Anno che verrà


La fine di un anno di vita e l’inizio di un nuovo anno porta, inevitabilmente, a fare delle minime riflessioni.

L’anno che sta finendo ha apportato notevoli cambiamenti nella mia vita.

Alcuni cambiamenti li scegliamo consapevolmente, decidendo di abbandonare zavorre troppo pesanti.

Altri cambiamenti avvengono per fato. Indipendentemente da noi.

La modificazione più importante dell’anno trascorso è stata cambiare casa. Questo ha significato svuotare completamente la vecchia abitazione vagliando tutte le cose che avevo accumulato in quasi trent’anni. Un lavoro titanico.

Nelle mie mani e sotto i miei occhi sono passati oggetti foglietti libretti abiti soprammobili libri vasellame pacchetti fotografie fatture bollette lettere e tutto il ciarpame che riempie una abitazione.

Questo ha comportato un continuo tuffo nel passato e nelle sue tracce. Ho buttato strappato gettato moltissime cose.

Poi, il tutto rimasto e sopravvissuto, è stato trasferito nella mia nuova casa in montagna.

Ho pagato la cooperativa per tutto il lavoro.

Ho riordinato mobili e oggetti nel mio nuovo nido.

Ho fatto tutte le pratiche per la nuova residenza ( ho cambiato anche regione ).

Ora ho un nuovo medico, nuovi vicini, nuovi contratti per le utenze domestiche.

Ho dovuto imparare a caricare e pulire la stufa a pellet.

Ho organizzato gli spazi della mia nuova casa perché risultassero funzionali e confortevoli.

” Abitare non è conoscere, è sentirsi a casa, ospitati da uno spazio che non ci ignora, tra cose che dicono il nostro vissuto, tra volti che non c’è bisogno di riconoscere perché nel loro sguardo ci sono tracce dell’ultimo congedo. Abitare è sapere dove deporre l’abito, dove sedere alla mensa, dove incontrare l’altro, dove dire è u-dire, rispondere è cor-rispondere. Abitare è trasfigurare le cose, è caricarle di sensi che trascendono la pura oggettività, è sottrarle all’anonimia che le trattiene nella loro inseità, per restituirle ai nostri gesti abituali che consentono al nostro corpo di sentirsi tra le sue cose, presso di sè”.

( Umberto Galimberti – Il gioco delle opinioni )

Questo è stato il più forte cambiamento in questo anno che se ne va. Per questo salto ho sprecato e utilizzato molta energia.

Dopo tutta questa fatica, finalmente sono nella mia nuova casa felice di esserci.
Ogni volta che devo scendere nella zona dove ho abitato per trent’anni non vedo l’ora di tornare tra i miei monti. Mi manca, in città, l’aria pulita e l’aria della libertà.

Qual è il proposito per l’anno nuovo?

Stare bene. Desidero lavorare per stare bene. Desidero togliere tutti gli ostacoli che non mi permettono di stare in pace con me stessa e con gli altri.
Desidero recuperare tutta l’energia spesa per il trasloco e recuperare l’energia persa scegliendo tempi luoghi persone attività che producano benessere.

Vorrei che ogni giorno dell’anno nuovo possa essere vissuto con consapevolezza e gratitudine.

23 pensieri su “Anno che verrà

  1. Nessuna energia è sprecata se porta un’evoluzione nel nostro percorso.. in ogni caso ti capisco: dopo che mi sono trasferita, quando mi capitava di esser lontana l’orizzonte piatto e senza montagne sembrava soffocarmi!

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    1. Oh, Dott.ssa Lucia: mi sei proprio mancata. Ho pensato: ma dov’è finita? Eccoti. Grazie 💗 un augurio a te che aiuti le persone nel processo di individuazione. Un anno pieno di quel che desideri. 🎆🎆🎆

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