Categorie
Poesia

Tu sei

Immagini fotografiche di Eletta Senso


Tu sei per me: il viaggio e la resa.
Il foglio bianco che m’accoglie
in rivoli sensuali
e nei tortuosi fiumi.
Tu sei per me il mare e il cielo
la burrasca e la tormenta. Il fiorire
effervescente della primavera.

Tu sei le bianche lenzuola dove
s’insinuano le vette e le cascate.
Tu sei il nido e il caldo della nicchia.
Il sole che si fa luce nella lamina
che entra.

Tu sei per me il suono che m’avvolge
il ritornello che macina, il succo che
tracima.
Tu sei le nuvole che si sciolgono.
I fili porporini del campo
che s’infiammano la sera.

Categorie
Poesia

Bouganville

Bougainville – ho detto alla signora


né ginestre gialle né genziane blu


mentre passeggiavo sulla via dell’amore


e nella mente frullavi solo tu.



Solo un gabbiano dal volo radente


forse eri tu – mutato nell’aspetto


si è mischiato tra molta gente

e
quasi quasi

mi beccava il corsetto.



Sotto di me mugghiava forte il mare


contro neri scogli schizzava all’insù.


Il vento m’ha detto: – Non t’infuriare.


M’infurio io, tu sei una Furia in più.



Scendeva la pioggia cadeva cadeva


acqua dal cielo, acqua persa nel blu.


Rubar dei fiori laggiù non si poteva


nel parco marino quale pianta eri tu?



Un’agave lanciava la sua lunga spada


obliqua e sparata sull’alta sponda.


Io mi chiedevo, facendo la strada


se la tua mente fosse già

su un’altra fronda.



E più da te mi allontano


– in paesi abbarbicati sui dirupi –


più passa il tempo e più ti sento strano


in nere foreste, abitate da lupi.



Tra mille cose, per tenerti occupato,


fuggi l’idea di me presente e viva.


Stare con te – dici – è tempo sprecato.


Rinneghi l’idea ch’io sia fuggita e rida.



Neppure t’avessi davvero ferito al petto:


avevo sol bisogno di distrarmi un po’.


Lasciar candide lenzuola sfatte a letto?


Che t’importa se ciò che dico,

poi non lo fo?

Immagini fotografiche e testi di Eletta Senso

Categorie
Poesia

Poesie per l’estate 3

3

Ricordarmi del tuo amore?

Risonavano le ore.

Devo andare devo fare

Non ho tempo per giocare.

*****

Risonavano gli appelli:

Tu non c’eri. È colpa mia

Se ogni istante volavi via?

******

Che bello amarti amore mio

Riscoprirti sul piumino

Intatto sfatto cotto

A puntino e per benino.

******

Che bello amarti dopotutto

E sentirmi la regina

La tua schiava, la tua dea.

Puoi condurmi dove vuoi.

È reale questa idea.

*******

Inserita dentro te

Avvitata alla tua vita

Incenerita nelle dita

Annebbiata rincretinita

Da un Martini troppo osé…

******

Non so far altro questa sera

Che pensare a te – a me

Quasi per una vita intera.

Fine

Categorie
Poesia

Poesie per l’estate 2

2

Ero solo un po’ in disparte

a rodere le cose

a cercare un angolino

per risolvere un giochino.

Ero solo un po’ fuggita

per giocare con la vita

mi hai rimesso in posizione

richiamata all’attenzione.

Sono io il tuo signore.

Il tuo unico padrone.

Non mi son dimenticata

ero solo un po’ annoiata.

Tra le carte quotidiane

tra le polveri ammuffite

ricercare un po’ di sole

incendiare qualche lite.

Ero solo un po’ distratta

troppo avvolta nell’ovatta.

M’hai lasciata tutt’a un tratto

isolata nel distacco

senza tatto

senza amplesso

senza resto

senza appello.

Ricordarmi del tuo amore?

Risonavano le ore.

Devo andare

devo fare

non ho tempo

per giocare.

Categorie
Poesia

Poesie per l’estate

Visto il periodo ferragostiano propongo poesie leggere direi più filastrocche…

Buona lettura

1

Che bello amarti dopotutto…

Ondeggiar sull’ altalena

del tuo andare e ritornare

del mio venire e allontanare…

Che bello amarti dopotutto

veleggiar sulla scogliera

cavalcando dei marosi

incontrando dei curiosi

evitando gli scontrosi.

Mi riprendi col tuo lazo

mi conduci col guinzaglio

mio signore mio padrone

non lasciarmi allo sbaraglio.

La mia penna un po’ ubriaca

non sta ferma e non sta al gioco

neanche un poco:

s’é decisa alla riscossa

– già privata del suo giogo –

s’é rimessa a lavorare…

Lascia bava lentamente

lascia segni nella mente

vuol percorrere lo spazio

vuol segnare il continente.

Intanto io

– che non ho deciso niente –

dolcemente mi abbandono

al risciacquo del richiamo:

– Sì, arrivo.

Te l’ho detto che ti amo.

Categorie
Poesia

Banchi di nuvole

Passano i corvi alpini

schizzando banchi di nuvole

palpitano con smorfie d’ali

con ritmo lesto

e frequenti spasmi

sotto la luce della rosa luna

che espande

polvere d’argento e talco

Categorie
Poesia

A te


A te:

perché rifiuti il mio corpo

per lunghissime ore,

io dono uno stiletto.

Penetrerà nella tua schiena

mentre sosti per infinite ore

rapito.

Ho sognato di volare,

volavo leggera,

lontano dai pesi di piombo

del tuo umore nero.

Per troppo tempo muta e ferma, accovacciata ai tuoi piedi.

Serva e schiava dei tuoi capricci,

del tocco distratto.

Neppure lo spazio del letto

neppure la colma rossa del divano.


Ombroso uomo rapito lontano

dalle rapaci mani del tuo passato.

Incapace di lanciare nel cielo del domani.

Non lascerò senza castigo

la tua indifferenza.

Me ne andrò

fuori dai giochi perversi.

Tra i fili del desiderio.

Stanca di elemosinare carezze.


Libera volerò nel nuovo cielo notturno dove le stelle.


Vedremo l’effetto che farà lo stiletto nella tua carne, l’aguzza punta.

Tu mio aguzzino sarai punito per ogni secondo e secolo di dimenticanza.

Categorie
Poesia

Emily

Così come ho fatto per Luzi andrò a caccia – con un retino da farfalle – dei colori usati nella poetica di Emily Dickinson.

Gonna scarlatta
Nella schiera vermiglia
L’orma di un piede vermiglio
Un dito porporino
Cravatta rossa
Un ordito di porpora
Un filo d’ambra
Stracci di smeraldo
La lunga città bianca
È troppo rossa
I morti vestono di bianco
Un ricordo di ametista
Navi di porpora
Dalle vesti bianche
Troppo argenteo
Sfera d’umile verde
I lillà
Sotto un peso viola
Ignari del dono scarlatto
Con un azzurro
Rossa prigione
Un gomitolo d’argento
Il violetto
Pareti rosse
Bianco vessillo
L’ultimo grigiore
Un becco giallo
Programma purpureo
Immensità d’argento
In un rosso turbinio
Piedi argentei
Acque verdi
Brivido verde
Spettro di smeraldo



Questi i nomi dei colori in trecento pagine. Non molti. Il rosso in tutte le tonalità trionfa.


She sweeps with many-colored Brooms –
And leaves the Shreds behind –
Oh Housewife in the Evening West –
Come back, and dust the Pond!


You dropped a Purple Ravelling in –
You dropped an Amber thread –
And how you’ve littered all the East
With Duds of Emerald!


And still, she plies her spotted Brooms,
And still the Aprons fly,
Till Brooms fade softly into stars –
And then I come away –


Ella spazza con scope iridescenti
e lascia indietro i cirri.
Massaia dell’Occidente serale,
torna a spazzar lo stagno!


Tu vi hai perduto un ordito di porpora,
tu vi hai perduto un filo d’ambra –
ed hai cosparso poi tutto l’Oriente
di stracci di smeraldo!


E quella adopra le scope screziate;
ed ancora svolazzano grembiuli;
finché le scope piano si dileguano in stelle,
e allora mi allontano –


Ma quanta luce e quanti colori emergono attraverso i versi della Dickinson, scaturiscono via via dalle cose nominate: erba, fiori, calabroni, sole stelle e pietre preziose.


L’amore per me è un prisma
Che supera il violetto

Suspence _ is Hostiler than Death –

Così scrive Emily Dickinson in una delle sue poesie

L’incertezza è più ostile della morte.
La morte, anche se vasta,
è soltanto la morte e non può crescere.
All’incertezza invece non v’è limite,

perisce per risorgere
e morire di nuovo,
è l’unione del nulla
con l’immortalità.

Emily come Sylvia Plath, come Virginia Woolf, come Anais Nin o la Merini… Donne “diverse” che amano la scrittura più di ogni altra cosa. Eccentriche. Difficili. Non soggiogabili.

Nella serie che sto vedendo su Apple mi pare scaturisca bene il temperamento di Emily Dickinson. Sicuramente non una donna che avrebbe scelto di fare la casalinga e accettato di sposare i vari pretendenti che la madre, di volta in volta, cerca di proporle.

Per fare poesia, vera poesia, occorre essere fuori da ogni schema come un folle. Si cattura l’essenza pagando il prezzo della esclusione e del confine.

Categorie
Poesia

La mia coperta di stracci


La mia coperta di stracci
attende
l’ordine dell’ordito


E la trama si dipana


– tra sonnolenti giorni


senza ricamo –


se non di neve

lenta


fuori dalla finestra.

Non lascio

orme


se non nel sogno


su sabbie bianche…

Ti tolgo
dieci occhiali neri dagli occhi
– che non vedono
il troppo chiarore
del mattino –

Nessuno si sporge
dal balcone


– del proprio affaticato io –


per un canto


di tiepida speranza.

E
viene subito la notte
a inghiottire il nulla

Categorie
Poesia

Mi cantava canzoni


Mi cantava canzoni

con la voce
suadente
carezzevole


suonava con arte
lo strumento
per me.


Con arte
suadente
carezzevole
mi raccontava della moglie:
della moglie
persa
nella nebbia.


E lui che non trovava più l’armadio
nella stanza
e neppure la stanza:

tutto evaporava
e non c’era più
lo spazio
e il tempo.


Così si confidava
con le parole suadenti
e carezzevoli.


E intanto,

lacrimando lacrime arse,
beveva i miei occhi
si nutriva delle mie labbra
passava sul mio corpo
le dita:
le dita sue suadenti
e carezzevoli.


Con gli occhi appena inumiditi
da commediante esperto
affranto e malinconico
quel tanto che basta.


Poi
mi ha infilato
nella schiena
uno stiletto.


Il sangue è colato
sul pavimento bianco
ha disegnato
un arabesco rosso
in modo così suadente
così
carezzevole.


La mia vita

è evaporata

evaporata

nella nebbia


e non c’era più l’armadio


a contenere i miei vestiti.

Categorie
Poesia

Natale di Ungaretti: poesia oggi viva

Non ho voglia

di tuffarmi

in un gomitolo

di strade

Ho tanta

stanchezza

sulle spalle

Lasciatemi

così

come

una cosa

posata

in un angolo

e dimenticata

Qui

non si sente altro

che

il caldo buono

Sto

con le quattro capriole

di fumo

del focolare

Napoli, il 26 dicembre 1916

Mai come quest’anno il sentire di Ungaretti è il nostro intimo sentire. Ho tanta stanchezza sulle spalle richiama la “fatigue”, la fatica che ci segna dall’inizio di questa pandemia, il nostro continuo adattarci a nuove regole spazi e tempi con l’abbandono – speriamo momentaneo anche se molto lungo – delle nostre abitudini di vita e socialità.

Come una cosa posata in un angolo e dimenticata. Siamo soli, canta Vasco. Di fronte a quest’ora mesta siamo soli. Comunque soli nell’affrontare un Natale differente con le lucine intermittenti dell’albero e del calendario. Comunque soli a cercare un po’ di conforto dal focolare dove guizza una fiamma, piccola ma viva, di speranza.

Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade. Pare che ai più non sia mancata la voglia considerato l’assalto ai negozi per lo shopping natalizio. Il rito dello scambio di doni del nostro Natale deve fare i conti anche con l’economia in bilico sul disastro. L’alternativa, per non tuffarsi in un gomitolo di strade, era l’acquisto online, ma c’è il Cashback e occorreva usare le carte…

Sono passati tanti anni dalla bellissima poesia di Ungaretti. Come tutte le vere poesie dei grandi poeti ha un valore semantico che il tempo non scalfisce. Anzi: amplifica.

Immagine fotografica di Eletta Senso
Categorie
Poesia

Carta Carbone: “Palpitante” di Nadia Alberici

PALPITANTE ogni tanto ci trova la sera Si rannicchia sotto l’assito del tetto e noi accendiamo per lei la lampadina palpitante   Di riunirci nel silenzio appoggiate ai tronchi del giardino è sicurezza è stare congiunte al cielo che scende   il mondo si cala in basso e ci avvolge Essere nella consueta vita passata? […]

Carta Carbone: “Palpitante” di Nadia Alberici
Categorie
Poesia

Tutto è volato via

Tutto è volato via

nell’inclinato cielo

tra dettagli dialettici

: come sa farsi di cera il ricordo!

Eppure dimentichiamo

correlazioni e nessi

– distratti da ritagli di figurine

che poniamo

con acuta noncuranza

nel collage dell’esistenza.

Categorie
Attimi Poesia

Azzurri

Acquarello di Eletta

Urlano gli azzurri

tra scritture di luce:

l’alba è intorpidita

nel tuo muto abito

– increspato dal vento.

Tengo tra le mani

una tacita solitudine.

Mi raggela

la morbosa visione.

Categorie
Poesia

Danza

Immagine fotografica di Eletta

Apri i tuoi rami ambrati

e le inseparabili ciglia

– così nere d’inchiostro.

Caccia ogni debolezza

nella nera tenebra

tra l’erba che rinasce

– così sempre rinasce –

sotto le macerie

e i pesanti passi.

Danza sui prati

come un piccolo insetto

sul fondo d’oro

– dimentica

gli sciami di spilli

e le soffocanti teche –

Fatti spuntare ali di rugiada

sotto la costellazione del gelsomino.

Vola come una ghiandaia calligrafica

e componi versi leggeri

come fronde di nubi.

Perdona la tumultuosa febbre

e l’affanno:

fatti capanna del cielo.

Categorie
Poesia

Fiore di ghiaccio

Immagine fotografica di Eletta

Fiore di ghiaccio

per te bambola

chiusa nella bara di vetro

dove ti ho rinchiusa

per i tuoi occhi

di porcellana:

bimba mia,

mia bimba cresci

con i tuoi capelli di paglia

e quelle piccole mani

incrociate sul petto…

ti ho nascosta in cantina

ma tu hai voluto salire

su in soffitta

avvolta nelle nuvole e ragnatele

del tuo inutile passato.

Così corri

mentre ti addento e divoro e strappo

e lacero le tue vesti e vestitini

e pizzi e trame e trine

per farti mia. Bambina mia.

Categorie
Poesia

Risorge

Immagine fotografica di Eletta

Risorge il cuore

nel brulicare dell’effervescente.

Mi disseto di parole

– dopo tanta arsura.

Ho note

che saltano nella neve.

Categorie
Poesia

Dorme

Immagine fotografica di Eletta

Dorme

– ignaro del tempo

che macina

fredde dita:

nell’algido riserbo di

pagine sfogliate;

dorme

– appeso al filo notturno –

con caldi lembi

di tiepido ventre;

raggomitolato

nel terrore del vuoto

sosta

con la maschera aliena.

Categorie
Poesia

Ore insipide

Immagine fotografica di Eletta

Nella patina grigia

– delle insonnie –

camminavo

verso boulevard disertati

con il ricordo fermo

di ore insipide.

Uno spillo di irritazione

sotterranea

come una tempesta

magnetica

mi chiede un rapido salto:

abbandonare i pesanti panni

e l’atmosfera letargica

per un grammo di voluttà.

Categorie
Poesia

Tappeto

Immagine fotografica di Eletta

Ogni colore si espande e si adagia negli altri colori

Per essere più solo se lo guardi

Giuseppe Ungaretti