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Tuona: Agosto

Tuona. Piove da ieri pomeriggio. Ieri sera anche grandine, per fortuna non delle dimensioni che hanno fatto a pezzi colture e parabrezza…

Una strana estate con l’Italia divisa in due. Incendi e caldo record al sud. Qui sull’arco alpino si passa da giornate in maglietta e pantaloncini a… stufa accesa e piumone. Oggi inizia agosto.

È da maggio che il tempo è così. Un’ altalena continua di schiarite e buio.

Come ho già scritto nei miei post precedenti e nei commenti ci vorrebbe un po’ di equilibrio, santo cielo. Ma noi piccoli esseri siamo impotenti davanti alla potenza del cielo.

Tuona. Un’altra giornata di sole a sprazzi, nuvole e pioggia. Forse anche oggi sarà opportuno dare una scaldata con la stufa. Edo dorme tutto il giorno.

A rrivano

G iornate d’

O zio al

S olleone o

T utti apriranno gli

O mbrelli?

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In agosto

In agosto arrivano i turisti. Su cento: due portano la mascherina. Affollano i percorsi, sciamano a gruppi. Molti hanno cani. Molti non li tengono al guinzaglio così come richiesto. Molti non camminano per scoprire le bellezze naturali. Arrivano – pochi passi dopo i due ristoranti rifugi – e si fermano a fare picnic o a prendere il sole nella prima pineta. Hanno fame di fresco. Prima di sdraiarsi si fanno fare le foto con il cellulare o si fanno un selfie con lo sfondo del lago.

I parcheggi sono pieni di macchine. Qualcuno parcheggia nei prati. Scendono intorpiditi dal caldo e cercano un po’ di aria fresca e pulita. Pochi resteranno. La sera, per molti, li aspetta un gravoso ritorno con infinite stancanti code.

Li guardo arrivare nel parcheggio. Con tenerezza. Rinnovo la mia gratitudine per aver scelto di vivere qui. La mia automobile è ferma da cinque giorni. Uso le gambe per muovermi e raggiungere distanze.

Attendo settembre quando sarà tornato il silenzio e i turisti saranno più rari.

Anni fa in agosto ero una di loro.

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Piove sulle piode

Mi sveglio al suono della pioggia sulle piode.

Piove sulle piode.

Il rumore rauco della voce di Africa. Qualche canto di gallo lontano. Qualche cinguettio.

Ho una tenda che ricorda Matisse. Sarà zuppa d’acqua ora visto che l’ho lasciata aperta.

Sentivo musica ieri con gli occhiali da sole. Sopra di me il deserto.

Nemmeno i cactus crescono in un cuore arido.

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Stagioni, Tempo

Agosto

A ncora
G iorni di
O tium
S enza
T erribili
O ccupazioni

– Ma lei lavora sempre – mi ha detto ieri un vicino mentre tagliavo l’erba dietro e davanti la casa.

Sì, adoro fare. E poi riposare. Mi piace la mattina entrare nell’orto per cogliere le profumate verdure. Mi piace la sera rientrare in orto per togliere le erbacce. Che poi, a volte, mi spiace perché le trovo selvatiche come me e anche belle. Ho sempre preferito il groviglio da giungla agli asettici giardini all’italiana.

Agosto è sempre stato uno dei mesi in cui più ho sentito il vuoto e la noia. Ricordo pomeriggi al sole distesa come una lucertola a soffrire. Ora non più. Perché ho una casa che mi piace in mezzo al verde con un giardino da curare e l’orto.

L’altra mattina, invece di camminare fino in fondo al percorso, mi sono concessa una lunga sosta sulla sdraio al sole. Ho messo le cuffie e sentivo musica. Stavo bene. La mia pelle è nera.

Non mi fa più paura oziare. Stare senza far niente. Sarà che settimana scorsa ho partecipato a un corso d’arte che ha comportato spostamenti e ore di ascolto partecipato. Sarà che non ho sensi di colpa a non fare niente. A non progettare niente, tranne il mio star bene. Assecondo i miei ritmi dolcemente.

C’è stato un tempo in cui agosto voleva dire vacanza in luoghi esotici. Alberghi prestigiosi con immense piscine. A parte l’allegria di mia figlia, non mi sono mai veramente divertita. Tutto un po’ falso e da cartolina.

Preferisco ora i miei percorsi in salita, le mie pietre al ruscello che ostinatamente sposto per creare piccole dighe. Forse mi sto trasformando in un castoro.