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Attimi

Rubini

Immagine fotografica di Eletta

Ieri ho mostrato a mia madre, che non lo aveva ancora visto, un magnifico anello con zaffiro che mi ha fatto un mio amico gioielliere. La pietra preziosa riluce di un turchese celeste splendido. Questo anello è un dono che mi sono fatta: dando in cambio un orologio con pavé di novanta diamanti, che mi aveva regalato il mio ex.

Tanto il dono è simbolico e quindi non solo ancorato al valore in sé, tanto acquista il “mana“: cioè e-mana.

Se non emana più e diventa perciò un oggetto morto, tanto più – senza alcuna remora – io lo abbandono e me ne libero.

La medesima situazione – di grande distacco dall’oggetto prezioso – l’ho già agita anni fa. In quel caso operando una scelta ancora più forte di un baratto.

Penso di essere una delle poche persone ad aver messo un prezioso monile ( perle smeraldo e diamanti ) in un sacchetto di velluto per poi gettarlo con forza da un ponte zen di legno in mezzo a un placido laghetto.

Là giace in mezzo ai fondali e pesci lacustri. Forse, colpito da un raggio di luce, ancora riluce.

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Amore

Mano nella mano

Stamattina ho visto passare una coppia di mezza età. Camminavano mano nella mano.
Sono sempre felice di vedere una coppia così.
Sarò romantica ma l’amore, a mio parere, si vede si esterna e si concretizza anche in questi gesti.

La valutazione di una coppia può essere fatta a partire dalla prossemica.

Più sono vicini, più sono affiancati nel cammino, più lo sguardo dell’uno è collegato con lo sguardo dell’altro.

C’è stato un periodo in cui anch’io ho camminato mano nella mano. Una cameriera, servendoci alla caffetteria, ci ha detto:

– Posso dirvi una cosa?

E noi abbiamo risposto:

– Certo.

– Volevo dirvi che siete proprio una bella coppia.

L’affermazione ci ha fatto molto piacere anche perché, a livello estetico, non eravamo poi così ben assortiti.

Mantieni il bacio – mi sembra sia il titolo di un libro di Massimo Recalcati. Non l’ho letto, ma il titolo mi piace. Perché c’è un invito che non è sempre semplice mantenere e assecondare.

Mantieni il bacio, mantieni il contatto, mantieni il rispetto, mantieni l’ascolto, mantieni la gratitudine di avere accanto una persona anche se non è il primo mese: il primo tempo dell’idealizzazione, dell’infatuazione, dell’innamoramento.

Mantieni lo stupore verso l’altro e il suo mondo. Sii grato/a del tempo che puoi vivere insieme. Fatti alterare dalla sua presenza, sporgendoti dal tuo Ego. Impara a vederti nei suoi occhi. Fai in modo che ogni giorno sia vivo con lei/lui accanto. Non dare mai per scontata la sua presenza. Fai fatica a modificare certi tuoi comportamenti per adattarti alle richieste dell’altro/a.

Conquista il suo cuore con piccoli gesti o grandi gesti, non solo con le parole.

Come scrivevo ieri in un commento, Barbablú quando si è reso conto di avermi veramente persa, mi mandava tutte le settimane sontuose composizioni floreali da Mosca, non dal negozio dietro l’angolo, con bigliettini pieni di parole dettate dal cuore e dettate a Interflora.

Chi vuol bene fa gesti per non perdere chi ha vicino. Gesti forti.

L’inerzia non è amore.

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Parole

Foglietti e

La bonifica non termina mai.
L’ultimo reperto archeologico è sorto mentre l’uomo mi appendeva le vetrinette che la maldestra donna, spolverando, aveva fatto cadere.
Il piccolo terremoto ha sbalestrato tutti gli oggettini che vi erano riposti. Cosine d’argento e piccoli libriccini.
All’uomo che ha trapanato, come ringraziamento, ne ho regalato uno. Lui per correttezza e cortesia l’ha dimenticato sul tavolo: la mamma non gli ha insegnato a prendere e ringraziare.
Uno piccino di cuoio ha attirato la mia attenzione e così l’ho aperto. Una magnifica dedica in lettering gotico. E poi, pagina dopo pagina, piccoli collage che di me parlavano. Me lo sono immaginato il mio Principe curvo con colla e forbicine a farmi la sorpresa.
Così lui torna sempre, nonostante la bonifica del trasloco e tutte le pagine buttate stracciate bruciate.
Lui sbuca sempre da un angolo impolverato, da un libro intatto e dimenticato.
Lui salta fuori a sottolineare la totale disperata assenza di gesti e di parole che corona oggi la mia vita.