– Volevo sapere se siete interessate ad avere dei libri, se avete intenzione di creare nel vostro centro una piccola biblioteca…
– Certo, è nostra intenzione creare un angolo con dei libri che ciascuno può prendere e riportare.
– Bene, sto riordinando la mia libreria e ho dei libri che trattano il tema del femminismo. Se vi interessa ve li dono.
– Perché non sei più femminista?
– No, perché lo sono ancor di più. Semplicemente li ho già letti.
In una veloce discesa a casa prendo i libri da portare alle ragazze del centro montano. È in fondo al primo libro che trovo dei fogli. Mi piace sempre trovare dei piccoli tesori nella pancia di un libro. Non so mai cosa mi riserva la sorpresa.
È un foglio dattiloscritto. Riguarda un movimento di cui ero referente responsabile per la mia zona. Guardo la data e penso al commento che ho scritto su un post di Elena Ferro: sito: Volpichecamminanosulghiaccio.
La rivoluzione culturale è molto lenta e coinvolge uomini e donne. Ecco il testo del volantino risalente a decine di anni fa.
Il movimento ha scelto di costituire il Coordinamento Donne partendo dalla consapevolezza che l’emergere della soggettività femminile rappresenta una delle poche garanzie per il cambiamento, perché si oppone costantemente alla cultura dominante.
Noi crediamo che le donne vivano una crescente disarmonia con il sistema sociale, disarmonia che nasce dalla coscienza del nostro corpo e del nostro essere femmine e, in quanto tali, irriducibilmente diverse dal maschio.
È proprio in forza di questo disagio patito quotidianamente che riteniamo le donne siano una vera e propria potenzialità rivoluzionaria, una forza in grado di attuare un sostanziale cambiamento nella società.
Alla luce dei continui femminicidi, alla luce della continua costante pervasiva cultura massmediatica che propone lo svilimento del corpo femminile, pensate soltanto ai ruoli modelli stereotipati nella presentazione dell’uomo e della donna ( basta osservare come viene utilizzato il corpo femminile nella pubblicità: pare ad esempio che per vendere materassi occorra una bella ragazza distesa con reggiseno e slip di pizzo assorta ad accarezzare in estasi l’oggetto, pare che per vendere prodotti solari serva un bel culo in primo piano… ), alla luce di quanto noi donne quotidianamente viviamo come discriminazione, non resta che pensare a quanta strada occorre fare per rispettare la diversità dei generi.
Qualche passo si è fatto e il continuo aumento della violenza sulle donne da parte di padri amanti mariti fidanzati sta a testimoniare l’estrema crisi del maschio non abituato da secoli a sentirsi dire di no.
No all’uso sistematico del corpo femminile. No all’uso sistematico della donna come serva. No all’uso sistematico della donna come essere inferiore.
Siamo diverse, non uguali. Teniamo la testa alta ribadendo in ogni piccola grande azione quotidiana la nostra peculiare diversità. Esigiamo rispetto.
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