
Tanto per chiarire la mia posizione qui:
c’è una definizione che trovo ogni tanto nelle parole crociate che recita: ” diario nel web”, la risposta è Blog.
La prima volta che l’ho letto sono rimasta un po’ stupita. Eppure di blog attualmente, anche se a fasi alterne, ne seguo, curo e possiedo ben tre.
Oltre a scrivere nei miei blog, seguo e leggo altri blog.
I temi contenuti gli argomenti gli stili sono diversi, spesso diversissimi. Ma la maggior parte dei blog è comunque un diario: quello che faccio, perché lo faccio, quando, con chi, dove e come.
Vado in bicicletta, cammino in un bosco, incontro una persona, faccio un viaggio, scrivo una poesia, leggo e descrivo un quadro una fotografia… un momento, un attimo, un’ emozione e la condivido.
Se non ci foste voi a leggere ora – con i vostri occhi azzurri castani grigi verdi neri vispi stanchi assonnati belli – io ora che scriverei a fare su questa tastiera?
Noi scriviamo per comunicare e condividere. Cosa?
Gioie dolori stanchezze problemi accidenti e incidenti progetti e vita. Sempre e comunque vita. Vita vera.
C’è chi sta poco bene fisicamente, chi sta poco bene emotivamente.
La domanda è: lo deve dire? Lo deve comunicare?
Facciamo un passo di lato, nella vita reale.
Io, come voi, ho amiche e amici.
Una discussione, argomentazione fatta proprio ultimamente, verteva proprio su questo tema: dire o non dire?
La mia amica F. mi ha detto:
– … meglio che non dici la tua situazione a M.
M. è un’altra mia amica.
Dato che in questo periodo non ho molta riserva di tolleranza sono proprio sbottata:
– Perché non dovrei dire a M.? Perché dovrei tacere quello che sto vivendo? Io se sto bene dico sto bene. Se sto male dico sto male, tenendo conto che anche se non lo dico, me lo si legge in faccia. E poi, a cosa servono le amiche se nei momenti peggiori non si può nemmeno dire?
Noi donne abbiamo una cosa da secoli che si chiama: confidenza. Usiamola, perdinci.
E chissenefrega se poi “quella che pensavi amica” non fa che ripetere:
– Continua a lamentarsi del comportamento del suo uomo ma poi sta sempre con lui.
Ebbene? Magari una vera amica sa tutti i risvolti, anfratti, pieghe della situazione. Dovrei tacere e fare la donna “solare” che sta sempre così tanto bene ed è sempre così tanto cercata amata? No. Grazie.
Ho avuto un’amica che tempo fa mi ha parlato in un caffè per un’ora e più di una sua particolare situazione familiare che, evidentemente, la preoccupava.
Sono rimasta ad ascoltare. Mi sono fatta semplicemente anfora. Ho raccolto il suo sfogo, la sua intima confidenza. In quel momento lei aveva bisogno di raccontare.
Perché raccontare è già un po’ risolvere.
Per terminare: la vita è veramente interessante e complessa. Le mie rare e vere amiche sanno, grazie a una frequentazione frequente ( perdonate il tautologismo ), sanno tutti i risvolti della mia situazione. Hanno visto osservato conosciuto gli attori anche fuori dalla scena e dal teatro.
Qui siamo nomi, e siamo anime che si raccontano. Stiamo al racconto che leggiamo e scriviamo.
A me, come scrivevo giorni fa, piace sentire l’anima. Senza finzione maschere schermi muri belletti indorature.
Chiedo per favore a chi mi legge di non dare sommari giudizi, di chiedere se non si comprende, di provare a scavare scendere un poco sotto la scarna scabra superficie del mio scrivere. Insieme.
Grazie.
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