
Mentre passa lo spazzaneve io mi godo il paesaggio dagli occhi della mia casa.
Ormai il cumulo sul tetto della legnaia è davvero alto, tenendo conto che il vento dei giorni scorsi ne ha portata via un bel po’.

Da questa finestra lo sguardo si apre fino a rocce coperte di fine zucchero e a due pini maestosi.
Davvero uno spettacolo incredibilmente natalizio, che l’anno scorso mi è così mancato ( anno senza neve il 21).

Le mie sdraio sono immerse nel lago di neve. La scarsa qualità dell’immagine è dovuta alla zanzariera che non sono riuscita ad alzare per via del gelo.
Come dicevo ieri a una persona di Milano qui non fa freddo. O meglio: fa freddo ma è un freddo secco che non penetra. Mentre a Milano l’umidità acquisce la sensazione di freddo mi diceva.

Questa inquadratura offerta dalla finestra del mio mini-appartamentino che sta in alto nella grande casa è la mia preferita. Mi piace la casetta in legno scuro della mia vicina e la natura circostante. Ho deciso che la riproporrò nelle diverse stagioni.
Un mio amico di Verona ogni giorno su FB posta la stessa inquadratura del cielo che vede dalla stessa finestra. Macchina fissa, stesso posto eppure come muta il cielo! Tutto è mutevole. Transitorio. Impermanente.
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