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Rallentare il ritmo

Siamo tutto il tempo di corsa. Tremila cose da fare. Quanto è importante rallentare il ritmo? E perché?

Semplicità volontaria significa recarsi in meno anziché in più luoghi in un giorno, vedere meno per vedere di più e meglio, far meno per fare meglio, acquisire meno per avere di più. (Kabat-Zinn)

Se penso a quante inutili cose ho acquistato e a quanto ho buttato. Ora fare meno è anche un principio ecologico: prendo un solo capo di vestiario puntando sulla qualità invece di prendere cento vestiti di plastica… Evito di riempire il frigo con cibi che in parte butterò. Invece di salire in vetta per mettere la bandierina e i manifesti, faccio un percorso lento assaporando ogni visione. Ogni attimo.

Rallentare i ritmi significa anche essere ecologici. Meno e non più. È praticare una ecologia della mente ricordando che siamo tutti interconnessi e ogni nostra scelta ha cadute di ampia portata sull’ambiente.

Ci sono persone che non sanno stare fermi. Semplicemente fermi. Senso di colpa dovuto a una educazione dove produrre fare e consumare è l’imperativo.

Si pensa di far tacere l’ansia buttandosi in tremila attività fuori di noi. Forse bisognerebbe semplicemente stare fermi. Sentire tutto anche il nostro mal-essere stando semplicemente in presenza di quello che capita. Allenarci alla semplicità, al meno invece di più.

Siamo tutti accumulatori seriali. Diamoci uno stop.

2 risposte su “Rallentare il ritmo”

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