Categorie
Frammenti

Spazio asfittico

Nello spazio asfittico annegano i ratti. I corpi rigidi col pelo duro.
Sono scesa. Mi aspettava accanto all’auto. Mi aspettava il centesimo cavaliere dell’armata persa: i condottieri senza destriero le lance spuntate gli scudi di latta.
Mi ha guardato: scarpa alta da femmina pantalone stretto gilé ciuffo sugli occhi.
I famosi occhi.

Sei più bella dal vivo che in foto.
Sono più bella viva.

Sono salita dopo aver valutato le spalle strette la testa senza collo la camicia nera da serata scontata.
Anche l’architetto vestiva total black.
Solo, dietro, sui pantaloni e sulla schiena della camicia delle strisciate bianche.
Sporco di calce vernice o coca.
Chi lo sa.

Comunque l’omino ha cominciato a parlare ininterrottamente.
I ratti agitano le zampine con il cellulare a immortalare l’ultimo divo.

Perché una donna come te é sola?
Sono una difficile.

L’uomo la tratta come una imbecille raccontando di sé.
Il solito strascico infinito di IO IO IO.
Narciso si specchia nell’iride della donna di turno che alloggia- momentaneamente- nell’abitacolo.
Brutto profilo.
Dimostra tutti gli anni forse di più.

Non c’è parcheggio. Hanno aperto i cancelli domenica sera c’è l’ora d’aria.
Tutti i carcerati mangiano pizza o gelato.

Lo guardavo raccontarsi. Lo guardavo splendere. Mi aveva spiegato chi era Darwin : era così trionfalmente sicuro che io non sapessi chi fosse.
Chissà le oche frequentate prima di me.
Le donne spiumate dalle gambe esposte sui tacchi di luna col rossetto lucido.
Le oche costrette a mostrare solo il proprio corpo perché il cervello é vuoto.

4 risposte su “Spazio asfittico”

Rispondi

Effettua il login con uno di questi metodi per inviare il tuo commento:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...