Il paesaggio: tableau vivent

Ieri, armata della mia Reflex con l’obiettivo giusto, ho passeggiato nei boschi vicino a casa. Una passeggiata lunga non per i chilometri percorsi, ma per le continue soste.

Nel bosco tutto era giallo con qualche sprazzo arancione che contrastava con il verde cupo degli abeti. Si stava come in una cattedrale con vetrate boschive. Guardavo, assaporavo, fotografavo.

Fare una buona fotografia significa vedere. Dentro la cornice: la sagoma di un tronco o di un maestoso abete dà un effetto diverso se messa di lato a destra o sinistra o al centro. La medesima realtà può essere fotografata da angolazioni diverse e dare, perciò, immagini diverse.

C’è un peso nella composizione, esattamente come in una composizione artistica da tener presente.

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Gli elementi della grammatica visiva che formano i messaggi visivi sono determinati:

Dai punti

Dalle linee

Dai colori

Dal contrasto luce- ombra

Dalle masse

Dalle diagonali

Dal punto di forza

Le principali regole dei codici visivi al momento della percezione sono:

La configurazione spaziale: figura-sfondo; le leggi della vicinanza ( un albero chiaro, per esempio risalta su un colore scuro; un arancione prende più forza con accanto un turchese…), le leggi dell’eguaglianza, della forma aperta e/o chiusa…

Le principali regole compositive sono: l’equilibrio, il peso; la direzione, il ritmo, la simmetria, il movimento, la prospettiva.

Su ogni punto elencato ci sarebbe da scrivere molto, comunque chiunque si occupa di attività visive ( cineasta, pubblicitario, pittore, fotografo, grafico… ) se vuole fare un buon prodotto/opera deve tenerne conto.

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Amo le masse compatte cromatiche e detesto le immagini “cartoline” che trovo scontate. Mi allettano più i dettagli, il ritaglio, dell’insieme.

È stata una passeggiata bellissima: ho respirato armonia e colori.

( Immagini fotografiche di Eletta Senso )

24 pensieri su “Il paesaggio: tableau vivent

  1. convengo con te sull’importanza di una corretta composizione fotografica per un buon risultato. la tua penultima foto ne è un ottimo esempio: c’è equilibrio tra i vari elementi che compaiono: l’uniformità cromatica del prato in primo piano esalta la ricchezza di colori dello sfondo; la casa relegata su un lato della foto e velata dalle betulle perde imponenza e così ridimensionata diviene elemento essenziale dell’insieme. Lo stesso vale per la figura umana a cui hai dato la giusta collocazione “non invadente”.
    ml

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    1. Che giusta analisi visiva: c’è chi pensa che basti scattare per ottenere una buona fotografia. Invece ci vuole molto occhio. Ieri ho scattato trecento foto, ne ho scartate molte. D’altra parte anch’io apprezzo molto le tue fotografie, anche tu hai ” occhio” 😉🍁

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  2. bellissimo questo collage di colori, anch’io uso sempre la reflex quando vado a fotografare, alternando sia immagini tipo cartolina per descrivere una località, sia immagini dettagliate per esaltarne l’anima, la sensibilità espressiva che è racchiusa in ognuno di noi.
    Qua vicino non ho zone così belle da fotografare, c’è il Parco del Beigua, ma non ha tutti quei colori, prevalgono solo le tinte ocra e marroni, tipiche delle faggete. Ad ogni modo ne ho fotografati molti di paesaggi simili, e ne fotograferò ancora… 😉

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  3. condivido ogni parola: sono giorni che sto cacciando il foliage, che quest’anno è particolarmente in ritardo, e mi accorgo di come cambi tutto in fretta, giorno dopo giorno.
    E poi, come tu dici, le lunghe passeggiate fermandosi ogni pochi passi a guardarsi attorno, scoprire nuovi scorci, nuove composizioni… circondato dall’odore dell’autunno e dal silenzio.
    Amo questa stagione, e i tuoi scatti le rendono merito: bellissimi!

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  4. A me piacciono molto anche gli alberi in inverno, quando mostrano la loro nudità scheletrica, ma viva. Magari stagliati contro un cielo azzurro da far risaltare i dettagli! 🙂

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