Che ci facevo a mezzanotte al Palazzo Mezzanotte non mi è dato sapere. Ma, per quegli stranissimi incroci del destino, ero là con il ragazzo col ciuffo sugli occhi e le nostre mani legate a battere il tempo del concerto jazz con un pianoforte di fronte all’altro.
Faceva caldo quella sera a Milano come fa caldo ora. Vampate di calore salivano dall’asfalto. Ma noi eravamo leggeri e felici. Di essere lì a battere il tempo insieme.
Quel ragazzo aveva un destino preciso nella mia vita. Aveva un compito che quella sera – nel Palazzo Mezzanotte – non avrei mai immaginato.
Era il mio Guerriero. Il Tagliatore di teste. Colui che recise con un colpo netto di spada il filo. La catena.
4 risposte su “Palazzo Mezzanotte”
ricordi, ancora ricordi. Corto ma intenso è questo racconto
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Grazie 🌹
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ci sono, ma si inquadrano dopo, ci vuole un po’ di vita in mezzo 🙂
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Sì ci sono sempre i motivi dell’accadere. Buona serata cara Paola
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