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Attimi

Mentre passa

Mentre passa lo spazzaneve io mi godo il paesaggio dagli occhi della mia casa.

Ormai il cumulo sul tetto della legnaia è davvero alto, tenendo conto che il vento dei giorni scorsi ne ha portata via un bel po’.

Da questa finestra lo sguardo si apre fino a rocce coperte di fine zucchero e a due pini maestosi.

Davvero uno spettacolo incredibilmente natalizio, che l’anno scorso mi è così mancato ( anno senza neve il 21).

Le mie sdraio sono immerse nel lago di neve. La scarsa qualità dell’immagine è dovuta alla zanzariera che non sono riuscita ad alzare per via del gelo.

Come dicevo ieri a una persona di Milano qui non fa freddo. O meglio: fa freddo ma è un freddo secco che non penetra. Mentre a Milano l’umidità acquisce la sensazione di freddo mi diceva.

Questa inquadratura offerta dalla finestra del mio mini-appartamentino che sta in alto nella grande casa è la mia preferita. Mi piace la casetta in legno scuro della mia vicina e la natura circostante. Ho deciso che la riproporrò nelle diverse stagioni.

Un mio amico di Verona ogni giorno su FB posta la stessa inquadratura del cielo che vede dalla stessa finestra. Macchina fissa, stesso posto eppure come muta il cielo! Tutto è mutevole. Transitorio. Impermanente.

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Attimi

Giornata magnifica

La neve sui monti è ormai un ricordo, il cielo è blu profondo, quasi viola. Temperatura ideale per fare una bella scarpinata e fermarsi in una spiaggia.

L’alluvione di un ottobre – mi pare di due anni fa – ha rovesciato e spostato massi ovunque e sradicato alberi. Le spiagge sono tutte cambiate… Avevo dato un nome ad ogni spiaggia: Il giardino zen, Le piscine, L’ultima spiaggia…

Tutto muta, tutto cambia. Perfino la spiaggia in Salento dove sono stata a settembre la scorsa estate è stata spazzata via dall’alluvione…

Accidenti…

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Attimi

Finalmente

Finalmente è arrivata a dipingere con mano lieve e polvere di talco tutto il paesaggio. Finalmente dopo mesi e mesi ho dovuto pulire la macchina dallo strato di panna.

Mi piace la sua scrittura, la sua grafia, la sua capacità di mettere ogni linea in rilievo. I neri risaltano per contrasto nel mare bianco.

E mi piace la impermanenza della sua arte: mi ricorda i mandala dei monaci tibetani fatti con cura per poi diventare polvere nel nulla. Costruzione meditazione distruzione.

Infatti per fotografare l’arte della neve occorre saper cogliere l’attimo. Dopo poco arriva la bufera.

E tutto svanisce.

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Luoghi

Queste betulle

Immagine fotografica di Eletta

Queste betulle non ci sono più per via di una valanga che, due anni fa, le ha portate via.

Sul percorso non ci sono più le persone che lo hanno punteggiato questa affollata ultima estate. Stamattina c’era il vuoto.

Non c’è più il bar aperto, non c’è più problema di parcheggio, non ci sono più tutti i negozi aperti.

L’alluvione di settimana scorsa ha portato via la fine della passeggiata: non c’è più argine, ponte, asfalto, parcheggio.

Fino alle settimane precedenti per far contenta un’ospite ( mia madre ) ho fatto quasi quotidianamente la passeggiata passando sopra il bel ponte di legno.

Tutto muta, tutto cambia. Pensiamo sempre di essere al sicuro con i piedi per terra ben saldi, finché un refolo più forte di vento ci fa volare via.

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Luoghi

Qui

Immagine fotografica di Eletta

Qui abito: tra queste vette. Ho compiuto infiniti giri e giravolte nei labirintici percorsi per, poi, arrivare qui. Ed è il caso e il caos che mi ha guidata con un invisibile filo. Io così ignara e sempre immersa totalmente nel luogo del qui e ora.

Mai avrei detto nel giardino della villa con l’uomo Barbablu che arrivava la sera. Mai avrei detto nella sala con i riflessi del lago mentre sentivo i veloci passi di mio marito arrivare. Mai avrei detto mentre rosolavo al sole sull’ampia terrazza dove le bambine schizzavano nella piscina. Mai avrei detto nella prestigiosa mansarda dove il vicino mi invitava a girare e arrotolare la lunga fascia del costume antico.

In ogni momento ho vibrato come se ogni cosa fosse immutabile. Ma nulla lo è.

Forse solo le vette che, anche stasera, faranno veglia al sonno.

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Tempo

Lo specchio

Ho trovato questo video su un sito francese. Ve lo ripropongo perché lo trovo veramente interessante per tema, scelta stilistica e realizzazione. Sintetica, ma estremamente efficace.

Sto terminando la lettura di “Momenti d’ozio” di Kenkō. Alcuni interi paragrafi sono assolutamente insignificanti, mentre altri degni di essere ritenuti. In tema con il video vi propongo questo:

” Il passaggio dalla nascita alla vecchiaia, dalla malattia alla morte è ancora più rapido. Le quattro stagioni, in fin dei conti, hanno un ordine prestabilito.

L‘ora della morte non aspetta il suo turno. La morte non ci aggredisce necessariamente di fronte; può anche progettare di attaccarci proditoriamente alle spalle.

Tutti sanno che c’è la morte, ma essa arriva inaspettata, quando si ha l’impressione di avere ancora tempo e che la morte non sia imminente.

È come la marea che tutt’a un tratto sommerge le secche poco prima ancora protese nel mare aperto”.

Voi direte: ma che articolo fuori tema alle soglie di Ferragosto. In realtà, a mio parere, se solo fossimo più consapevoli dell’effimero vivremmo con più gusto sapore energia e joie de vivre ogni istante, che sia un giorno di lavoro ferie o una sacra ricorrenza. Non sprecheremmo più ogni istante.