
” Dialogo non è una parola tranquilla, anzi non è neppure una parola, ma tensione tra parole. Contiene infatti quel dia che rintracciamo in dia – metro come unione dei massimamente distanti.
Altro che scambio di parole.
Il dia–logo è esasperazione del conflitto, unione di incongruenti, dislocazione dei luoghi”.
Da: Il gioco delle opinioni di Umberto Galimberti
Così come nella citazione, se una persona sapesse cosa significa davvero DIALOGO, non silenzio e piattezza comunicativa, non qualcosa di stantio e noia, ma unione dei massimamente distanti, esasperazione del conflitto… se qualcuno sapesse non accetterebbe forse un campo più aperto e attento quando si mette a dialogare?
C’è chi ha paura del punto di vista diverso.
C’è chi teme il confronto.
C’è chi detiene una posizione arrogante e presuntuosa: non ho bisogno di alcuna spiegazione, mi basta la mia. Non meriti nemmeno che io controbatta.
In questi giorni di estrema emergenza mi piace la garbata conduzione della trasmissione di Mirta Merlino. Il suo saper ascoltare e, nel contempo, la sua voglia di sapere informare capire.
A me, spesso, manca il garbo. Sono talmente mossa dal pathos che spesso mi infervoro nelle discussioni. Però so anche ascoltare.
Sempre: desidero confrontarmi e dialogare.
Non c’è niente di più irritante per me del silenzio, della mancanza di spiegazione, dell’assenza di argomentazione. Il silenzio è in alcuni casi violento. In altri casi indifferenza.
Specialmente in una situazione di conflitto e litigio.
Se mi capita di esagerare sono anche pronta subito a scusarmi. E mi scuso.
Ci sono persone invece, abituate forse ad addestrare i cani, che non si scusano mai ma pretendono che l’animale vada loro incontro scodinzolando comunque.
Un buon dialogo parte dalla contrapposizione dei distanti e dalla loro successiva ricomposizione nel rispetto reciproco.
Perché ci sia rispetto, in caso di errore e perché non perduri l’errore, è bene riconoscere i propri sbagli e scusarsi. Soprattutto in un momento così stressante e difficile, come scrivevo in un post precedente, essere più gentili consapevoli e rispettosi può contribuire al benessere di tutti.
Non sono una credente, ma sto assistendo alla diretta da Piazza San Pietro. Penso che questa immagine e questo momento rimarrà per sempre nella storia futura.
Molto densa e attualizzata in modo sapiente dal Santo Padre la lettura del Vangelo.
– Dunque non ti importa di noi? Quando Cristo dorme in mezzo alla tempesta così gli chiedono i discepoli.
Non c’è ferita più grande che sentire di non essere importanti per qualcuno.
Ecco: anche in un dialogo saper ascoltare e rispondere fa capire che siamo importanti per i nostri interlocutori. Intanto che siamo vivi non comportiamoci come fantasmi. Possiamo dialogare con i mezzi telematici. Ora. Non c’è più il tempo di rinviare a domani quello che si può fare oggi.