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Donne

Dicono

Dicono che se sei forte dovrai affrontare prove e più forte sei, più le prove saranno dure. Bella consolazione quella di essere considerati forti quando devi fare i conti quotidianamente e costantemente con persone arroganti tracotanti permalose poco educate. Che ti detestano, tutto di te invidiano. Che sparlano ti insultano ti provocano. Piccole zanzarine noiose. Che poi non dormi.

Per lo più donne, che non hanno ancora raggiunto la parità di genere ma – per cattiveria invidia maldicenza – superano in “bravura” i maschi che in quel campo sono all’asilo col grembiulino azzurro.

Donne che pensano che gli rubo gli uomini quando non mi passa nemmeno per la testa di farmi omini coi baffetti da sparviero e capelli tinti. Donne che mi intimano di togliermi l’anello dell’ultimo fidanzato senza dire apertamente che di me sono invaghite. Che poi, non ci sarebbe niente di male a dirlo, invece per un loro intimo conflitto cominciano a farmi la guerra. Troppa energia bambina: se regali odio regali energia.

Così per una storia o per l’altra io mi ritrovo sempre senza sorellanza.

La penultima non mi ha neanche avvisata quando è morto suo marito forse perché l’ultima volta che li ho visti, in riva al lago, lui mi ha detto che sono un angelo. E quando eravamo in vacanza insieme – la sera a cena – mentre sua moglie succhiava acqua calda dal piatto fondo, io lo facevo ridere Giorgio e lui faceva ridere me mentre lei succhiava in silenzio. Lei non sopportava che io persino in quel piccolo alberghetto in Trentino avessi trovato un innamorato: era col padre a un tavolo vicino e ci eravamo piaciuti. Ancora adesso siamo amici. Perché io ho la fratellanza invece della sorellanza perché con gli uomini ci capiamo al volo e non ci sono sotterfugi né invidie stupide.

Le donne non sopportano amiche seducenti. Le preferiscono anonime coi baffi che così nessuno le guarda e non si fa la guerra per un povero pollo.

La leggerezza e il riso. Questo manca ed è sempre mancato alle mie ex amiche perse per strada perché mi volevano o non volevano che io piacessi a un altro o temevano che io volessi il loro uomo e glielo rubassi poi la notte entrando dalla finestra con una tuta nera come Catwoman.

Da Pinterest

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Psiche

Loquela

Quello srotolarsi del linguaggio spiraliforme e, perciò, senza fine e senza scopo se non lasciarsi vivere.

La tendenza a masticare e rimasticare continuamente le stesse frasi e parole.

Dipanare la matassa verbale senza trovare il capo. Tramare e tremare parossisticamente, mentre si intreccia in verbo.

Capogiro del linguaggio – come scrive Barthes.

Mulino di parole – come dice Lacan

Loquela: linguaggio senza destino perché interiore e non destinato se non a se stessi. Follia della parola. Linguaggio che si perde in una fitta nebbia senza contorni.

Fiume di discorso interiore che invade il soggetto, sfilata irrefrenabile di ferite, ragioni, ragionamenti, interpretazioni, allocuzioni, temi – Barthes

Ieri sera ho vissuto un momento di loquela. Mi accade quando, esaurite tutte le forze razionali, vado a sbattere contro il muro irrazionale illogico assurdo di un altro. Allora non è possibile creare un testo. È solo possibile creare questa infinita follia di parole che si avvitano nel vuoto.