccolo pezzettino del percorso che porta al lago era un aprile di sei anni fa. Ricordo la fatica nel salire. C’era la neve per terra e faceva freschino. Quel giorno mai avrei immaginato che quel percorso sarebbe stata la mia agile via per salire al lago quotidianamente nella bella stagione.

Stamattina ci sono tornata su questo mio consueto percorso perché ormai non c’è nemmeno più ghiaccio. È diventato un luogo casa. Conosco ogni pietra e ogni albero. Purtroppo da molto tempo non è più stato possibile vedere selvatici. L’ultimo forse risale a prima del lockdown ed era una femmina di cervo.

Il guardiano della diga ci ha detto che non ha mai visto lupi: su al lago. Chissà… Perché ogni tanto compare qualche resto di ossi completamente scarnificati.

Non è certo un lago come certi famosi del Trentino… ma a me piace sempre per il suo mutare. Non è mai uguale a se stesso.

Anche ora che ha poca acqua e si formano isole di sabbia. Qui non piove e non nevica da tre mesi.

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Deviazioni

La vita è così. Non è un ruscello che scende dal monte a valle. È più un labirinto con viuzze strette. Andare a destra o a sinistra non è sempre una nostra scelta perché talvolta è il fato a decidere per noi.

Ultimamente risuona Mosca nelle cronache di guerra. E, come già ho raccontato altrove, io a Mosca avrei dovuto vivere se avessi seguito una viuzza invece che un’altra del labirinto.

Avrei dovuto seguire il mio fidanzato dopo averlo sposato. Ma non l’ho seguito e l’ho di fatto lasciato quando è arrivato a prendermi col colbacco. Mia madre anni dopo mi ha detto di averlo visto in un servizio televisivo stava con Putin e altre persone. Sapevo che avrei avuto una vita agiata se lo avessi seguito. Autista cuoco personale di servizio e, naturalmente una sontuosa dimora.

Non ho mai rimpianti rispetto a quello che lascio. Mai. Mi è venuta in mente questa altra mia storia se avessi voluto vivere un’altra vita in un’altra città così tristemente famosa in questo periodo bellico per il suo presidente dagli occhi freddi.

Sono felice di aver scelto una casetta in montagna.