“L’amore ama amare l’amore” scrive Joyce. In queste giornate piene di continuo assillante sole e improvvisi fuochi, giornate assolutamente non in tema con le giornate dedicate alle tenebre e alla morte, fa bene pensare al tema centrale della vita: l’amore. Che poi si declina in amore anche filiale, recuperando il tempo di un fiore sugli avi già passati o ringraziando il fato sui genitori rimasti ancora in salute. L’amore, dicevo, è il tema. Il grande tema della nostra umana vita attorno a cui ruota tutto. Il bisogno di amare ed essere amati.
Nel magnifico libro: Frammenti di un discorso amoroso, Roland Barthes scrive:
“La stupidità è l’essere sorpresi. L’innamorato lo è continuamente; esso non ha il tempo di trasformare, di coprire, di proteggere. Forse è cosciente della sua stupidità, ma non la censura”.
Mi sono sempre sentita stupendamente stupida quando mi sono innamorata. Illogica, irrazionale, sciocca nel compiere azioni contro ogni regola. Ne ho davvero fatte di tutti i colori perché ero posseduta dall’amore. E, per chi come me, che ama l’amore: la vita senza amore è senza colore. Mancano le vibrazioni, le profondità, gli abissi e le vette, le tinte squillanti e shocking.
Mi risulta davvero noiosa l’uniformità. Come sento noiosi questi infiniti giorni sempre assolati. Il desiderio dell’altro irrompe dando una nuova luce e ombra all’uniforme quotidianità. Desiderare un altro ci sposta dal nostro baricentro. Aggiunge vita alla nostra vita.
Linfa vitale per chi scrive.
” e tu mio altro senti un po’ quando ti deciderai a rispondermi ho nostalgia di te ho voglia di te sogno di te per te contro te rispondimi il tuo nome è profumo diffuso il tuo colore spicca tra le spine fa’ che il mio cuore si riabbia con del vino fresco fammi una coperta di mattino io sto soffocando sotto questa maschera pelle drenata livellata niente esiste a parte il desiderio”.
Sollers
Niente esiste a parte il desiderio.
È il legame tra Eros e Thanatos. Amore e morte sono indissolubilmente legati.
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