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Riflessioni

E tu mi annoi 


E tu mi annoi. 

E io mi chiedo come faceva tua moglie quando ti serravi nel carapace chiudendo il dorato lucchetto. Come faceva a non provare noia quando ruminavi senza dire parole il povero pasto. Come riusciva a non sbadigliare davanti ai ripetuti monotoni racconti del tuo passato nostalgico. Lei così giovane accanto a te così sempre vecchio. Quando la allontanavi in un’altra stanza davanti al suo apparecchio televisivo perché neppure la scelta di una trasmissione era gradita insieme. Quando programmavi ogni dettaglio del sesso e della villeggiatura: sempre troppa gente nell’arena e voi due mai soli. 

E io mi chiedo come abbia  potuto sopportarti senza gemiti e fremiti e fughe e piatti rotti e urla. Come abbia potuto stare – per un così lungo tempo – accanto a un monolite, un sasso, una immobile gelida pietra. Come sia riuscita a sopportarti nelle lune e dune e notti e abissi. 

Anche se tu l’amavi – tu che amare non sai – lei così assorbente del tuo continuo inchiostro, delle tue nere macchie.

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Psiche

Dalla noia scaturisce la creatività

Le migliori immagini che ho creato sono frutto di lavoro, tempo, studio, energia, applicazione, ideazione. Come ho già scritto c’è un’idea distorta di creatività spesso confusa con fantasia. Termini ultimamente abusati e di moda. Ieri leggevo un interessante articolo sull’otium culla della creatività. Le migliori scintille creative nascono dal tempo vuoto. Nella nostra società occorre essere sempre impegnati: si fa in modo che il tempo libero sia subito ” densamente impegnato” da attività. Settembre pullula di proposte e corsi a cui conviene correre per iscriversi. Dai bambini agli adulti conviene avere cose da fare per riempire quelle poche ore giornaliere che restano dopo lo studio e il lavoro. Danza nuoto palestra pianoforte teatro lingue straniere ecc. ecc.

Pare che stare semplicemente fermi senza far nulla sia da evitare accuratamente. Si può rischiare di pensare. La macchina umana deve sempre stare in movimento altrimenti rischia una pericolosa stasi. In realtà le idee creative, anche le illuminazioni più strabilianti e importanti a tutti i livelli, sono nate e nascono dal vuoto. Dallo stare fermi. Senza far niente.

Prima c’era l’otium dei latini, l’accidia medievale, la melancholia rinascimentale, lo spleen: la noia, come la concepiamo oggi, è un concetto recente introdotto dalla modernità per una società tecnologizzata che privilegia il lavoro e bandisce l’attesa. Ma per restituire spazio alla fantasia occorre sottrarsi alla dittatura che prevede di occupare tutto il tempo libero. Perché è questa la condizione, diceva Hegel, in cui si ricerca l’ignoto; e aggiungeva Leopardi, è qui che si coltiva l’infelicità da cui scaturisce la poesia”.

Carlo Bordoni su La lettura.