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Non ho bisogno

Non ho bisogno della benedizione di nessuno qui: in questo mio recinto di assoluta libertà.

Non raccolgo elemosine né consensi, assensi, assoluzioni.

Mi piace scrivere quello che desidero e vivo. Hanno cercato di censurarmi modificarmi spiarmi con manovre alate di rapaci.

Lasciatemi almeno qui la libertà di volare dove voglio senza diktat: tranne il rispetto del lettore.

Siamo talmente condizionati dalle manovre implicite esplicite sottili nascoste continue dei media. Tra poco ci metteranno microchip sottopelle per indicarci meglio l’unico cammino…

Almeno qui, senza tante false cerimonie, io scrivo quello che sento senza dover pagare tasse e gabelle.

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Auguri al mio blog

1794 articoli scritti in 6 anni.

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Per quei 4 gatti…

Qualcuno molto cattivo, e penso anche invidioso, mi ha detto un giorno: Per quei quattro gatti che ti seguono…

Al di là del fatto oggettivo che i numeri parlano e non sono proprio 4 gatti, ma fossero anche 4 gatti io sono felice di con-dividere con loro. Come ho già scritto anche qui, in questo fazzoletto virtuale, quello che scriviamo e che riceviamo sono semi. Vibrazioni che si espandono. Magari germinano buone cose. Buone azioni. Buone sensazioni. Le parole e-mana-no.

Ho iniziato a lavorare per impostare un per-corso sulla capacità di vedere e disegnare. Ho detto: chissà se piacerà. Chissà se qualcuno proverà a fare gli esercizi…

Ecco: oggi ricevo un commento da Leonardo che vale già tutto il lavoro. Un solo commento, una sola persona eppure già dà senso a tutto.

Continuo a credere pensare e lavorare perché credo che avere un blog ha un senso. Tutto quello che ho raccolto attraverso i vostri commenti e feedback valgono tutto l’impegno.

Eh, sì perché avere un blog è anche un impegno. Infatti la persona che ha fatto il commento velenoso ha aperto un blog, scritto 3 post e poi ha scoperto che ci vuole tempo pazienza lavoro. E ha abbandonato.

Naturalmente ciascuno è libero di fare o non fare un blog. Naturalmente non tutti quelli che non fanno niente devono buttare fango su chi invece qualcosa fa.

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MasticadoresItalia

Condivido con piacere il link di MasticadoresItalia. In questo sito compaiono interessanti articoli di amici/amiche che trovo anche su WordPress e ci sono anch’io…

MasticadoresItalia // Editore: J re crivello https://masticadoresitalia.wordpress.com/

Buona lettura

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Attimi

Anniversary

Grazie a tutti quelli che mi leggono e seguono nel mio racconto e percorso.

Grazie alle 45mila visualizzazioni dell’anno appena finito.

Grazie a chi mi commenta e grazie a chi mi regala vicinanza e buone parole.

Grazie a tutti quelli che leggo e che mi regalano ottime riflessioni e simpatiche risate.

Scrivere in un blog è un piacere per questa condivisione. Ci si sente meno soli e così è stato in questi due terribili anni.

Molti di voi sono ormai compagni di viaggio da tempo come Massimo Legnani che è stato il primo a leggermi e seguirmi.

Mi è arrivata questa notifica e io neanche sapevo che erano già passati 5 anni. Un caldo saluto amici di cammino. Buon viaggio a tutti

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Attimi

Chi siamo

Immagini fotografiche di Eletta Senso

Chi siamo come ci presentiamo sotto quale maschera ci nascondiamo. Gli articoli e le immagini che postiamo. Qualcosa di noi comunque trapela. Una certa ironia. Una leggerezza nel racconto. Una velata malinconia. Una incolmabile ignoranza. Una discreta sapienza. Una sete di sapere. Un conformismo diffuso. Qualche voce fuori dal coro. Qualche anima bella. Qualche vero poeta.

In questo spazio lasciamo tracce. Qualcuno è partito per altri lidi o cieli. Qualcuno rimane sempre intorno al fuoco del nostro raccontarci. A me piace questo calore. Ritrovarvi è ritrovare persone care. Vi conosco ormai per nomi. Nomi pieni di anima che arriva. Per questo vi ringrazio. Stasera.

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Non sopporto…

Ora ve lo devo proprio dire. Nei blog non sopporto i pezzi lunghi. Per leggere molto e a lungo ci sono i libri e i quotidiani. A parer mio.

Apprezzo, al contrario, i pezzi corti. Più corti sono, più li apprezzo. Mini storie, mini racconti, mini esperienze.

Poche righe, a volte, dicono di più di molte lunghe parole.

Per questo motivo mi scuso in anticipo, ma non leggerò mai articoli postati che richiedono una lunga concentrazione e molto tempo.

Devo leggere ancora molti classici che mi mancano. Il tempo è prezioso.

Naturalmente è sempre una questione di misura ed equilibrio. Ci sono persone che postano articoli interminabili, lunghissimi. Francamente non so quanti sono disposti a leggerli dall’inizio alla fine eppure mettono “mi piace”…

Non so quantificare il tempo ottimale di lettura, ma diciamo – considerando che per lo più leggo sullo schermo dello smartphone – diciamo che un articolo per me è già lungo se obbliga a più di dieci spinte in su nello scorrimento della pagina.

Vediamo questo che sto scrivendo e che ora, per coerenza, terminerò quanti scorrimenti permette e obbliga.

Uno, al massimo due. Ok. In stampa!

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La Dea non sono io

Strano destino il suo. Era una dea e viveva sull’Olimpo. Lontana.

Lassù era perennemente desiderata. Perché era distante ed eterea.

Qualcuno, ogni tanto, subisce la fascinazione di Eletta Senso, ma Eletta non sono io. O meglio Eletta non è esattamente e interamente quella persona che sono io. E’ il deposito della mia energia. L’estratto del mio spirito. La nuvola del mio vagare.

C’è una sensibile fascinazione in Eletta Senso. Come c’è fascinazione in qualsiasi persona di cui vediamo/leggiamo tracce che ci incuriosiscono senza conoscerla nel quotidiano.

Chi non amerebbe una donna che dà di sé -quasi sempre- la parte migliore? Eletta non sta in ciabatte e non appare mai stanca. Nelle immagini postate, quasi sempre di modelle bellissime o belle, la donna appare nella sua veste più seducente. Ferma, in posa, con la luce giusta. Ore e ore di trucco, un’equipe che prepara lo scatto.


Siete mai stati in uno studio fotografico a vedere come si preparano le modelle? Io sì. C’è il parrucchiere, il truccatore e chi si occupa degli abiti e delle scene, delle luci. Le ho anche viste le modelle trasformarsi sotto le abili mani. In poco tempo da scialbe, di una bellezza normale, diventare divine.


Ecco Eletta dà di sé l’immagine migliore. Chi subisce la sua fascinazione – in realtà – non ama che il simbolo che richiama: la misteriosa, la seducente, la distante, l’irraggiungibile. L’artista, la Musa.

Amare, invece, è amare proprio quella persona lì: amarla con tutte le luci e le ombre della giornata; amarla quando è splendida e quando è stanca e sfinita. Amarla nel riso e nel pianto.
Amare le sue qualità e i suoi difetti. Amarla intera e vera. Esattamente com’è, senza desiderare di cambiarla. Nessuno ama veramente Eletta Senso perché Eletta Senso non esiste se non come proiezione.

Qualcuno apprezza la scrittura e l’arte di Eletta Senso. Questo è tutto. Attraverso questo nickname io ( …………… ………….) esprimo quello che sono.

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Quattro anni

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Asimmetria ( testo rivisto grazie ai vostri commenti)

Immagini grafiche di Eletta Senso

Asimmetria


Ho sempre valutato l’asimmetria tra chi pubblica in un blog – e chi legge – come dannosa se le due persone sono legate da un rapporto affettivo non equilibrato.


Il blog non è altro che un diario pubblico in cui si annota il nostro pensare. Traccia delle scosse sismiche del nostro sistema nervoso e della nostra vita.


Logicamente ci sono diverse modalità di apertura o copertura in chi scrive. C’è chi mostra senza censura, la nuda realtà quotidiana senza educorarla…

E c’è invece chi finge cattura e mette in luce sempre e solo gli aspetti positivi, quasi non ci fossero zone d’ombra. O scrive di argomenti vari, ma mai personali…


Mi è capitato almeno due volte, per una mossa incauta, che l’uomo con cui avevo iniziato un rapporto più o meno affettivo, scoprisse il sito dove scrivevo.


Come sa chi mi segue da anni Eletta Senso è un nickname, scelto non per nascondermi ma, semplicemente, per essere libera di osservare descrivere esternare senza limitazioni esterne ciò che desidero scrivere.


Durante le conversazioni un accenno a una cosa scritta, al tema argomento di un mio post, ha fatto scattare la ricerca e non è stato poi così difficile per i due uomini, alla fine, trovare il mio blog.
E cominciare a leggere leggere leggere che è come indagare e spogliare.


Mentre io non ho mai avuto uno straccio di pagina su di loro. Un’altra finestrella da cui guardare.
Tranne che il rapporto vis a vis.
Null’altro. Non centinaia e centinaia di scritti a dire e raccontare chi è la persona che scrive e racconta. Il come quando dove e perché.


C’è dunque per me questa asimmetria veramente pericolosa, oltre che fastidiosa e mi sono sempre chiesta come fanno nelle coppie sposate o conviventi in cui o il marito o la moglie scrive su un blog e l’altro partner no. A meno che ci sia una continua aperta franca comunicazione. Aspetto che francamente non mi pare di notare in molte coppie.

Ho dovuto rileggere questo articolo come sempre scritto di getto senza particolari riletture e revisioni, perché ho capito dai commenti che non ero stata chiara.

Io sono esattamente come sono sia qui che nel quotidiano. Chi mi conosce personalmente sa che sono fin troppo franca aperta chiara trasparente… Non è questo il punto. Non è un tema di doppiezza per chi tiene sempre una condotta coerente e trasparente sia quando scrive sia quando parla in presenza.

È il contrario che volevo sottolineare e che crea asimmetria: il peso era sull’altro che, invece non dicendo non essendo trasparente e comunicativo, non lasciando tracce del suo vissuto poteva tranquillamente sedersi alla finestra a guardare la realtà scritta dall’altro senza però mai fare vedere la sua vera faccia la sua intimità…

Faccio i miei più sinceri applausi alle coppie che sanno parlarsi raccontarsi confidarsi dirsi… Ma, dato che non sono nata ieri, so anche di molti uomini che nascostamente chattano la notte o sul lavoro con altre donzelle per far splendere un po’ il proprio ego acchiappa acchiappa… Lo stesso vale per molte mogli. Insomma non venitemi a raccontare che nella coppia è sempre tutto esposto al sole come lenzuola appese…

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Buongiorno tra quantità e qualità

Mi auguro che ci sia una buona proporzione tra qualità e quantità
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Seicento

Immagine fotografica di Eletta Senso

Ringrazio tutti quelli che hanno deciso di seguirmi. In questa giornata buia più di seicento.

Aprire un blog è relativamente semplice, ma per tenerlo in vita occorre lavoro.

Senza lavorare – sulla scrittura/lettura e sulla comunicazione – non c’è blog.

Avere un blog non è solo un gioco, ma è anche un gioco perché è bene non prenderci troppo sul serio.

Il mio blog è nato qualche anno fa. Cerco di curare le immagini, quasi totalmente mie fotografie e grafiche, quanto i testi.

Nel tempo molte persone sono arrivate, qualcuno è rimasto, qualcuno se n’è andato. Incontri effimeri o durevoli. Incontri nel virtuale importanti – a volte – più degli incontri del reale perché il terreno emotivo/culturale è simile.

Prima di seguire qualcuno nel sito leggo sempre quello che ha scritto. Non amo la volgarità d’immagine o verbale nei blog. Non amo l’uso pornografico del corpo e della scrittura.

Mi piace chi racconta la verità del quotidiano, naturalmente dal suo punto di vista. Non c’è la Verità Universale.

Mi piace chi lavora sul linguaggio cercando di non essere banale e con una ricerca stilistica.

Mi auguro che i miei testi, sempre scritti di getto, possano lasciare dei semi buoni.

Sono in ricerca continua come tutti i viandanti su questa terra. Buon viaggio, dunque. Buoni orizzonti.

Eletta Senso

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Attimi

Ma anche voi?

Mi chiedevo: ma anche voi avete continuamente blog che vi danno il “mi piace” o “ti segue” e poi andate a verificare cosa scrivono e trovate il vuoto? Il nulla. Cucù e l’autore/creatore del blog fasullo subito lo cancella.

Metto alcune schermate degli ultimi… solo per farvi capire che non parlo di episodi sporadici, ma di una specie di stalking virtuale continuo. Normalmente almeno uno alla settimana. Mi chiedo il senso.

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Amicizia Blog

Anche qui

Immagine fotografica di Eletta

Anche qui c’è calore. Io lo trovo. Nei vostri commenti. Non vi conosco, ma vi conosco. Uno per uno. E state diventando sempre più dei vicini anche se lontani.

È una questione di cuore. Di condivisione e di sensibilità. È sentirsi parte di una comunità, anche se virtuale ( a volte, ahimè, più presente della comunità reale ).

Mi auguro che non manchi nessuno in questo tempo nero, che non ci siano strane vuote pagine bianche infinite. Mi auguro di trovare le vostre parole saltellanti, mi auguro di leggere le vostre storie riflessioni poesie, mi auguro di vedere le vostre immagini e i vostri dipinti ancora per molto e molto tempo. Scrivere e condividere il nostro diario quotidiano, i nostri frammenti di vita è un altro modo di affacciarsi ai balconi cantando. Creiamo comunità condividendo scrittura che è il nostro specifico modo di esserci.

Intanto vi abbraccio tutti forte. Come ha scritto qualcuno ultimamente: che si senta il mio sincero abbraccio.

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Ci vuole tatto

Immagine fotografica di L.

Detesto la volgarità. In tanti anni di scrittura ho letto di tutto e, naturalmente anche di erotismo. Anais Nin e i suoi diari, per esempio. L’erotismo non è pornografia. L’erotismo attiene più all’estetica. La pornografia attiene all’osceno.

Osceno significa fuori dalla scena, qui per chi scrive oscenità significa anche essere fuori dal contesto. In questa marea di testi di WordPress tutti noi scriviamo frammenti di vita. E, nella nostra vita, entra anche la sessualità e l’erotismo. Ci vuole grazia a raccontare la sessualità. Che rimane, comunque, cosa intima.

Ci vuole tatto e allusività. Far capire senza far vedere l’intero della scena. Piccoli tocchi e non l’esplicito.

Così come inorridisco davanti a errori ortografici, così non sopporto la volgarità nel linguaggio. Certi termini lasciamoli al linguaggio gergale.

Per questo non seguo blogger che scrivono senza rispettare l’uso corretto della punteggiatura e le regole ortografiche. Per questo non seguo blogger che scrivono volgarità.

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Io non sono io

Immagine grafica di Eletta

L’immagine, e le immagini, che accompaiano il mio nickname non sono mie fotografie, istantanee o ritratti. Questa è una modella immortalata da uno dei migliori fotografi italiani che ho rielaborata graficamente. Non sono io. Perché io non sono una ragazza né una modella. Ho fatto la modella anche, ai tempi. Ma non ultimamente.

Ci sono persone che sono affascinate da Eletta Senso che, ripeto, non sono io. Sono ammaliate sedotte dal fantasma, dall’Imago, dalla Fata Morgana, dalla dea evocata da un’anima senza corpo, errante ed eterea.

Non da me. Che ho carne ed ossa. Che ho temperamento tic e caratteristiche dovute al carattere: piuttosto forte, difficilmente addomesticabile.

Sono anni che scrivo come blogger. Sono anni che devo ripetere di fare attenzione: a non farsi ammaliare dalla superficie, dal packaging, dal falso. Dalle immagini, normalmente belle, dalle parole normalmente elette. Io non sono Eletta Senso. Lei è una mia creatura e non ha sangue se non il soffio vitale che io le dono.

Un giorno, forse, come fanno già altri, anch’io dirò chi sono e ci metterò la faccia. Come già detto diverse volte: per ora nascondermi mi serve per osservare, senza essere vista, come birdwatchers nelle aree di osservazione nei canneti.

A differenza di altri che si celano dietro nickname, mi pare di non offendere nessuno e di postare riflessioni decisamente tendenti al bello. Piccoli apporti di riflessione che prendono spunto da quello che leggo o vivo.

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Due anni qui

Ieri sera mi è arrivato il mio stemma regale per il secondo anno di pubblicazione. Waho.

Due anni. In allegra compagnia. In questa piazza virtuale tra cicalecci e discorsi con un brandy. Eravamo quattro amici al bar. Incontri scontri alterazioni discussioni empatia simpatia.

Di là, nell’altro blog c’era un’aria un po’ muffita. Intelligenza chic e choc. In alcuni anni facevo mille visualizzazioni al giorno. Non ho mai capito perché. Ma c’era un diaframma un vetro. Non c’era calore. Anche se in quello spazio ho trovato diverse persone squisite e ho fatto due incontri ” speciali”.

Nell’altro blog – che è seguito dopo la creazione del primo, racconto i sogni. L’altra parte notturna. Inconscio e simboli. In questo periodo non ricordo i sogni perché rimandano a ferite. Non ho voluto chiuderlo: come il primo é un vaso aperto che può raccogliere ancora appunti. Piazze che posso ancora visitare.

Qui mi trovo molto bene. Mi piace salterellare da un blog e l’altro, come se facessi visita ad amici. Come stai? Come ti gira oggi la vita?

Si sta raccolti intorno al fuoco a raccogliere frammenti.

Ringrazio tutti. Chi mi fa ridere. Chi mi fa riflettere. Chi mi fa giocare. Chi arriva e sparisce. Chi inventa storie. Chi scrive in poesia. Chi spiega l’arte la letteratura la cultura la cucina la storia il viaggio la tappa il percorso. Chi racconta se stesso.

Due anni qui. Con tutti voi.

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Immagini

Grafiche

Una delle caratteristiche del mio primo blog, dieci anni fa quando é nato, é stata la cura delle immagini grafiche. Non sto parlando di questo blog nato da pochi anni. 
Ho scelto di utilizzare immagini create da me, normalmente rielaborando immagini fotografiche di buona qualità. Dietro c’è e c’era molto lavoro. Ore di applicazione al pc. Utilizzavo programmi ad hoc e avevo anche la tavoletta grafica. Avevo uno studio con tutto l’occorrente. 
Poi, per vari motivi, non ho più impiegato tempo per curare le immagini. Ho utilizzato quelle che avevo già in archivio. 
É giunto tempo di crearne di nuove. Ora che, finalmente, ho la mia nuova casetta è un mio spazio e tempo, desidero nuovamente applicarmi per abbellire il mio sito con immagini mie. So che ormai on line è facile reperirne di bellissime. Viviamo in un tempo in cui l’immagine fotografica ha sorpassato in valenza la parola. Io preferisco ancora dare peso, in egual misura, alla parola quanto all’immagine. 
Parole mie e immagini mie. 
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Scrivere senza limature

Attualmente curo, seguo, scrivo in tre blog. Due sono di Blogger. Tranellidiseta è il primo blog che ho creato anni fa. A quei tempi ero seguita e i miei post erano letti anche da più di mille persone al giorno poi, da quando è diventato a pagamento, non sono più finita in prima pagina e le visualizzazioni sono cambiate. Non ho mai voluto guadagnarci anche nei tempi d’oro. Ora, non so perché, qualcosa non funziona correttamente in Blogger per esempio nella parte dei commenti: così mi hanno fatto notare e mi spiace. Vedrò di capire perché rivedendo le impostazioni che, comunque, mi sembrano corrette.

Da un po’ di tempo ho deciso di aprire in WordPress questo blog e mi trovo bene. Tutto pare funzionare alla perfezione. Nessun disguido. 

Vorrei comunicare, a chi gentilmente perde del tempo a leggermi, che io scrivo nei blog perché mi piace scrivere e comunicare pensieri e parole. Non mi interessa fare ” alta scrittura” perché per questo ci sono i libri. Qui deposito solo frammenti. Non faccio mai, neppure in questo istante, brutte copie. Non revisiono e correggo. Non ci sono limature. Scrivo, per così dire, in diretta. Ne deriva che i miei post sono vari come tema, a seconda del momento; vari come stile a seconda dello stato d’animo; ma soprattutto vogliono essere ” liberi” sciolti da vincoli. Quel che mi muove non è collezionare ” mi piace “, ma condividere riflessioni. 

Scelgo di fare post brevi per non annoiare. Per argomentazioni più compiute, complete esaustive ci sono i libri. Io stessa non amo leggere post troppo lunghi in altri blog.

Ultima precisazione: Eletta Senso é un nickname. Dietro c’è una persona in carne ed ossa. Se ho scelto un nickname é per essere libera di scrivere senza essere individuata da una persona che mi ha usato violenza. Non è un gioco.

Chi volesse contattarmi personalmente può trovare il mio indirizzo mail nelle informazioni. 

Approfitto per ringraziare tutti coloro che mi seguono.

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Eravamo quattro amici al bar 

Qui mi piace. Mi piace il clima l’atmosfera il tavolino con le bibite le chiacchiere leggere i tic i vestiti le pettinature; che ciascuno venga con il suo sacco vuoto o pieno con i suoi sandali o scarpe alte; che ogni tanto arriva uno scroscio di risate e ogni tanto un ragionamento più articolato: ma che comunque nessuno si prende troppo sul serio; qui mi piace venire e trovare calore umano condivisione commenti parole e silenzio. 

Sono da poco arrivata in questa piazzetta e, francamente, non so neppure io perché: mi sono seduta e subito ho visto persone che si sedevano accanto a me, un bicchiere e due parole, tre bicchieri e dieci parole, piano piano è scesa la sera e non ci siamo mossi. 

Venivo da un altra piazza dove c’è più silenzio e freddo: ciascuno preso dai fatti suoi non sosta passa e va. Ombre che lasciano segni ma che non amano mescolare le tinte. Ogni colore puro. Nessuna condivisione. Il blu rimane blu il verde vuol essere verde il giallo se ne va acido come sempre per la sua strada. Il rosso squilla come un papavero. Il nero è più chiuso di un tombino e sta sempre giù. Non si creano arcobaleni nè nuove tonalità cromatiche. Non esistono sfumature nè pasticci o scarabocchi. Ogni pagina linda intatta e algida. 

Per questo senza un motivo valido o apparente o logico ho cominciato a cambiare strada fino a trovarmi qui in questa coloratissima piazzetta dove ciascuno mescola senza avarizia il suo personalissimo colore. Capita di scambiarci i vestiti i cappelli le scarpe le sciarpe i foulard le sacche. Capita di toccarsi sorridersi vedersi anche dietro gli schermi in questa nuova piazza dove sono arrivata per caso girovagando e mi sono seduta un po’ smarrita e stralunata fin quando…