Istinto e desiderio

Immagine fotografica di Eletta

Diversi filosofi hanno approfondito la differenza tra l’essere umano e l’animale.

La differenza sta sostanzialmente in questo: l’animale è animato da puro appetito per la spinta istintuale. Ha fame? Soddisfa l’appetito mangiando.

“La sua soddisfazione si realizza secondo lo schematismo elementare dell’istinto”.

L’essere umano, invece, secondo Hegel è un essere che non è mai ciò che è: un essere mancante, un desiderio di desiderio, come scrive Lacan.

” L’esistenza umana è trascendenza, desiderio, lotta, lavoro, trasformazione, sublimazione, creazione. (…) Ciò che conta non è la soddisfazione del bisogno, ma essere riconosciuti dall’Altro come soggetti, come soggetti del desiderio”.

Da queste osservazioni, naturalmente più articolate che trovo sul tomo che sto leggendo, non posso fare a meno di pensare quanto noi siamo sostanzialmente diversi dall’animale: non perché superiori ma perché mancanti. Sempre alla ricerca di un soddisfacimento che non è solo quello dei bisogni primari.

Più ci avviciniamo agli animali ( una vogliuzza per il giorno, una vogliuzza per la notte, fermo restando la salute come scriveva Nietzsche ) più siamo semplici e, probabilmente, in tal caso viviamo meglio.

Più ci allontaniamo desiderando il desiderio di un Altro, desiderando di essere desiderati, e perciò amati riconosciuti visti, più viviamo peggio perché dipendiamo da qualcosa fuori di noi.

22 pensieri su “Istinto e desiderio

  1. Lacan stesso affermava che l’essere umano desidera qualcosa finché non lo ottiene, nel momento in cui ottiene ciò che voleva non lo vuole più…quindi per manifestarsi il desiderio deve essere costantemente lontano dal proprio oggetto, eternamente rimandato…in una lotta continua tra ciò che vogliamo e ciò che abbiamo…interessante post Eletta 🙂

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  2. Ho sempre pensato che l’essere umano sia in realtà un’involuzione, che questo nostro cervello che fa mille congetture sia un handicap, quasi un tumore che ci allontana dal senso dell’esistenza

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  3. Riavvolgo il filo dei pensieri scaturiti dalla lettura di questo post.
    Sì, è vero che la semplicità cui fa seguito un “impoverimento” del bisogno può rendere più facilmente facile l’accesso alla “felicità”, ma è anche vero che, permanendo in questo stato, non c’è evoluzione, o, se c’è, è minima.
    Fatte queste considerazioni, sono portato a ritenere di aver desiderio di crescere,e, pertanto, lascio l’istinto all’animale.

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  4. Sarebbe bello essere così forti da non curarci di nulla e nessuno. Ma forse poi sfioreremo nell’entrare in qualche patologia mentale. Comunque non so, l’essere umano è stato creato per vivere in società, con tutto quello che ne scaturisce. Felice giornata❤️

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