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Attimi

Essere gentili

Tre cose sono importanti nella vita umana: la prima è essere gentili, la seconda è essere gentili e la terza è essere gentili.
(Henry James)

Mi è sempre piaciuto questo aforisma di Henri James. La gentilezza è tutto. E nulla appare più stridente in questo tempo di guerra.

Ci sono persone che sanno essere gentili e altre che proprio non sanno essere gentili. Lo pensavo ieri dalla mia parrucchiera mentre accudiva come un bebè una donna di quasi novant’anni con gentilezza amorevole.

Le persone che non sanno essere gentili neppure se ne accorgono. Non si pongono nemmeno il problema della gentilezza. Sono, generalmente, persone egocentrate.

Oltre al proprio ombelico non c’è altro. I propri bisogni problemi e lune. Non un sorriso, un gesto, una carezza e una con-vers-azione amabile. Troppo assorti nel proprio Ego buio.

Manca il con e il vers. Perché le persone che non sanno essere gentili non sanno stare con gli altri – se non in modo funzionale, e non sanno voltarsi verso gli altri per accorgersi di loro.

Dare un fiore, offrire una mano, fare un sorriso, allietare la giornata. La gentilezza è tutto perché è leggera, porta verso l’altro e ci rende più felici. Chi è gentile si preoccupa per l’altro e sa mettersi nei suoi panni. Chi è gentile è empatico: sa patire insieme all’altro. Vede l’altro e lo ri-conosce.

La gentilezza è tutto. Incontrare una persona gentile rende la giornata più leggera anche nei momenti più difficili. Incontrare una persona non gentile rende più sgradevole ogni momento, appesantisce. Toglie energia invece che regalarla.

In questo tempo di massacri atroci a me fa piacere incontrare persone gentili e ricambiare il loro esserci con gentilezza.

Pensiamo sempre che la violenza sia fuori di noi, ma nel piccolo della nostra vita quotidiana, un gesto poco gentile può essere crudele. Trattare il prossimo con poca o nessuna gentilezza è crudele. Fa male. E di male ce n’è già troppo.

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Parole

Gentilezza

Ovunque ci sia un essere umano, vi è possibilità di gentilezza.

Seneca

A volte sono più gentili certi animali…

Buona serata

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Attimi

Giornata mondiale della gentilezza

Immagine grafica di Eletta Senso

https://www.corriere.it/buone-notizie/20_novembre_12/giornata-mondiale-gentilezza-ma-italia-dura-tutta-settimana-cc2f1822-24cc-11eb-9615-de24e09c8a4a.shtml

Stamattina quando ho pubblicato l’articolo sulle coccole non sapevo che, guarda caso, fosse proprio la Giornata Mondiale della Gentilezza.

Fare una carezza o dare un abbraccio è forse difficile visto le misure del distanziamento. Ma una carezza si può dare anche con le parole. Anche con un semplice Buongiorno o Buona notte. Purché non sia solo formale, ma venga dal cuore. Una carezza e un abbraccio si può dare con una telefonata o una videochiamata.

La gentilezza non costa molto. È accorgersi dell’altro e dei suoi bisogni. La gentilezza è un sorriso caldo. È donare tempo per aiutare chi si sente solo e triste.

Se in questa giornata tutti facessimo un solo gesto di gentilezza nascerebbe un’onda positiva.

Dal web

Gentilezza non è sdolcinatura.

La gentilezza nasce solo in persone forti. I deboli devono nascondersi dietro scudi di arroganza e vivono la gentilezza come un pericolo per il proprio fragile Ego.

Dal web

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Attimi

La gentilezza scalda il cuore

In questo periodo di forte emergenza siamo sottoposti a stress e disturbi emotivi: ansia, paura, depressione.

Stare vicino a chi ci è vicino – o anche a chi è lontano utilizzando la tecnologia – è veramente importante. Una telefonata o videochiamata può scaldare il cuore.

Si può stare vicino a livello di prossemica, per esempio passeggiando insieme, vicino a una persona che sta di fianco e sentirla lontanissima. Occupata e preoccupata di sé, solo di sé, senza un istante di sguardo fuori di sé, senza un gesto di cortesia verso te. Ti spiace se mi fermo a fare una fotografia? Hai freddo? Sei stanca? Come ti sta bene quel cappello, peccato per la mascherina…

Si può stare vicino a una persona lontana che non fa altro che parlare di sé, di problemi suoi, di cose sue senza mai coinvolgerti con una semplice domanda: – E tu? Come stai? Cosa pensi? Cosa mi racconti?

Persone egocentriche. Ne conosco molte, purtroppo. Ho avuto come ospiti donne che si sono sedute sul mio divano e hanno subitaneamente aperto la bocca per vomitare un fiume interminabile di bla bla bla relativi alla loro vita. Senza una pausa. Senza una domanda. Sono persone che ti usano come il sacchetto nella tasca sull’aereo.

In questo periodo davvero pesante trovare persone leggere dotate di sorriso e gentilezza, di attenzione e cortesia, farebbe davvero un gran bene.

Ultimamente una persona che sa essere gentile con me l’ho trovata. Una persona rara che sa parlare e comunicare, ma anche chiedere e ascoltare. Dotata di quel pizzico di empatia, intelligenza emotiva e simpatia che fa piacere.

Purtroppo con questo auto-lockdown non so nemmeno se potrò vederla nelle prossime settimane. Resterò sola e, almeno, non avrò sul mio divano persone che usano il mio spazio e me per parlare solo di sé.
Tre cose sono importanti nella vita umana: la prima è essere gentili, la seconda è essere gentili e la terza è essere gentili.
(Henry James)

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Amore Ethos Parole

Cura

C’è la bellissima canzone di Battiato. Dove l’uomo è uomo.

Poi c’è la realtà. La donna “deve” fare la colf la badante e l’infermiera. Ma guai se è lei infortunata o malata. L’uomo che la mattina le augura: Buongiorno tesoro, non trova meglio di fare che fuggire se il suo amore ha bisogno di cura, gentilezza, attenzione, amore.

Scappa. Se ne va.

Perché la donna che ha un problema fisico ed è preoccupata non è come sempre sorridente e disponibile e servizievole. Capita che stavolta sia lei ad avere bisogno di CURA.

Allora l’uomo topo le dice che è propria una cretina e che andrà a casa sua. La lascia con il suo problema fisico. Se la donna non è efficiente come nei giorni in cui era sana che serve averla vicina? È preoccupata nervosa. Non assolve più il suo compito di damigella di compagnia, non è altruista come il solito, per un giorno è fuori servizio. Allora l’uomo la insulta, la tratta male, con arroganza e prepotenza. Non l’abbraccia, non la coccola, non le chiede neppure come stai.

Se la poveretta gli dice che non è corretto il suo comportamento, l’uomo è infastidito. Mai sottolineare un suo comportamento errato. Non è in grado di chiedere: scusa né di rivedere i suoi pessimi comportamenti. Lui è un dio intoccabile.

La donna infermiera lo ha accudito per giorni e giorni e si è informata sul suo stato di salute: – Hai dormito? Hai mangiato? Come stai oggi?

La donna infermiera lo ha accompagnato a fare gli esami del sangue. Avanti e indietro con la sua auto con partenza alle sette e quaranta. La donna infermiera gli ha portato il cane perché lui non può fare sforzi, un cane di quaranta chili non un barboncino; la donna colf gli ha organizzato la pulizia della casa; la donna badante gli ha fatto compagnia per svagarlo; la donna compagna ha accettato l’assenza di sesso visto la convalescenza; la donna giardiniera ha tagliato il prato e messo a dimora le piante; la donna cuoca ha raccolto le erbe nell’orto per gustose minestre torte rustiche ed erbazzoni…

Ma quando la donna colf cuoca amante giardiniera infermiera è momentaneamente “fuori uso” per un giorno di indisposizione fisica l’uomo che ha ricevuto cura e attenzione, pensa bene di non ricambiare. E si arrabbia pure. La tratta male aggiungendo malessere al malessere.

Visto che il signore in questione, nonostante glielo abbia chiesto diverse volte, continua a leggermi, FATEMI UN FAVORE: scrivetegli voi che questo non è un comportamento corretto. Magari se glielo dite voi finalmente capirà. Questo può essere un esperimento di scrittura performativa.

Volta a modificare le performance, i comportamenti. Forse se legge i vostri commenti riuscirà a capire quanto vado ripetendo inutilmente da tempo: la coppia è un costante lavoro di dare/avere. Nella coppia occorre lavorare per il benessere reciproco, a turno. Chi sta meglio dà a chi sta meno meglio, ma riceverà il medesimo trattamento di cura nel caso inverso. Nella coppia nulla è assodato. Non c’è un padrone che comanda e una serva che serve. Deve esserci equilibrio, riconoscenza attenzione rispetto. Sempre.

Nella coppia, come nella canzone di Battiato, è bene dire : Perché sei un essere speciale e avrò cura di te.

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Mi muovo meglio in difesa

Mi muovo meglio in difesa. Scudi alzati, lancia in resta. Mi piace molto il campo di battaglia: conosco ogni mossa, prevedo la direzione, pianifico strategie. Ho un protettivo carapace in cui ritirarmi, se il tempo é inclemente, se grandina o tempesta, se il nemico è alle porte, sta attentando alle mie mura, con pericolose macchine.  Non agito mai la bandiera bianca. Resisterò fino alla morte.

Non so come reagire alla bontà. Non sono allenata, preparata, non ho strumenti difensivi, sono nuda e non protetta. Non so reagire alla gentilezza, al gesto non previsto. Mi manda in crisi. Mi sento smarrita. 

Datemi un orco, un mostro, un drago. So ucciderlo, so come combatterlo. Avere di fronte un essere spregevole moltiplica a dismisura la mia energia. So come fare. So cosa fare. Tagliare la testa, colpire al cuore. 

Datemi un gesto dolce, una carezza: avrete vinto, sarò inerme. Spersa. La gentilezza amorevole mi sbaraglia. Più arriva inaspettata più mi stravolge. Non sono abituata alla bontà.