Neve

A detta degli “intenditori” recentemente sono stata, ma forse ancora sono, in pericolo di vita, quindi ho buone ragioni, penso più che altro per una forma di comprensibile suggestione, di sentire la morte vicina. Mi trovo nell’assurdo guazzabuglio di contrastanti “stili di vita”, da una parte la speranza indomita, che, nonostante notevoli limiti, mi induce a fare progetti, come un breve viaggio in primavera, a riordinare, con il mio risibile contributo, la casa, che risente della mancanza di una mano femminile, dall’altra una sorta di appagamento interiore, che comprende una specie di benedizione urbi et orbi, con l’assoluzione di tutti quelli che mi hanno fatto soffrire, la rassegnazione al mio credo miscredente, che non dà spazio all’aldilà, ma concede solo a una fugace memoria di me, che spero resti nel cuore di chi ora mi ama. Mi addormento tranquilla, sperando che gli ultimi respiri non siano troppo affannosi, quando verrà il mio tempo, e mi sveglio felice di essermi svegliata. Se prima mi godevo il cielo, il mare, la luna piena e il tramonto, ora me li godo tre volte di più, mangio (poco) ma gusto molto e apprezzo infinitamente il discreto silenzioso amore che da tantissimi anni pervade la mia vita, anche in questo tempo in cui forse è più difficile starmi accanto.
Belle come sempre le tu foto, bella la “tua” neve, cara Elettasenso, piacerebbe anche a me risvegliarmi con tutti tetti dei palazzi che vedo da casa mia coperti di bianco e gustarmi il colore del cielo e i suoni attutiti, ma qui succede di rado…

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