Capita, una sera, di aprire un libro e restare incantati.
Allora: leggere e rileggere perché duri l’incantamento.
Con questo brano denso e lento, auguro a tutti quelli che hanno poesia nell’anima e a tutte le persone trovate qui – in questo spazio etereo – un luminoso anno nuovo.
” Bisognerebbe saper attendere, raccogliere, per una vita intera e possibilmente lunga, senso e dolcezza, e poi, proprio alla fine, si potrebbe forse scrivere dieci righe valide.
Perché i versi non sono, come crede la gente, sentimenti ( che si acquistano precocemente ), sono esperienze.
Per scrivere un verso bisogna vedere molte città, uomini e cose, bisogna conoscere gli animali, bisogna capire il volo degli uccelli, e comprendere il gesto con cui i piccoli fiori si aprono al mattino.
Bisogna pensare a itinerari in regioni sconosciute, a incontri inaspettati e congedi previsti da tempo, a giorni dell’infanzia ancora indecifrati, ai genitori che eravamo costretti a ferire quando portavano una gioia e noi non li comprendevamo ( era una gioia per qualcun altro ), a malattie infantili che cominciavano in modo così strano con tante profonde e grevi trasformazioni, a giorni in stanze silenziose e raccolte, e a mattine sul mare, al mare soprattutto, a mari, a notti di viaggio che passavano con un altro fruscio e volavano assieme alle stelle – e ancora non è sufficiente per pensare a tutto questo.
Bisogna avere ricordi di molte notti di amore, nessuna uguale all’altra, di grida di partorienti e di lievi bianche puerpere addormentate che si rimarginano.
Ma bisogna anche essere stati accanto ad agonizzanti, bisogna essere rimasti vicino ai morti nella stanza con la finestra aperta e i rumori intermittenti.
E non basta ancora aver ricordi. Bisogna saperli dimenticare, quando sono troppi, e avere la grande pazienza di attendere che ritornino.
Perché i ricordi in sé ancora non sono.
Solo quando diventano sangue in noi, sguardo e gesto, anonimi e non più distinguibili da noi stessi, soltanto allora può accadere che in un momento eccezionale si levi dal loro centro e sgorghi la prima parola di un verso.
RAINER MARIA RILKE
Bello il concetto di esperienze *-*
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Grazie Sara
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🙂 Buon anno!
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Sì, occorre fare molta strada per poterne scrivere e parlare. Buon nuovo anno Sara
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È vero! Buon anno a te 🙂
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Stupendo! ❤
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Per te che ami la poesia 💗💗💗
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Mi piacerebbe ribloggarlo, posso?
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Certo: è un brano bellissimo
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non credo che si possa disciplinare la poesia, ogni poeta, di quelli veri, ci arriva a modo suo, ma questa pagina di Rilke è stupenda e va oltre l’opinabile.
un abbraccio di buon anna, Eletta
ml
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Un abbraccio a te caro uomo e alla tua bicicletta. Che possa portarti in nuovi panorami aperti e poetici nel 2019
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Buon fine d’anno.
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Buona fine e buon inizio Neda 🎆🎆🎆
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Buon anno a te che questo 2019 possa colorarsi di candidi toni spensierati ai quali tu possa bearti!!!!! 🙂
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Grazie di 💗 ricambio 🎊🎆🎉
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Grazie grazie grazie, è sempre un privilegio essere avvolti dalle parole e dal loro significato
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Grazie a te che apprezzi 😘
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