Categorie
Attimi Feste

Festa del gatto

Oggi 17 febbraio è la festa del gatto.

Ed è per me festa ogni giorno da quando ho deciso di adottare Edo.

“ Ai gatti riesce senza fatica ciò che resta negato all’uomo: attraversare la vita senza fare rumore” – Ernest Hemingway

Categorie
Feste

Duemilaventi

Immagine fotografica di Eletta

D iviene stanotte

U na nuova data ed

E ra e

M acina lento

I l tempo.

L ieto

A nno che

V iene

E

N ovità

T iene

I n serbo per tutti.

Immagine fotografica di Eletta

AUGURI DA ELETTA SENSO

Categorie
Feste

Esistere

Immagine fotografica di Eletta

Uno dei primi concetti espresso da Vito Mancuso nel suo ultimo libro è la differenza tra vivere ed esistere. Esistere significa ex-sistere cioè collocarsi fuori. Stare fuori vuol dire anche non farsi sottomettere controllare manipolare dal sistema vigente.

In questo caso e periodo: dal sistema consumistico. Ieri ho passato un Natale semplice e, per me, magnifico. Pochi cibi ottimi, una passeggiata con il sole e il vento, il silenzio e quasi il deserto.

Calma, tranquillità e quiete. Un ritmo pacificante. Lento. Senza “dover fare” e “dover essere”.

Pochi pacchetti dono da aprire. Pochi pacchetti dono fatti col cuore.

Le luci del Natale e la luce del sole.

Categorie
Feste

Il più bel regalo

Immagine fotografica di Eletta

Il più bel regalo è alzarsi con tutto imbiancato

Il più bel regalo è un biglietto creato con amore

Il più bel regalo è un caldo abbraccio

Il più bel regalo è quel preciso oggetto che sognavi da anni

Il dono non è solo il valore del dono: è cercare pensare trovare proprio quella cosa che l’altro desidera. In questo il dono sublima l’oggetto in gesto simbolico.

Categorie
Feste

Ricorrenza

Immagine fotografica di Eletta

Non amo le ricorrenze: compleanni anniversari e feste varie. Già mi vengono i brividi al pensiero del Natale. È che non mi piace stare a tavola per ore perché io mangio come un uccellino e agli antipasti, fosse per me, ringrazierei e me ne andrei.

L’anno scorso poi, la comitiva in cui sono stata inserita – come un corpo estraneo – mi era sconosciuta e non sapevo che dire: qual era il tema e il linguaggio. La persona che mi aveva portata, di psicologia zero, non ha fatto nulla per acclimatarmi e mi ha lasciata sola a sorbirmi gli innumerevoli piatti e discorsi.

Quando ho ospiti mi piace metterli a loro agio e farli sentire a casa e mi piace intrattenerli con una conversazione che li includa, anche con un pizzico di curiosità: e tu che ne pensi? E voi come fate? Come vivete e risolvete?

Invece sono spesso circondata da persone che amano parlarsi addosso, senza includere. Mi annoio a sentire infiniti racconti dei fatti altrui senza interruzione né inclusione. In questa casa ci sono state due donne che mi hanno rovesciato addosso tutta la loro vita senza che io potessi dire: be.

C’è una signora qui che ha un negozio. Se ti cattura è la fine. Stai seduta o in piedi ad ascoltare. Ore. È per questo che non ci vado più.

Ho scritto articoli sui narcisisti. Beh, sembra che il mondo sia pieno.

Stanotte c’è una ricorrenza. Ho preso un vaso di crisantemi ruggine e l’ho messo in giardino. Ho pulito per un’ora la zucca, una delle tre che ha partorito il mio orto, e ho fatto una torta; l’altra l’ho cotta in forno. È il mio modo di celebrare la festa dei morti. Senza andare al cimitero a far vedere che vado al cimitero e, una volta all’anno, metto fiori ai miei cari defunti. Ho sognato mio padre qualche notte fa: è stato lui a venirmi a trovare nel ricordo onirico.

Categorie
Feste Riflessioni

Anno che verrà


La fine di un anno di vita e l’inizio di un nuovo anno porta, inevitabilmente, a fare delle minime riflessioni.

L’anno che sta finendo ha apportato notevoli cambiamenti nella mia vita.

Alcuni cambiamenti li scegliamo consapevolmente, decidendo di abbandonare zavorre troppo pesanti.

Altri cambiamenti avvengono per fato. Indipendentemente da noi.

La modificazione più importante dell’anno trascorso è stata cambiare casa. Questo ha significato svuotare completamente la vecchia abitazione vagliando tutte le cose che avevo accumulato in quasi trent’anni. Un lavoro titanico.

Nelle mie mani e sotto i miei occhi sono passati oggetti foglietti libretti abiti soprammobili libri vasellame pacchetti fotografie fatture bollette lettere e tutto il ciarpame che riempie una abitazione.

Questo ha comportato un continuo tuffo nel passato e nelle sue tracce. Ho buttato strappato gettato moltissime cose.

Poi, il tutto rimasto e sopravvissuto, è stato trasferito nella mia nuova casa in montagna.

Ho pagato la cooperativa per tutto il lavoro.

Ho riordinato mobili e oggetti nel mio nuovo nido.

Ho fatto tutte le pratiche per la nuova residenza ( ho cambiato anche regione ).

Ora ho un nuovo medico, nuovi vicini, nuovi contratti per le utenze domestiche.

Ho dovuto imparare a caricare e pulire la stufa a pellet.

Ho organizzato gli spazi della mia nuova casa perché risultassero funzionali e confortevoli.

” Abitare non è conoscere, è sentirsi a casa, ospitati da uno spazio che non ci ignora, tra cose che dicono il nostro vissuto, tra volti che non c’è bisogno di riconoscere perché nel loro sguardo ci sono tracce dell’ultimo congedo. Abitare è sapere dove deporre l’abito, dove sedere alla mensa, dove incontrare l’altro, dove dire è u-dire, rispondere è cor-rispondere. Abitare è trasfigurare le cose, è caricarle di sensi che trascendono la pura oggettività, è sottrarle all’anonimia che le trattiene nella loro inseità, per restituirle ai nostri gesti abituali che consentono al nostro corpo di sentirsi tra le sue cose, presso di sè”.

( Umberto Galimberti – Il gioco delle opinioni )

Questo è stato il più forte cambiamento in questo anno che se ne va. Per questo salto ho sprecato e utilizzato molta energia.

Dopo tutta questa fatica, finalmente sono nella mia nuova casa felice di esserci.
Ogni volta che devo scendere nella zona dove ho abitato per trent’anni non vedo l’ora di tornare tra i miei monti. Mi manca, in città, l’aria pulita e l’aria della libertà.

Qual è il proposito per l’anno nuovo?

Stare bene. Desidero lavorare per stare bene. Desidero togliere tutti gli ostacoli che non mi permettono di stare in pace con me stessa e con gli altri.
Desidero recuperare tutta l’energia spesa per il trasloco e recuperare l’energia persa scegliendo tempi luoghi persone attività che producano benessere.

Vorrei che ogni giorno dell’anno nuovo possa essere vissuto con consapevolezza e gratitudine.

Categorie
Feste

Zucchero e fiele

A Natale dobbiamo essere più buoni.

Questo il messaggio universale ripetuto in tutte le salse. Più buoni. Miele e zucchero.

Tenendo conto che ogni giorno, di tutto il nostro santo tempo, dovremmo cercare di voler bene a noi stessi e agli altri, sicuramente un momento di rito e richiamo dovrebbe essere funzionale.

Dovrebbe: condizionale.

Che dire allora di alcune persone che nei giorni che precedono il Natale

si affannano a cercare il regalo giusto,

si affannano a preparare pranzi e cene lavorando in cucina fino allo spasimo,

perdendo e impiegando tanta, troppa energia e che, quindi, accumulano una così grande quantità di stress da arrivare alla vigilia e al Natale stremati stanchi e nervosi?
Che senso ha?

Fare qualcosa per gli altri ha un senso.

Cercare il regalo giusto per ciascuno ha un senso.

Cucinare piatti gustosi per i pranzi e le cene ha un senso.

Occorre però non perdere la bussola e la priorità di queste feste: perché tutto abbia davvero un senso è bene mettere come priorità arrivare al Natale in pace con se stessi e donare pace agli altri.

Se si dimentica questa priorità si accumula stress e nervosismo che inquinano la festa. Tutto, ma proprio tutto, va in malora. Si guasta. Diventa immangiabile. Non più zucchero e miele, ma zucchero e fiele.

Se la madre, la zia, la figlia, il cognato, il fratello… arrivano a tavola nervosi stressati annoiati il rito perde il proprio senso.

Meglio sarebbe non festeggiare.
Meglio sarebbe non regalare nulla.

Meglio sarebbe non celebrare una nascita che, al di là che si creda o no, significa ri-nascita, trasformazione, modificazione dei vecchi stupidi deleteri comportamenti.

A Natale conviene arrivare nuovi. Abbandonare i vecchi costumi e giungere con un abito nuovo: dentro e fuori.
Pacificati con il dentro e con il fuori.
Solo allora riusciremo davvero a volerci e a voler bene.

A tutte le persone che sono entrate in questo spazio e hanno lasciato uno sguardo e una traccia: auguro un sereno Natale di ri-nascita.

Eletta

Categorie
Feste

Fermenti

Qui sono iniziati i fermenti natalizi. Ovunque persone che addobbano alberi e balconi.

Stamattina abbiamo preso dei rami di abete. Sono profumati di resina e bosco. Con questi copriremo il balcone. Fiocchi rossi e tondi di legno. Lucine bianche.

Non ho mai amato il Natale. In generale non amo le feste. Sono un po’ selvatica e nelle feste occorre stare “insieme”. Insieme a lungo.

Però quest’anno penso che riuscirò a deporre la mia selvatichezza per stare insieme al caldo degli affetti.