Maschera e realtà

Oggi mi è stato detto che qui nel blog sono apprezzata perché non sono io.

Naturalmente una cattiveria e un insulto traducibile in: chi ti conosce come me vede che sei una brutta persona.

Allora: evito accuratamente di fare cronache nere o rosa dei miei rapporti sentimentali e non mi piace scendere nei particolari di ciò che mi accade, se non in modo indiretto e allusivo.

Comunque sia: io penso di essere esattamente quella che emana da ciò che scrivo. Ne più né meno.

Anzi, se mai ho sempre messo in guardia i lettori maschi nel non cadere nella fascinazione di una Eletta Senso che non esiste. L’imago. La Fata Morgana.

Ho avuto modo in questi anni di blogger di conoscere anche fuori dallo schermo alcune persone incontrate mediante lo schermo. Non mi hanno trovata diversa da come mi immaginavano. Nel tempo ho avuto comunicazioni epistolari e telefoniche che hanno ribadito che io sono senza maschere. Esattamente come scrivo. Schietta diretta sincera, magari anche troppo e quindi tranchant. E per qualcuno perfino simpatica e divertente.

Poi è normale che un marito che scrive in un blog sarà giudicato dalla moglie, che lo vede nella vita quotidiana, magari in modo meno aulico ed etereo soprattutto se si sta lavando i denti stropicciato la mattina o, viceversa una moglie che sta pelando le patate avrà meno fascino di una qualsiasi Eletta Senso mai vista in ciabatte…

Rimane il fatto che chi veramente siamo non lo stabilisce la maschera che portiamo verso l’esterno, ma come ci comportiamo in casa quotidianamente anche se siamo soli. Il vero signore e la vera signora lo sono anche se non sono visti e non scrivono.

A tutti gli altri che si permettono di giudicare lasciamo i loro fazzoletti sporchi da lavare rigorosamente in casa.