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Il sole

Il sole sorge sempre più lento, tira con pigrizia il nero mantello d’ombra. Quando arrivo al lago è per metà scuro e il sentiero freddo di tenue brina. Poi, il luccichio compare saltellante e vivo. L’acqua sceglie il suo abito verde blu turchese smeraldo.

Tra una settimana il rito terminerà. Il rifugio chiude il servizio bar. Dovrò cercare un nuovo panorama per aggiungere gusto alla colazione.

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Attimi

Aiutati che il ciel ti aiuta

( Immagine fotografica di R & L )

Oggi sono salita al lago, ho fatto colazione davanti all’acqua turchese placida e immobile rotta solo ogni tanto dai cerchi concentrici delle trote. Poi mi sono sdraiata sulla sdraio a prendere il sole e ho messo gli auricolari per ascoltare musica. È con la musica che poi ho camminato fino alle vecchie miniere. Il bosco in parte era in ombra. Ormai il sole è sempre più basso e lento. Ci sono dei brani musicali che non mi permettono di stare ferma: il ritmo è così forte che provoca la danza. Quindi ho ballato camminando. Oggi c’era poca gente su essendo ormai settembre. E, francamente: pensassero pure quello che volevano vedendomi ballare.
Ho sempre pensato di avere una remota origine africana per via dei tamburi. Non posso stare ferma quando sento battere a ritmo forsennato la batteria. Nessuno dei miei uomini mi ha mai portata a ballare.
Quando le gambe hanno cominciato a essere stanche ho deciso di scendere a casa. La strada nel bosco era vuota e quindi mi sono messa a cantare le canzoni italiane che ho nella mia personale lista. Solo all’ultimo tornante ho visto una macchia umana giù. E solo dopo aver girato l’ansa ho notato tre uomini che mi guardavano fermi sul limite. Uno di loro, un magnifico uomo aveva un magnifico cane dal pelo folto. Ho detto:
– Che bello.
E solo allora mi sono resa conto che nel trio c’era anche il mio vicino di casa, che ho salutato con un ciao.
– Ci chiedevamo chi era la fata che scendeva cantando…
Ho sorriso. E, come so fare io, ho detto:
– Grazie per la fata, a me piace molto cantare e anche ballare. Quando penso di essere sola.
Ho salutato il gruppetto e sono tornata giù.
L’uomo con il cane mi ha seguita. Ho sentito che diceva che, purtroppo, doveva tornare a lavorare.
Arrivata a casa mi sono messa in giardino, giusto il tempo necessario per salutare con il braccio alzato il magnifico uomo e il suo cane.

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SETTEMBRE

S cende l’
E state verso
T empi di
T erre di vendemmia
E
M iele di
B rina
R ilucente tra le
E statiche nubi