Finalmente la bufera i fiocchi cristallini ballano il loro jazz mentre sbattono le bandiere una danza folle primitiva che alza le gonne bianche dai tetti di piode e fa cumuli sulle finestre picchiettando sui vetri.
Finalmente un assaggio di normale intimo letargico inverno quando già bussa marzo
Svegliarsi quando fuori fiocca è bellissimo. Soprattutto se ci si sveglia nel proprio caldo e grande letto con tutto l’occorrente di fianco sul comodino. E un buon caffè.
Nevica da ieri quando sono tornata. Dopo due mesi di sole ieri ho dovuto affrontare gli ultimi tornanti con la neve. Qui da noi le strade sono sempre pulite anche quando nevica perché siamo abituati al fenomeno e, quindi, ci sono molti spazzaneve. Peccato che ieri alle quattordici era un velo insidioso: non ancora abbastanza alta da essere spazzata, ma abbastanza per far sbandare in curva nonostante le gomme termiche.
Comunque piano piano e in seconda sono giunta nel parcheggio deserto e immacolato di casa. Per strada una meraviglia. Le cascate di ghiaccio, spolverate dalla farina zuccherina, erano davvero uno spettacolo magnifico.
Ora mi tocca uscire a spalare. La neve è un bellissimo fenomeno ma comporta anche del lavoro fisico: prima che ghiacci occorre spalarla dal vialetto e dai gradini.
Ecco: a furia di desiderarla è arrivata. Neve neve neve. Ha raggiunto le finestre.
Stamattina erano tutti in giro a spalare. La neve era incredibilmente morbida e leggera. Io ne ho spalata poca perché ultimamente ho avuto una dolorosa contrattura al braccio.
Oltre alla romantica neve ( che bello stare abbracciati a letto a scaldarsi mentre fiocca ) prima è partita la corrente elettrica e quindi non funzionava il riscaldamento, compresa la mia fantastica stufa. Poi mi è partita la linea telefonica. Quindi tutto il giorno disconnessi e non collegati con il mondo. Quindi niente tv. Niente rete. Niente di niente.
Per fortuna il mio compagno mi ha lungamente scaldata e mi ha fatto compagnia.
Dopo pranzo, mentre cercavo di scaldarmi con il fuoco della cucina a gas, la corrente è tornata. E solo da poco è tornata anche la linea telefonica.
Questa è una fotografia scattata nel primo pomeriggio quando sono uscita a fotografare e a respirare l’odore di neve. Sono uscita da sola perché il mio compagno esce solo verso le diciotto per via del cane. Per ringraziarlo del lavoro da spalatore fatto gli ho dato cibo per pranzo e cena. Noi non viviamo insieme.
Hanno messo dei pali arancioni. Li ho intravvisti come elementi inconsueti oggi, attraverso le tende. Servono per misurare l’altezza della neve.
Questa settimana è prevista neve. Ne sono felice. L’anno scorso era arrivata il primo novembre. Quest’anno è in ritardo, ma sarà sempre la benvenuta. Sabato in piazza c’erano i maestri di sci a promuovere la stagione.
Io non faccio discesa da anni per via dei legamenti. Faccio invece sci di fondo. E anche se non scio amo camminare sulla neve. Mi stupisce sempre perché trasforma tutto. Vai a letto la sera e non sai. Poi ti affacci alla finestra e vedi. Tutto quel morbido bianco intatto.
Penso che sia la neve a riportarci all’incanto dei bimbi. Che poco altro oggi ci possa così meravigliare. Oggi che tutto pare possibile e già visto.
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