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A volte tornano

A volte tornano
C’è stato un tempo in cui, essendo single, ho incontrato molti uomini. Quanti? Molti.

Normalmente gli incontri avvenivano per cena. Lo spazio di una cena è sufficiente per capire qualcosa di chi si ha davanti. Come parla, come si muove, lo sguardo, il contenuto. Chiacchiere leggere e distese tra un piatto e un bicchiere. Nulla di più. Non ho mai concesso nemmeno un bacio nel post cena.

Qualche volta mi è stato chiesto di rivederci, qualche volta ho cancellato il numero. Qualche volta ciascuno è sparito nella sua ricerca personale di un partner ideale.

Non ho mai capito perché, a distanza di anni – e non mesi, qualcuno ritorna.

Mi è capitato ora mentre leggevo l’interessante libro: L’ordine del Tempo di Carlo Rovelli. Suona lo smartphone. È un messaggio su WhatsApp.
Con stupore è di un certo G. di cui non ricordo assolutamente nulla: né dove quando e perché ci siamo visti. La foto nel profilo aggiunge solo nebbia alla nebbia. Mi scrive che ho delle belle foto e che non mi ha cancellato perché mi ricorda simpatica.

I messaggi arrivano a ripetizione e sono quasi tentata di diventare improvvisamente antipatica mettendolo, seduta stante, in lista nera.

La domanda che comunque arriva al cervello è: perché, dopo tanti anni, certi uomini che ho incontrato tornano?

La risposta, ovviamente personale e magari sbagliata, è: per solitudine.

In questo tempo liquido di incontri continui attraverso i siti di dating online e social, alla fine cosa resta? La solitudine.

Trovare l’altra metà della mela, soprattutto dopo gli anta, è davvero molto difficile. Ricordarsi di un incontro “speciale” e cercare di ripristinare una comunicazione è come aggrapparsi a un filo di speranza. Si guarda in rubrica, si guardano le immagini, si ricorda, si prova.

Questa situazione di “riacchiappo” l’ho vissuta diverse volte negli ultimi anni. Tenendo conto che l’ultima relazione è durata quasi quattro anni e tenendo conto che io: se sto con una persona sono fedele, significa che i signori in questione li ho incontrati almeno quattro anni fa.

Perché appaiono negli occhietti che hanno visualizzato il mio stato su WhatsApp è un mistero. A meno che abbiano come passatempo giornaliero di guardare lo stato di tutte le donne con cui sono stati a cena.

Oggi ho aiutata una vicina di casa che tempo fa si è infortunata a prenotare una ecografia. È anziana e sola.
Ecco: è questo che spaventa. La solitudine.
Dopo tante energie spese, tanta ricerca, tanti incontri non andati a buon fine, resta la solitudine e il tempo che va avanti.

P.s. Stamattina ho trovato un altro messaggio di G. A questo punto ho dovuto metterlo in lista nera.

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Attimi

Solitudine

Ieri sera, tornando dalla parrucchiera dove si fa salotto tra amiche, ho percorso la strada a piedi fino a casa. La catena alpina spiccava nel buio con la sua aura di fantasma.

Mi ha stretto il cuore non poter condividere l’incanto di questa apparizione. Il meraviglioso è ancora più meraviglioso se si ha accanto un’anima affine.

La solitudine risuona nel silenzio della valle. Ha un’eco dolorosa.

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Attimi

Dopo

Stamattina ho lasciato gli insulsi dibattiti: mosca ronzante in un barattolo. Sono volata via.

C’è un muto palpito nella casa chiusa, una sommessa carezza quieta che mi accoglie. Sto bene sola dopo una settimana di picchi e vertiginose discese. Su e giù. La superbamente intollerabile altalena di un uomo senza centro.

La neve si sta ritirando come una veste bianca sulle morbide cosce. Ho appeso dei fiori e il basilico in terrazza. E mi sono distesa ad assorbire il sole e il cielo turchese mentre sorseggiavo un aperitivo arancione nel reverente silenzio.

Nello spazio vuoto risplende la mia essenza. Crescerà l’erba del tempo.