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Amicizia

È passata

È passata ieri dove non passa mai e aveva un fazzoletto in mano – forse piangeva. In questo box di poche anime non ci si incontra mai. O s’incontrano solo i due scemi del villaggio che non mancano mai. Invece io e lei non ci siamo più riviste dopo il litigio. La rottura. Una volta sola: fuori dalla farmacia ai tempi del lockdown e io appena l’ho vista ho detto: – C…. E ho fatto subito dietrofront. Poi dopo mesi e mesi è entrata dalla mia parrucchiera e si è bloccata sulla porta mentre io le giravo le spalle sulla sedia girevole. Questo mesi fa fino a ieri, quando é apparsa sul mio sentiero, sbucando da dietro la curva come un fantasma con un fazzoletto in mano e forse piangeva. Mi hanno detto che si sposa tra pochi mesi. Non dovrebbe piangere. Tre anni fa si era innamorata di me. Voleva venire a vivere con me. Mi cercava sempre e la sera mi scriveva: “Ti voglio bene”. Ci sono rapporti forti. Nell’odio e nel suo contrario. Non ci saremo mai indifferenti. Per questo c’è gelo e ghiaccio quando nel box di poche anime capita che i nostri tragitti s’intersichino.

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Amicizia

Amicizia


L’amicizia è più rara e preziosa dell’amore.

Pagine superbamente dense dedicate all’Amicizia nel romanzo ” Le braci ” di Sándor Márai.

“L’amico, così come l’innamorato, non si aspetta di veder ricompensati i suoi sentimenti.
Non esige contropartite per i suoi servizi, non considera la persona eletta come una creatura fantastica, conosce i suoi difetti e l’accetta così com’è, con tutto ciò che ne consegue.
Questo sarebbe l’ideale.
E in effetti: vale forse la pena di vivere, di essere uomini, senza un ideale come questo?
(…)
E se colui che è stato tradito e abbandonato si offende, se grida vendetta, era davvero un amico?

Vedi sono queste le domande alle quali mi sono sforzato di rispondere quando sono rimasto solo.
Naturalmente la solitudine non mi ha fornito alcuna risposta.
Neanche i libri mi hanno risposto in modo esauriente”.

Probabilmente nessuno può rispondere in modo adeguato a queste fondamentali domande.
Questi ultimi anni mi hanno portato a prendere diverse decisioni di fuga da cosiddetti ” amici “.

Ho tagliato i rapporti perché non trovavo quell’adesione totale, coerente, assoluta all’idea d’amicizia.


Il tema viene trattato pagina dopo pagina, nella profondità della carne, da Márai. Senza pudore, senza finzioni, fino in fondo nella ferita.
Può un amico fuggire da noi, senza motivo?
Può rompere il patto implicito di reciproca fedeltà?
Più forte del patto d’amore, ma – comunque – legato dal filo erotico.

” Avrei accettato qualsiasi cosa come scusante e spiegazione, persino l’infedeltà agli ideali del nostro mondo. C’era soltanto una cosa che non riuscivo a spiegarmi: l’offesa fatta a me. Per questa non c’erano scusanti. Ti eri dileguato come un truffatore, di nascosto come un ladro.

E a volte mi sono chiesto se l’amicizia non costituisca un legame simile a quello fatale che unisce i gemelli. Una singolare identità di inclinazioni, simpatie, gusti, cultura e passioni accomuna due uomini, vincolandoli – anche se uno tenta di opporsi all’altro – a un medesimo destino “.

E posso io fuggire, tagliare, rompere i ponti senza nulla chiedere, chiarire, nel silenzio totale?
Per un’offesa, certo. Un’offesa intima: quando l’altra/l’altro che supponevo amica/amico esce dal terreno della complicità, della reciproca stima. Stima che significa abbracciare in un’ampia panoramica tutto ciò che l’altro è: difetti compresi.
E io che pure ho sbarrato – porte finestre – non ho forse smarrito, io stessa, la stima nell’altro: fuggendo?

Da Pinterest

Io sono davvero poco tollerante e tranchant. Forse dovrei imparare a essere più paziente. Forse è inutile perché il mio temperamento non ammette infedeltà e ama l’adesione totale.

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Amicizia

Una mia amica

Immagine fotografica di Eletta

Una mia amica dice sempre che ha trovato un angelo.

Lo ha trovato in concomitanza con un evento luttuoso: le era morto il fratello. Inoltre aveva sbandato con la sua auto e aveva paura di guidare. Allora apparve l’angelo. Era un omino che l’aveva già adocchiata alla caffetteria. Le aveva fatto le condoglianze e le aveva detto: – Se posso fare qualcosa per te. Io ci sono.

Da allora l’amico Angelo la accompagna ogni giorno dalla mattina alla sera ovunque lei voglia. Le paga caffè aperitivi pranzi e cene. La riempie di regali. Lei è felice sulla macchina sportiva cabrio del suo angelo. Lui è felice di stare con lei. Lui ha colmato la sua malinconica solitudine e ha trovato la socialità, lei ha trovato una persona che la tratta come una regina.

Non stanno “insieme” pur facendo tutto insieme. Non sono una coppia. Sono amici. Più che amici.

Non ho mai provato invidia verso le mie amiche, forse perché da sempre sono stata oggetto di invidia da parte delle amiche. È una cosa che trovo davvero orrenda: non fa bene a chi la prova e a chi la subisce.

Però ho sempre invidiato l’angelo della mia amica. È bello aver vicino una persona che ti è davvero vicina. Che c’è per te comunque e sempre. Qualunque cosa succeda. Un vero amico.

Un angelo sa ascoltare. Sa esserci nei momenti di bisogno. Sa amarti per come sei. È grato che tu esista.

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Attimi

Antiche amiche

Immagine fotografica di Eletta

Ogni tanto, nei momenti in cui il pensiero fluttua come nuvole leggere, capita di pensare alle amiche di un tempo.

Oggi mi ha riscritto una cara amica del tempo che fu. Quanto shopping abbiamo fatto insieme. Tornavamo dai nostri giri con la macchina piena di vestiti, giacche, pantaloni, camicette… pazze. Eravamo pazze.

Ci siamo praticamente innamorate insieme. Come eravamo belle. Lei follemente gelosa. Io completamente per aria. Tempo di palpiti giravolte fughe pianti.

Era la mia amica del cuore. Un rapporto veramente stretto. Poi tutto si è rotto. D’improvviso. A causa della sua abnorme gelosia.

C’è stato un periodo buio. Veramente buio. Mi ha fatto del male. Non ho mai chinato la testa. L’ho solo guardata in faccia chiedendole perché.

A volte non ci sono perché. A volte occorre accettare le maree e gli tsunami. Poi, d’improvviso, se il legame è forte torna a bussare.

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Amicizia

Emozioni

Può essere più emozionante ed entusiasmante stare con due amiche a raccontarci la vita tra caschi e pettini che stare con il proprio ex uomo mummia e il suo cane a traino.

Può essere più divertente mangiare pizzette sotto il sole cocente di questa estiva primavera, sedute sul girello di legno con bicchieri di carta e sacchetti, lì nel parchetto con nulla: tranne noi e l’allegria di vivere un momento semplice insieme.

Perché la vita  – che passa e trascorre  – ci lascia nostalgia e ricordo più di questi piccoli, quasi insignificanti momenti, che di matrimoni in pompa magna con abiti bianchi di panna montata e strascichi di piume.

Quel che rimane alla fine del giorno è il sorriso delle amiche.

L’amicizia, come l’amore, si nutre di attimi di condivisione. Ritagli di tempo da vivere insieme. Una colazione, una passeggiata, un pranzo, una giornata di relax in un centro estetico.

Oltre all’ambiente che amo – oltre ai monti alle pinete al ghiaccio all’aria tersa ai primi fiori al profumo ai gatti al legno al pane – sono grata al Fato per le nuove amiche che qui ho incontrato.

Mi mancavano, quando abitavo giù, amiche vere. Che se hai un problema come ieri sera, fai una telefonata e ti danno un consiglio. Ti sostengono quando sei smarrita: sospesa tra cuore e ragione. Stanno ad ascoltarti e ti parlano – sul medesimo piano – dei loro problemi.

In amicizia, come in amore, esserci per l’altro è questione di intelligenza e sensibilità. 

In amicizia, come in amore, i protagonisti debbono essere altruisti. 

Gli egocentrici non funzionano. 

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Amicizia

Un’amica

Per la prima volta da quando abito qui, mercoledì scorso ho passato una intera giornata con una nuova amica.
Ci si trova per affinità: entrambe abbiamo scelto consapevolmente di trasferirsi dalla città in montagna.
La mia nuova amica è una donna che ha scelto di abbandonare un luogo dove aveva un lavoro di prestigio per venire sotto la grande ala della vetta. Ha scelto dopo una malattia che le ha cambiato la vita.

Di lei e di quello che fa, con passione e impegno, avevo già sentito parlare giù, in un corso di Tai Chi. Strani i percorsi della vita che a volte permettono inattesi incroci e imprevedibili intersecazioni.

L’ho conosciuta proprio per il suo lavoro, recandomi nel suo studio, ed è stata lei a propormi di vederci fuori per fare due chiacchiere distese.

È una donna intelligente. Quello che si dice: una bella persona.

Abbiamo passato una diversa giornata. Negozi shopping caffè estetista. Giri vari per il suo lavoro e incursioni nei suoi punti di appoggio nella città più vicina in valle.

Ho già scritto che davvero trovare un amico è trovare un tesoro. Trovare una amica qui significa avere una confidente, un rifugio, un luogo caldo di complicità. Fuori dalle coppie.
Oggi pomeriggio la rivedrò. E intesseremo altri fili e riti di condivisione e confidenza.

Pian pianino sto costruendo una rete relazionale stabile. Con T. rido e scherzo. Con C. faccio la spesa o una passeggiata. Ad altri faccio ritratti o butto progetti.
Quando cammino per il centro comincio a riconoscere i volti e scambiare due chiacchiere o un saluto cordiale.
Da novembre sono residente. Solo da ora mi sento davvero parte di questa piccola comunità e accettata, a volte anche benvoluta.
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Blog

Diario nel web

Tanto per chiarire la mia posizione qui:

c’è una definizione che trovo ogni tanto nelle parole crociate che recita: ” diario nel web”, la risposta è Blog.

La prima volta che l’ho letto sono rimasta un po’ stupita. Eppure di blog attualmente, anche se a fasi alterne, ne seguo, curo e possiedo ben tre.

Oltre a scrivere nei miei blog, seguo e leggo altri blog.

I temi contenuti gli argomenti gli stili sono diversi, spesso diversissimi. Ma la maggior parte dei blog è comunque un diario: quello che faccio, perché lo faccio, quando, con chi, dove e come.

Vado in bicicletta, cammino in un bosco, incontro una persona, faccio un viaggio, scrivo una poesia, leggo e descrivo un quadro una fotografia… un momento, un attimo, un’ emozione e la condivido.

Se non ci foste voi a leggere ora – con i vostri occhi azzurri castani grigi verdi neri vispi stanchi assonnati belli – io ora che scriverei a fare su questa tastiera?

Noi scriviamo per comunicare e condividere. Cosa?

Gioie dolori stanchezze problemi accidenti e incidenti progetti e vita. Sempre e comunque vita. Vita vera.

C’è chi sta poco bene fisicamente, chi sta poco bene emotivamente.

La domanda è: lo deve dire? Lo deve comunicare?

Facciamo un passo di lato, nella vita reale.

Io, come voi, ho amiche e amici.

Una discussione, argomentazione fatta proprio ultimamente, verteva proprio su questo tema: dire o non dire?

La mia amica F. mi ha detto:

– … meglio che non dici la tua situazione a M.

M. è un’altra mia amica.

Dato che in questo periodo non ho molta riserva di tolleranza sono proprio sbottata:

– Perché non dovrei dire a M.? Perché dovrei tacere quello che sto vivendo? Io se sto bene dico sto bene. Se sto male dico sto male, tenendo conto che anche se non lo dico, me lo si legge in faccia. E poi, a cosa servono le amiche se nei momenti peggiori non si può nemmeno dire?

Noi donne abbiamo una cosa da secoli che si chiama: confidenza. Usiamola, perdinci.

E chissenefrega se poi “quella che pensavi amica” non fa che ripetere:

– Continua a lamentarsi del comportamento del suo uomo ma poi sta sempre con lui.

Ebbene? Magari una vera amica sa tutti i risvolti, anfratti, pieghe della situazione. Dovrei tacere e fare la donna “solare” che sta sempre così tanto bene ed è sempre così tanto cercata amata? No. Grazie.

Ho avuto un’amica che tempo fa mi ha parlato in un caffè per un’ora e più di una sua particolare situazione familiare che, evidentemente, la preoccupava.

Sono rimasta ad ascoltare. Mi sono fatta semplicemente anfora. Ho raccolto il suo sfogo, la sua intima confidenza. In quel momento lei aveva bisogno di raccontare.

Perché raccontare è già un po’ risolvere.

Per terminare: la vita è veramente interessante e complessa. Le mie rare e vere amiche sanno, grazie a una frequentazione frequente ( perdonate il tautologismo ), sanno tutti i risvolti della mia situazione. Hanno visto osservato conosciuto gli attori anche fuori dalla scena e dal teatro.

Qui siamo nomi, e siamo anime che si raccontano. Stiamo al racconto che leggiamo e scriviamo.

A me, come scrivevo giorni fa, piace sentire l’anima. Senza finzione maschere schermi muri belletti indorature.

Chiedo per favore a chi mi legge di non dare sommari giudizi, di chiedere se non si comprende, di provare a scavare scendere un poco sotto la scarna scabra superficie del mio scrivere. Insieme.

Grazie.

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Amicizia

Amiche

Mi mancano davvero vere amiche. Mi sono sempre mancate, anche se temporaneamente ne ho avute. Vere amiche, non conoscenti. Appartengo a quella, non so se esigua o diffusa, categoria di donne difficili. Molto avversate, invidiate e preda di infinite gelosie da parte di donne. Ho dovuto sopportare sguardi traversi in ambiente di lavoro. Ho dovuto sopportare nel campo amicale. Perché sono diversa. Troppo franca sincera diretta e non doppiogiochista. Poco tollerante. Lo ammetto.

Oggi vanno di moda le donne solari. Non ho mai capito se dipende dai pannelli che portano nascosti nelle arzigogolate capigliature o dal fuoco interiore e dal perenne sorriso. Loro sorridono sempre, tutto quello che fanno è fantastico: hanno passato una serata vacanza fantastica, hanno incontrato cenato scopato con persone fantastiche, hanno sempre qualcosa da fare in palestra o alle feste. Quando cerco di instaurare con loro una minima conversazione togliendo un po’ di barocco e rococò, quando cerco di parlare della vita vera loro – le solari – cambiano discorso, si vede che non si trovano a loro agio, devono tornare nel nido caldo della finzione, della maschera, dell’apparizione. Del mondo fantastico di Miss Solarium.

Ne ho persa una ultimamente semplicemente dicendo: Possiamo dirci la verità? Non è questo alla fine lo scopo, il senso di una vera amicizia? Almeno tra di noi non fingere che tutto vada sempre bene? Confidarsi le cadute, i momenti bui e difficili oltre a quelli assolati e sereni?

Già: il senso di una amicizia. Di questo ho già scritto. Trovare una persona che non ti giudica anche se racconti cose che non diresti ad altri. Trovare una persona che se hai bisogno c’è. E se lei ha bisogno tu ci sei. Sapere che puoi contare su di lei e che lei può contare su di te. In modo sciolto. Senza problemi.

Un’altra mia amica ultimamente non si è fatta più viva perché, in occasione della sua nuova casa, le ho proposto degli acquarelli in regalo ( fatti da me ) che le servivano per coprire dei fori in un locale e che mi aveva detto le piacevano. Voi direte perché di fronte a un gesto di generosità lei non si è fatta più viva? È la stessa cosa che mi sono chiesta anche io. Mistero. La generosità offende? Mah.

Gente strana. Evidentemente non vere amiche. Un’altra caratteristica dell’amicizia è parlare, risolvere eventuali malintesi comunicando. Direttamente.

Quella volta mi ha infastidito che tu…

In quella occasione tu hai avuto un comportamento che non condivido…

Guardandosi in faccia tranquillamente davanti a una tazza di caffè.

Una vera amica però ora c’è: ci telefoniamo spesso per combinare cene aperitivi o colazioni. La conosco da più di dieci anni e non ci siamo mai perse anche nei momenti bui e difficili come in quelli più felici. Sono grata alla vita di averla incontrata.

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Psiche

Non sopporto

Non sopporto le menzogne. Non sopporto le bugie. Non sopporto le persone che danzano in lurida penombra. Preferisco la luce diretta: talvolta così tagliente che ferisce.

Non sopporto la maleducazione, la volgarità, i lampi stizzosi dei maligni, le dicerie dei nullafacenti, il colorito verde degli invidiosi.

Non sopporto l’incoerenza di chi fa proclami e poi agisce all’incontrario. Stai zitto piuttosto.

Non sopporto e elimino. L’avvio di un nuovo anno porta a buttare vecchie cose giù dal balcone. Io butto persone. Non accetto più i giochini ipocriti e falsi. Chiudo i portoni e non voglio più averci a che fare. Mi volgo verso nuovi orizzonti.

Sto parlando soprattutto di donne. Sto riferendomi alle così dette “amiche”. Ogni anno ne elimino due. Se ne vanno a coppie. Dopo aver cercato di dire spiegare comunicare il mio punti di vista, dopo aver cercato di allacciare ponti più o meno sospesi, dopo aver scusato capito giustificato, dopo tutto c’è un momento in cui è bene ( almeno per me ) dire: Basta.

Quando dico “basta” non c’è più ritorno.

L’importante è, mentre si chiude un portone, aprirne un altro sull’altro lato della casa per far entrare aria pulita e nuova. Chiudere per aprire. Chiudere per cambiare.

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Amicizia 

Leggevo tempo fa  un articolo di Kate Murphy, dedicato al tema dell’amicizia.Interessante lo schema grafico dell’EMPATIA. Illustrava le variazioni dell’empatia a seconda che ci sia una ” vera amicizia ” o una ” amicizia non autentica “.

Nel primo caso vi si dice che ” il nervo vago chiamato smart viene stimolato “, che ci ” sentiamo bene, a nostro agio“, che ” affrontiamo meglio i potenziali conflitti “.

Se c’è vera amicizia ci sentiamo bene e sappiamo affrontare i conflitti: lo abbiamo provato qualche volta nella vita se siamo stati fortunati. Ci sono persone che hanno un vero terrore dei conflitti: si pongono in relazione solo se l’altro fa da specchio splendente: chi è la più bella/ bello del reame? 

Nel secondo caso, amicizia non autentica, avviene il contrario: ” il nervo vago non viene stimolato, vi sono più alti livelli di ansia, diventa più difficile instaurare relazioni profonde”. 

Mi ha fatto davvero piacere trovare evidenziata questa parola così importante nella mia vita: EMPATIA, parola che contiene in sè il PATHOS e che, purtroppo, viene così spesso sottovalutata nelle relazioni interpersonali.

Se non c’è empatia non c’è sensibilità, ascolto e comprensione. L’epidermide è dura: non c’è scambio con l’esterno. Gli occhi e lo sguardo sono sclerotizzati: non si vede l’altro. Se non si è in grado di leggere le emozioni dell’altro, nulla mi muove verso il suo universo così diverso. Non c’è contatto tra i due mondi.
L’empatico sente, avverte, anche al di là delle parole. Soffre con chi soffre, soccorre in caso di aiuto, gioisce con chi è felice. Lo scambio è attivo, l’energia circola ed entrambi ne beneficiano.

Si sta bene.
La persona non empatica è la prima a star male, a soffrire. Non essendo in grado di gettare ponti comunicativi ed emozionali verso l’altro non ha, nel contempo, ritorni. Non sente e, alla fine, non è più sentito. C’è ghiaccio, gelo, manca il grembo, l’abbraccio.
Tema tra i fondamentali del vivere quello dell’amicizia, accanto a quello dell’amore.

Nell’articolo le parti che ho trovato salienti sono state:

– ” L’autenticità delle relazioni ha un impatto enorme su salute e benessere ( se teniamo alla nostra salute cerchiamo di curare anche la nostra salute affettiva: sappiamo donare un’autentica amicizia?)

L’amicizia non è un mezzo per sfuggire la noia.
– Trattare gli amici per utilità è un affronto all’idea stessa di amicizia ( non vi è mai capitato di diventare così importante quando a mezza estate voi avete una casa al mare o in montagna e di essere ignorati nell’anno seguente? )
– La vera amicizia richiede di rendersi vulnerabili bisogna correre il rischio di veder rivelate cose di sè che non corrispondono all’immagine patinata che scriviamo ed esponiamo nei social ( un uomo scrive in un sito che gli fa piacere una serata d’amore, peccato che poi con la sua compagna passa le serate sbadigliando davanti alla TV : un vero amico dovrebbe fargli notare l’incoerenza e se l’uomo sbadigliante sa reggere l’amicizia deve saper ringraziare )

Ci sono persone che fingono amicizia finché non si fa loro notare dei comportamenti sbagliati, allora vanno in tilt e non vogliono più vederti.
– Instaurare rapporti superficiali può avere ripercussioni fisiche…fino ad aumentare il rischio di morte, può far perdere tonicità al nervo vago che permette di entrare in sintonia con gli altri ( SINTONIA: altra parola magica )”.
Dare calore costa così poco e crea benessere.
Lo chiedevo giorni fa ad un amico: – Dimmi, per favore, dove e quando sbaglio. Mostrami senza problemi le mie lacune.
Come in amore, anche nell’amicizia c’è un primo momento di infatuazione: si vede l’altro come essere perfetto, lo si idealizza. È con il passare del tempo e la caduta delle maschere, che si verifica la vera amicizia: quella che regge dopo le cadute, le scivolate, gli errori e gli sbagli, i momenti di debolezza, le fragilità.

Il vero amico ( come la vera amica ) dice, non tace. Il vero amico sa ascoltare un punto di vista diverso. Il vero amico c’è in ogni momento e non solo quando fa comodo e la noia impera. Il vero amico non ti utilizza come una spazzola per le scarpe. Il vero amico ti chiede un consiglio e sa dartene quando sei in crisi. Il vero amico ti cerca, non si dimentica di te quando ha trovato un/una partner. Il vero amico sa mostrare le proprie debolezze. Il vero amico non prova invidia o gelosia per le tue vittorie e successi. Il vero amico non sparla di te alle spalle. Il vero amico sa creare una zona d’intimità profonda. 

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Scrivere

Amicizia

In amicizia, come in amore, sono esigente. Non mi accontento del primo che passa, pur di non stare sola. So stare sola. Anche giorni settimane mesi. 

In amicizia, come in amore, la nostra possibilità di scelta alla fine non è così illimitata e potente. L’amore accade, così come l’amicizia accade. Intendo dire che nel ventaglio dei possibili ci si imbatte, chissà perché, in alcune persone e non in altre. 

La stessa scuola, strada, quartiere, cittadina, i figli che frequentano i medesimi corsi. Molteplici sono i motivi per cui si incontra una persona che è destinata a diventare amica. Le mie amiche le ho trovate studiando, sul posto di lavoro, e al bar che frequento. Alcune di queste le ho perse per strada, altre le ho volutamente lasciate per sempre.

Per sempre perché non sostengo a lungo gelosia e invidia. Accetto, sostengo, scelgo la sostanziale diversità caratteriale tra me e le amiche; accetto che il loro modus vivendi sia sostanzialmente molto diverso dal mio; tollero momenti di assoluta leggerezza e vacuità: ho un’amica che mi parla ore e ore di feste e gossip. Ho imparato, nel tempo, che è bene esercitare molto rispetto verso l’altro e la sua storia. Anche se sepolta da maschere quotidiane. Ho imparato a riconoscere le piccole bugie senza battere ciglio. Ho imparato a tacere, accogliere, godere del tepore di un momento con un’amica. 

Negli ultimi anni ho chiuso definitivamente con due amiche. Una è riapparsa per caso in una passeggiata. Era con suo marito che aveva avuto una grave malattia. Abbiamo scambiato poche chiacchiere perché io non ero da sola. Poi, la sera, mi è sembrato cortese mandare un semplice messaggio per augurare salute e serenità: ero stata colpita dallo stato del marito. 

L’amica mi ha telefonato subito e ha svuotato tutta la sacca del suo mondo su di me. Ha parlato della sua via crucis. Della miracolose cure che lei e suo marito hanno avuto dalla sciamana di turno… Ho chiesto come stava il figlio, il marito e la sorella. Tutti i parenti stretti. Lei non mi ha chiesto nulla. Nulla di nulla. Erano due anni che non parlavamo. Nulla. 

Dopo aver vomitato tutto il suo mondo, lei che frequenta la chiesa con tutte le cerimonie annesse, non ha allungato una mano, non si è sporta un attimo dal suo privato balconcino per sapere come stavo: io e i miei familiari che bene conosceva e frequentava ai tempi della nostra amicizia. Mia madre, per esempio. Non una semplice domanda: Come sta tua madre?

Non c’è niente da fare. Ha rinforzato, con questa egocentrica telefonata, la scelta di troncare. Chiudere. Eliminare. Serrare porte e finestre. Che senso ha? 

Dovrei raccontare tutto l’antefatto. Dovrei andare indietro nel tempo e spiegare cosa è accaduto per esempio nelle due vacanze che abbiamo fatto insieme. Perché la prendevano per mia madre ( abbiamo la stessa età ); perché suo marito mi ha detto che sono stupenda. Perché ogni volta che parlavo di affetto, d’amore lei scostava il viso, cambiava discorso. Non ascoltava. Perché quella volta che sono andata a prenderla per una passeggiata e non ero da sola, lei nulla ha chiesto. 

Scrive Cicerone: 

L’altra opinione è quella che limita l’amicizia a una parità di doveri e di voleri. Questo in realtà è un ridurre troppo meschinamente e grettamente l’amicizia a un semplice calcolo, per modo che il bilancio del dato e del ricevuto sia in pareggio. 

Da: L’amicizia

Nessun calcolo quindi, ma neppure solo dare dare dare per ricevere solo sguardi obliqui.